Navi lanciamissili contro le postazioni Isis in Siria
TASSAlcune navi della marina russa hanno bombardato le posizioni dell’Isis in Siria. Lo ha annunciato il ministro russo della Difesa Sergei Shoigu. Gli obiettivi degli islamisti sono stati colpiti con navi della flottiglia del Mar Caspio. “Quattro navi lanciamissili hanno lanciato 26 missili contro undici obiettivi - ha detto Shoigu durante un incontro con il Presidente russo Putin -. Tutti gli obiettivi sono stati distrutti e non ci sono stati feriti tra i civili”.
Secondo quanto riferito dal ministro, sono stati colpiti centri di controllo, dodici depositi di munizioni e campi di addestramento degli estremisti. Shoigu ha quindi aggiunto che gli attacchi russi contro gli estremisti aumenteranno. Dall’inizio dell’operazione, sono stati 112 gli obiettivi colpiti.
Putin ha quindi fatto presente la distanza dalla quale vengono lanciati i missili (da una distanza di circa 1.500 chilometri), sottolineando poi la precisione dei colpi. “Il fatto che tutti gli obiettivi prefissati siano stati colpiti da una distanza di 1.500 chilometri riflette il buono stato dell’industria della difesa e l’alta preparazione del nostro personale militare”, ha detto il leader del Cremlino.
Il generale Andrei Kartapolov ha detto che gli attacchi missilistici sono stati inflitti alle province di Rakka, Idlib e Aleppo.
Nessuna violazione
Secondo l’esperto militare e redattore della rivista Arsenal Otechestva Viktor Murakhovskij, l’utilizzo di questi razzi “Kalibr” rientra nella classe dei razzi a medio raggio. “In testate convenzionali raggiungono una distanza di 1.600 chilometri, mentre con una testata nucleare arrivano a 2.600 chilometri”, ha detto.
Secondo Murakhovskij, l’utilizzo di questi missili non è in contrasto con il Trattato INF sull’eliminazione dei razzi a medio e corto raggio (da 500 a 5.500 chilometri), poiché il trattato, sottoscritto nel 1987 dai leader sovietici e statunitensi, fa riferimento solo ai missili terrestri e non a quelli installati su navi e sottomarini. Altrimenti, ha fatto notare Aleksandr Khramchikhin, vice direttore dell’Istituto di analisi politica e militare, gli Stati Uniti avrebbero avuto seri problemi nell’utilizzo dei missili Tomahawk, che Washington ha utilizzato in diverse occasioni durante le campagne militari degli ultimi decenni.
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