Traducibile alla lettera come “cittadine”, questo gioco di lancio del bastone incredibilmente divertente è una sorta di mix tra il gioco del lancio dei ferri di cavallo e le bocce. Praticato nei villaggi dell’Impero russo, è uno sport tradizionale molto antico, menzionato già nelle Cronache dell’Antica Russia, e vi si sono cimentate quasi tutte le figure storiche della Russia, da Pietro il Grande a Putin.
Il concetto alla base di gorodki è abbastanza minimalista: ricordate quei giochi da fiera in cui bisogna lanciare una palla contro lattine impilate e cercare di abbatterle? È un po’ così, ma in scala più grande. In gorodki, bisogna lanciare un grosso bastone contro “cittadine”, composte da cinque birilli cilindrici, da una distanza di 13 metri e cercare di buttar fuori tutti i birilli dal quadrato di due metri per due che li circonda, in meno tiri possibili. I birilli vengono disposti in modelli di forma diversa: 15 figure in totale, tra cui la stella, il pozzo, la falce, la freccia, il cannone… Una delle forme più ostiche è considerata la forchetta.
Sembra facile? Una serie di regole sulla posizione del giocatore al momento del tiro e il tempo di esecuzione (non superiore ai 30 secondi) complica il tutto. Ma una regola vi favorirà: una volta eliminato uno dei birilli, potrete provare a liberare il resto della cittadina dalla “mezza distanza”: solo 6,5 metri.
È noto che i russi sono bravi giocatori di hockey su ghiaccio (sono anche i campioni olimpici in carica). E si cimentavano in un ibrido tra hockey e calcio, chiamato bandy molto tempo fa.
Il bandy, essenzialmente l’hockey su ghiaccio con una palla al posto del disco, è praticato in Russia fin dal X secolo (e qui spesso si chiama “hockey con la palla” o “hockey russo”). Prima che i pattini metallici fossero inventati, i russi avevano già trovato il modo di volare sul ghiaccio divertendosi, e questo sport era giocato nella maggior parte dei villaggi russi del XVIII secolo. Naturalmente, da allora sono state apportate alcune modifiche: il numero di giocatori per squadra si è, fortunatamente, limitato a 11 (dalla maggior parte degli resoconti, un tempo le compagini erano molto più massicce).
Il campo è di dimensioni simili a un campo da calcio e, diversamente dall’hockey su ghiaccio, non si può giocare dietro alla porta. Affascinante, aperto e fieramente competitivo, il bandy è lo sport adatto per chi ama l’hockey su ghiaccio, ma in una forma più lunga e più estenuante.
Avete mai giocato a baseball o a rounders annoiandovi mortalmente? Allora la laptà è il gioco che fa per voi: è abbastanza simile (avrete una mazza in mano), ma richiede meno abilità di battuta e un’aggiunta di furtività e intensità.
Il gioco risale ai tempi pre-cristiani, quando era un appuntamento fisso di ogni festa popolare (insieme alle scazzottate di massa). Come scrisse lo scrittore Aleksandr Kuprin, per la lapta “Sono necessari respirazione profonda, attenzione, intraprendenza, corsa veloce, un occhio accurato e un tiro potente, e ancora l’eterna sicurezza che non sarai sconfitto”.
In cosa consiste il gioco? Bene, dovete fondamentalmente battere una pallina (da tennis) con una mazza simile a quella da cricket all’interno di una griglia di 30 metri per 70 il più lontano possibile. Il battitore deve riuscire a sprintare con i suoi compagni di squadra per la lunghezza del campo (dal “gorod”, “città”, da cui ha battuto fino alla linea detta “kon”) e tornare indietro senza che uno dei giocatori avversari prenda la palla al volo (nel qual caso si scambiano le posizioni) o senza che, dopo averla raccolta, lo colpisca (azione che si chiama “osalìt”). Se ce la fa, guadagna due punti per la sua squadra. E così si va avanti per un’ora: chi ha il maggior numero di punti alla fine vince.
Vi siete mai chiesti come potrebbe apparire un ibrido tra gorodki e scherma? Certo che non l’avete fatto. Ma il pekar quello è.
Come probabilmente avrete notato, gli sport russi tendono tutti a coinvolgere bastoni molto grandi. Il pekar (che significa “fornaio”) non fa eccezione: in effetti, alcuni bastoni sono più o meno tutta l’attrezzatura necessaria per giocare a pekar, a parte una rjukha (un birillo cilindrico; va benissimo un barattolo usato).
Funziona così: i giocatori lanciano i loro bastoni verso il barattolo (detto rjukha). Una volta che il barattolo è stato colpito, è una gara tra i lanciatori di bastoni, che cercano di raccogliere i bastoni il più rapidamente possibile, e il “fornaio”, che deve rimettere il barattolo al suo posto e proteggerlo dagli altri giocatori che usando i bastoni come una spada cercando di ricolpirlo. C’è ci prende la cosa molto sul serio: guardate questo video.
Se questo non vi basta, che ne dite di una partita di calcio nel fango?
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