Raid in Siria, la voce della stampa russa

Ministero della Difesa della Federazione Russa
Gli occhi del mondo intero sono puntati sull’intervento russo in Siria. Ecco come vengono descritti i fatti dai giornali della Federazione

I raid delle forze aeree russe contro le postazioni islamiste, iniziati mercoledì 30 settembre, possono svilupparsi secondo due scenari: l’uno difensivo e l’altro offensivo, scrive il giornale Kommersant. Come rileva la testata, il primo scenario sarebbe motivato dalla necessità di aiutare le forze governative di Bashar Assad a tenere sotto controllo la costa mediterranea e le aree limitrofe. A detta del giornale “In quell’area sono maggiormente concentrati gli alawiti , la componente che condivide la stessa fede del presidente Assad e che fornisce il maggior appoggio al suo governo. In quel territorio sono situate due importanti città portuali: Laodicea e Tartus (in quest’ultima si trova la base di rifornimento della Marina militare russa). Il secondo scenario, quello offensivo, come rileva la testata, potrebbe svilupparsi parallelamente allo scenario difensivo. Esso appare assai più rischioso per la Russia, ma al contempo, come si legge nell’articolo, più vincente sul piano dell’immagine internazionale. “Una variante ideale per il suo effetto propagandistico potrebbe essere la liberazione di Palmira con le sue antiche rovine” si sottolinea nel testo. A detta degli esperti intervistati da Kommersant, l’impresa potrebbe essere tranquillamente realizzata dai reparti speciali russi coadiuvati dall’aviazione e dalle truppe siriane.

Isis, al via raid aerei in Siria

Il giornale, fornendo un link alle fonti del comando operativo militare, riferisce anche della composizione dei reparti di forze aeree russe presenti in Siria. Secondo fonti di Kommersant, all’aeroporto di Hmeymim, nei pressi di Laodicea, si sarebbe costituito un reparto di misto composto da forze aeree dotate di bombardieri Su-24M e Su34, di aerei d’attacco Su-25Sm e di caccia multiruolo Su-30Sm, e anche di elicotteri d’attacco Mi-24 e multiruolo Mi-8 delle Forze aerospaziali della Federazione Russa.

Lavrov ha chiesto delle prove 

Rbc-daily riferisce le parole del ministro della Difesa russo Sergey Lavrov che chiede a Washington di presentare le prove in merito al fatto che la Russia non avrebbe colpito le postazioni dell’Isis. Secondo quanto riferito dal Pentagono, sarebbero state attaccati territori dove i terroristi erano assenti.

I nostri partner americani hanno espresso la loro preoccupazione, ritenendo che gli obiettivi colpiti fossero diversi da quelli dichiarati e affermando di essere in possesso di prove. Noi abbiamo chiesto che venissero esibite tali prove perché siamo responsabili dei nostri obiettivi” ha dichiarato Lavrov. A detta del ministro, le forze militari russe interverrebbero unicamente per colpire obiettivi legati all’Isis. “Ho chiesto ai colleghi americani di considerare che le loro preoccupazioni in merito al fatto che non sarebbero state da noi colpite le postazioni dell’Isis sono assolutamente infondate” ha aggiunto.

Putin, Obama e il nodo della Siria

L’obiettivo sarebbero i gasdotti petroliferi dell’Isis 

Novaya gazeta riferisce che un obiettivo dell’intervento militare russo in Siria è l’eliminazione di uno dei maggiori canali di finanziamento dell’Isis. Il discorso riguarda il bombardamento dei gasdotti petroliferi grazie a cui i terroristi islamici vendono illegalmente il petrolio. In precedenza la stessa testata aveva riferito che “nei computer di bordo degli aerei d’attacco e dei bombardieri in Siria erano state innanzi tutto inserite le coordinate delle stazioni di pompaggio che mantengono la pressione dei gasdotti petroliferi che servono a trasportare il petrolio dell’organizzazione terroristica dell’Isis e non solo i dati sul territorio dove si trovano i capi dei terroristi”. Ora Novaya gazeta assicura di avere avuto notizia di consultazioni avvenute tra i militari e i petrolieri. “Ai rappresentanti del Ministero della Difesa interessa soprattutto la questione delle stazioni che garantiscono il pompaggio del petrolio dai gasdotti e che è necessario disattivare per impedire la fuoriuscita di petrolio e impedirne così il commercio illegale” scrive il giornale.

La Siria e Gazprom

Il rovesciamento del regime di Bashar Assad in Siria potrebbe mettere a repentaglio l’equilibrio del mercato petrolifero europeo poiché in questo caso il Qatar potrebbe costruire un gasdotto che collegherebbe direttamente il territorio siriano alla Turchia, scrive Gazeta.ru. Su questo sfondo, rimarca la testata, un rafforzamento della leadership di Bashar Assad potrebbe risultare vantaggiosa per la Russia per la concorrenza nel mercato petrolifero europeo. Proprio quello siriano appare infatti il percorso ottimale per rifornire di gas la Turchia e l’Europa di gas attraverso il Qatar, attualmente uno dei maggior fornitori del mercato Ue. Tuttavia, i politologi intervistati dalla testata sostengono che i terroristi che combattono in Siria tra le fila dell’Isis sarebbero ormai diventati troppo indipendenti dai loro “sponsor” e che persino nel caso di una sconfitta di Assad la posa dei tubi in Siria risulterebbe un’operazione estremamente rischiosa.

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