Sono molte le compagnie turche che lavorano a Mosca e in diverse città della Federazione.
Ria Novosti/Konstantin ChalabovRestano tesi i rapporti tra Mosca e Ankara dopo l’abbattimento, da parte dei turchi, dell’aereo russo Su-24. La parte turca non solo si è rifiutata di porgere le proprie scuse per quanto avvenuto, ma continua a sostenere che i militari turchi stavano semplicemente difendendo i confini del proprio Paese. Mosca, dal canto suo, ha rifiutato ogni contatto diretto ad alto livello con Ankara e ha adottato una serie di misure contro la Turchia. Il Presidente russo Vladimir Putin ha quindi firmato un decreto per introdurre una serie di sanzioni nei confronti di alcune categorie di produttori turchi, e dal 1° gennaio 2016 verrà abolito il regime senza visto con la Turchia. A sua volta, l'ambasciata della Turchia a Mosca ha dichiarato che Ankara non è intenzionata a introdurre controsanzioni e nemmeno ad annullare il regime senza visti per i cittadini russi.
Nonostante la situazione attuale di crisi, sia i businessmen turchi, sia quelli russi, sperano che il conflitto possa trovare presto una risoluzione. RBTH ha parlato con i rappresentanti di una serie di compagnie russe e turche che hanno partecipato al forum dell'edilizia, tenutosi dal 1° al 3 dicembre a Mosca.
“I colleghi russi mantengono con noi gli stessi rapporti che avevano prima”
Murat, businessman turco che ha preferito mantenere l’anonimato, fa notare che l'attuale conflitto non ha per nulla influito sulle relazioni con i partner russi. “È da tempo che volevo visitare questo forum. Nonostante la crisi di questo periodo mi sono comunque deciso a venire, benché tutti i miei amici in Turchia abbiano tentato di dissuadermi. Sa, io mi aspettavo il peggio... Ma i nostri partner russi di sempre non solo non hanno rinunciato alla futura collaborazione, ma al contrario, ci sostengono. Anche le nuove compagnie russe continuano a dimostrarsi interessate a progetti di cooperazione. Non ci siamo affatto trovati a fare i conti con alcunché di negativo”, dice.
Un altro businessman turco, che ha espresso il desiderio di rimanere anonimo, racconta: “Mi amareggia molto l'attuale situazione. Si tratta di un conflitto fra due potenze. Noi siamo uomini d'affari e restiamo siamo lontani dalla politica. Di fatto, però, tutti gli scontri politici colpiscono innanzitutto la nostra attività. I mass media gettano volutamente benzina sul fuoco, scatenando così sentimenti antirussi in Turchia e sentimenti antiturchi in Russia”. Alla domanda se vi fossero stati problemi all'aeroporto durante il passaggio della frontiera, l’imprenditore di Ankara ha risposto: “Io personalmente non ne ho avuti, mentre molti altri cittadini turchi hanno incontrato ostacoli. Sono stati trattenuti in aeroporto per 5-6 ore, i loro bagagli sono stati perquisiti a lungo. È tutto così spiacevole e persino offensivo. È da cinque anni che vengo periodicamente in visita a Mosca per affari. Dirò con molta sincerità, che prima non è mai avvenuto nulla di simile. Venire in Russia per me era come tornare a casa”.
Gli imprenditori russi sono come prima inclini a veder le cose in una prospettiva positiva ed esprimono la speranza che la crisi con la Turchia finisca presto e che tutto ritorni ad essere come prima. Il direttore del reparto marketing della compagnia logistica IMEKS, Mikhail Ivanov, dice che la sua compagnia non ha intenzione di rinunciare alle collaborazioni con la Turchia: “Noi continuiamo a lavorare con i colleghi turchi e ancora di più, dirò che la nostra compagnia si sta preparando ad aprire la prossima settimana il suo primo ufficio di rappresentanza in Turchia”. Secondo le parole di Ivanov, da parte sua, così come da parte della maggioranza degli altri uomini d'affari russi, non c'è alcun sentimento ostile nei confronti della Turchia e nemmeno dei turchi.
“Il timore che tutto possa cambiare, naturalmente, esiste”
Secondo le parole degli organizzatori del forum, la maggior parte delle compagnie turche non hanno rinunciato a prendere parte al forum, tuttavia hanno preferito inviare i propri rappresentanti russi.
Igor Jarmolenko da più di due anni lavora in una compagnia edile turca a Smirne. “I miei superiori hanno rinunciato a partecipare personalmente al forum per motivi assai semplici. Li ha turbati la storia dei businessmen turchi a Krasnodar (il 26 novembre, 39 uomini d'affari turchi sono stati trattenuti per violazione della legge sull'immigrazione) e persino le notizie sulle perquisizioni, particolarmente accurate agli aeroporti, sul severo controllo dei passaporti e così via. Il mio capo ha deciso di non voler rischiare inutili disagi e per questo ha scelto di mandare me, convinto che questa sarebbe stata la cosa migliore da fare”, dice Igor. Secondo lui in Turchia i rapporti nei suoi confronti non sono cambiati: non si percepiscono sentimenti negativi nei confronti dei russi, benché ci sia certamente il timore che tutto possa cambiare. “La Russia intenzionalmente ora ripete la storia dei legami di Erdogan e della sua famiglia con l'IS. Tutto ciò non passa inosservato ai sostenitori di Erdogan. Attualmente in Turchia non c'è quell'isteria presente invece in Russia, ma tutto potrebbe cambiare da un momento all'altro. Se ci sarà pericolo per me personalmente, certamente, dovrò lasciare la Turchia”, nota Jarmolenko.
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