I leader di Francia, Germania, Russia e Ucraina seduti al tavolo dei negoziati
ReutersC’è maggior distensione sul fronte ucraino. Il 2 ottobre si è svolto a Parigi un incontro fra i leader di Russia, Germania, Francia e Ucraina. Fra i temi più discussi, le elezioni nelle Repubbliche di Donetsk e Lugansk: queste repubbliche autoproclamate stanno cercando di organizzare elezioni indipendenti dal resto del territorio. Un’iniziativa che Kiev rifiuta categoricamente.
Così come è stato dichiarato in conferenza stampa da Angela Merkel e François Hollande (Vladimir Putin e Petro Poroshenko hanno lasciato l’Eliseo subito dopo i negoziati), le elezioni in queste regioni dovrebbero essere rinviate (si sarebbero dovute tenere fra due settimane) e dovrebbero svolgersi in conformità alla legislazione ucraina. Gli esperti russi sono però convinti che non si possa ignorare il volere di queste regioni.
I negoziati con Donetsk e Lugansk
Così come è stato detto in conferenza stampa, Kiev dovrebbe approvare la legge sulle elezioni. Ciò dovrebbe avvenire dopo aver negoziato la questione con le stesse repubbliche coinvolte. Inoltre dovrebbe essere concessa un’amnistia che permetta ai rappresentanti di queste repubbliche di prendere parte alle votazioni. Nel Donbass i comizi devono svolgersi 80 giorni dopo che la Rada ha approvato la legge sulle elezioni e sotto la supervisione degli ambasciatori dell’Osce.
Angela Merkel ha segnalato la relazione che intercorre tra le elezioni e altre questioni denunciate dagli oppositori di Kiev, ovvero l’approvazione della legge sullo status speciale del Donbass e la riforma costituzionale. Dmitri Peskov, portavoce del Presidente russo, ha fatto notare come i partecipanti di questa riunione abbiano evidenziato cambiamenti positivi in merito al ritiro delle armi leggere dalla linea del fronte, il cui inizio era previsto alla mezzanotte del 3 ottobre.
Così come ha fatto notare Angela Merkel, i leader di questi quattro paesi possono ritenersi soddisfatti dei risultati ottenuti. È inoltre stato detto che la realizzazione degli accordi di Minsk può essere estesa fino al 2016, anche se la data ultima inizialmente doveva essere quest’anno.
I commenti
Così come ha detto a RBTH il vice rettore della facoltà di Economia Mondiale e Politica Mondiale della Scuola superiore di Economia, Andrei Suzdaltsev, i partecipanti della riunione hanno evidenziato dei progressi nel rispetto degli accordi di Minsk. Secondo il politologo, le capitali europee non accusano più la Russia di non rispettare gli accordi. “Non è stato affermato che Mosca costituisca una minaccia, quindi possiamo dire che non c’è stato alcun atteggiamento anti-russo formale durante questa riunione”.
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