Il tavolo dei relatori. Al centro, l’ambasciatore italiano Cesare Maria Ragaglini.
: RbthIn due anni di crisi l’imprenditoria italiana in Russia ha sofferto molto. Secondo i dati delle Dogane Russe elaborati dall’Ice, nel periodo gennaio-luglio 2016 l’interscambio ha registrato una riduzione del 44,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E anche se gli analisti parlano di una ripresa nel 2017, l’incertezza verso il futuro continua a pesare. Il quadro della situazione è stato tracciato venerdì scorso a Mosca nell’ultima assemblea Gim Unimpresa, il gruppo più influente di businessman italiani in Russia. Ad aprire i lavori, l’ambasciatore italiano Cesare Maria Ragaglini, che ha parlato di “prospettive buone” per il prossimo anno, invitando il mondo imprenditoriale “a non restare attanagliati alla timidezza verso la Russia”.
“La crisi si è riflessa in maniera pesante sull’interscambio - ha detto Ragaglini -. Ma credo che il peggio sia ormai alle spalle. Tant’è che nel 2016 c’è stata una leggera inversione di tendenza nei settori moda, farmaceutico e agroalimentare”. E anche se nel breve-medio termine non si tornerà ai livelli precedenti, secondo Ragaglini è indispensabile trovare delle vie alternative che consentano all’Italia di rimanere sul mercato. La risposta, quindi, è da cercare negli investimenti diretti e nelle collaborazioni industriali. “La Russia - ha spiegato l’ambasciatore -, offre nelle regioni grandi opportunità di investimenti. E spesso è più facile investire nelle regioni perché le autorità sono più disponibili ed esistono benefici e sgravi fiscali”.
La Russia inoltre ha una grande necessità di ammodernizzare i grandi complessi industriali che già possiede: “Questa - ha aggiunto Ragaglini -, è una grande opportunità per le aziende italiane che possono così prendere parte al processo di modernizzazione”.
All’assemblea sono intervenuti anche Irina Saadueva, di Schneider Group, che ha parlato delle ultime novità sulle normative per la localizzazione della produzione in Russia per i settori chimico e farmaceutico, e Vittorio Maiorana, dello Studio Pavia e Ansaldo, che ha presentato le nuove leggi per l’import substitution. “I russi stanno limitando l’accesso al mercato ai prodotti di origine straniera”, ha spiegato Maiorana, facendo presente come le nuove normative stiano spingendo sempre di più verso l’acquisto e l’utilizzo di merce locale, rafforzando una tendenza di ulteriore chiusura. “Tuttavia - ha detto Maiorana -, in molti settori produttivi il livello di produzione non è ancora paragonabile a quello di alcuni partner occidentali. E quindi si sta incentivando la localizzazione della produzione in Russia”.
L’assemblea si è conclusa con la tavola rotonda sul futuro dei rapporti tra Russia e Occidente, alla quale sono intervenuti Igor Pellicciari, docente universitario, console onorario della Federazione Russa a Bologna, Fabrizio Dragosei, giornalista del Corriere della Sera e Vladimir Solovev, giornalista e conduttore televisivo.
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