Il regista Matteo Garrone.
: ufficio stampa / NiceMatteo Garrone, per la prima volta in Russia, come testimonial del Cinema italiano. Sarà il regista di Gomorra a rappresentare il Belpaese all’edizione russa del New Italian Cinema Events (NICE), il festival dedicato a promuovere il Cinema italiano nel mondo che approderà in Russia con una duplice tappa, a Mosca dal 5 all’11 aprile e a San Pietroburgo dall’8 al 13 aprile. In entrambe le città il Nice Festival dedicherà al regista italiano, presente in sala, una rassegna composta da “Il racconto dei racconti”, “Reality”, “Gomorra”, “Primo amore” e “L’imbalsamatore.
“È la prima volta che vado in Russia e che ho l’occasione di avere un contatto diretto con il pubblico russo. Non so ancora quale sarà il mio programma una volta arrivato lì ma di una cosa sono sicuro: sono felice di poter visitare finalmente l’Hermitage Museum di San Pietroburgo e di vedere tutte quelle opere che finora ho visto solo in foto, soprattutto perché la mia prima esperienza artistica è stata la pittura...”, dichiara Garrone a Russia Beyond The Headlines.
Una conoscenza, quella del regista italiano con la cultura russa, iniziata tempo fa grazie all’incontro con opere del cinema russo come il film “Andrej Rublev” di Andrej Tarkovskij che, spiega Garrone, “ha segnato la mia formazione come d’altronde i grandi autori della letteratura russa, da Gogol a Dostoevskij e da Tolstoj a Chekhov”.
Poi riguardo ai film della retrospettiva dedicatagli al Nice Festival in Russia sottolinea che “Il racconto dei racconti” non ha rappresentato una svolta “fiabesca” rispetto ai film precedenti ma che racconta, al pari di quest’ultimi, la società italiana, con la differenza che mentre nei film che vanno da “L’Imbalsamatore” a “Reality” “si parte dal racconto della società per poi subeliminarla, ne “Il racconto dei racconti” invece si parte da una dimensione metafisica per poi arrivare a raccontare i meccanismi dell’essere umano. Si tratta di un processo inverso”.
E per regolare questo meccanismi, Garrone spiega poi come un elemento fondamentale della sua regia sia la scelta del paesaggio che avviene “in funzione della storia da raccontare.
Ad esempio girare “L’imbalsamatore” nel Villaggio Coppola, frazione di Castelvolturno, è servito anche a dare una dimensione metafisica; così come in “Gomorra”, dove la scena sulla spiaggia di Marco e Ciro, i due ragazzini che, come due piccoli Don Chisciotte e Sancio Panza, si ribellano alle regole del clan non poteva non essere girata in uno spazio aperto, adatto a rappresentare quella voglia di libertà, mentre invece l’altro bambino, Totò, che viveva nelle “Vele” (il noto complesso di abitazioni di Scampia, ndr) e desiderava invece entrare nel clan, era un personaggio ben rappresentato in un luogo così chiuso, quasi claustrofobico...”. Insomma una rappresentazione in virtù della quale “anche Gomorra può avere un aspetto fiabesco, in senso più noir, come quello dell’infanzia negata, così come “L’Imbalsamatore” potrebbe essere benissimo un racconto di Basile”, conclude Garrone citando così l’autore del ‘600 italiano di “Lo cunto de li cunti”, l’opera a cui s’ispira appunto il suo ultimo film “Il racconto dei racconti”.
In una manifestazione che punta a dare spazio ai nuovi talenti italiani, Matteo Garrone diventa il simbolo di tutti quei giovani registi del Cinema italiano riusciti ormai ad affermarsi sulla scena internazionale, ad esempio sfiorando più volte la Palma d’oro al Festival di Cannes, quando riuscì ad aggiudicarsi il Grand Prix con Gomorra e Reality, e tre Nastri d’argento con “Il racconto dei racconti”, film, quest’ultimo, con cui, il prossimo 18 aprile, pochi giorni dopo il suo rientro dal viaggio in Russia, correrà per il David di Donatello con 12 nomination, tra cui quella come miglior film e miglior regista.
Per maggiori informazioni sul Festival Nice e per vedere il programma delle proiezioni, cliccare qui
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