Un pozzo per l'estrazione di petrolio.
: ReutersFino alla fine di ottobre 2016 le maggiori compagnie petrolifere potranno partecipare alla gara d’appalto per lo sviluppo di due giacimenti del Circondario autonomo di Khantij-Mansi, la regione russa della Siberia situata a 2.600 chilometri a nord-est di Mosca. Si tratta dei giacimenti di Nazymsk e Ay-Yaunsky con riserve attestate di quasi 100 milioni di tonnellate.
Inoltre, entrambi i giacimenti vengono messi all’asta in un unico lotto con un prezzo di partenza di 4 miliardi di rubli (61,8 milioni di dollari).
“L’acquirente finale non dovrà solo disporre delle risorse finanziarie necessarie per lo sviluppo dei giacimenti, ma anche rispondere a una serie di requisiti”, precisa Konstantin Bushuev, responsabile dell’ufficio analisi dei mercati di “Open broker”. A suo avviso, ciò dipende dalla tipologia dei giacimenti che richiedono l’utilizzo di tecnologie d’importazione per l’estrazione di petrolio pesante. Inoltre, secondo Bushuev, il processo di estrazione e raffinazione del petrolio dev’essere integrato verticalmente nel territorio della regione in cui sono situati i giacimenti. In tal modo i vincitori della gara potranno costituire un’alleanza internazionale con la partecipazione di compagnie russe e straniere.
Le aree messe all’asta sono tra le poche in Russia ancora prive di licenza di sfruttamento, spiega Dmitrij Bedenkov, direttore dell’ufficio analisi di Ik “Russ-Invest”. Come puntualizza Bedenkov, secondo le stime in possesso del Ministero delle Risorse naturali – il dicastero ufficialmente preposto all’estrazione di minerali utili nel Paese – le assegnazioni riguarderebbero solo il 5% dei giacimenti.
Si tratta di un’opportunità escogitata per rimpinguare le entrate del bilancio statale dato il deficit attuale, dovuto alla caduta dei prezzi petroliferi, sostiene Mark Groykhman, analista di “Gk TeleTrade”. A suo avviso, sarebbe proprio questa la ragione per cui lo Stato ha deciso di attirare degli investitori stranieri nello sviluppo dei giacimenti, non con la finalità di poter vendere il petrolio greggio, quanto di raffinarlo. Nel regolamento della gara sono state inserite delle clausole che prevedono che il vincitore debba disporre nella regione di impianti e attrezzature per la raffinazione, spiega Groykhman. “La presenza di attrezzature e impianti per la raffinazione consentirà che il petrolio estratto dai giacimenti venga raffinato nella regione e che non venga esportato sotto forma di greggio”, spiega Nikolaj Gudkov, portavoce del Ministero delle Risorse naturali alla agenzia Rbk.Secondo Mark Groykhman, le maggiori compagnie petrolifere russe, come le società a controllo statale Rosneft e Gazprom neft e anche la privata Lukoil, risponderebbero a tali requisiti. Queste compagnie possiedono stabilimenti nel circondario di Khantij-Mansi, la regione della gara. Tuttavia, non sono dotate di tecnologie per il petrolio difficilmente estraibile e qui tornano utili dei partner stranieri. Tra questi partner potenziali Groykhman cita il fondo Mubadala degli Emirati Arabi Uniti, la compagnia norvegese Statoil e la britannica Bp. In particolare, British petroleum è anche una degli azionisti principali della società Rosneft.
Dmitrij Bedenkov rileva che durante l’iter dell’asta i prezzi dei giacimenti potrebbero salire considerevolmente e ricorda che nel novembre 2015 si era svolta un’asta per lo sviluppo di giacimenti situati in Yakutia, nell’Estremo Oriente russo, durante la quale il prezzo era passato da 141 milioni di rubli (2,2 milioni di dollari) a 2,5 miliardi di rubli (38,6 milioni di dollari). In ogni caso, la nuova gara sarà ritenuta valida anche se verrà presentata una sola domanda di partecipazione.
Fonte: Alyona Repkina
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