“Ecco come continuo a portare i turisti italiani in Russia. E voi cosa aspettate a partire?”

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Marco Maggi è un romano e pietroburghese doc, fondatore di “Russian Tour”, una delle più note agenzie di viaggio specializzate. Vive a San Pietroburgo dal 2002 e in oltre vent’anni ha traghettato in Russia decine di migliaia di italiani

Marco, partiamo dalla domanda che ci viene rivolta più spesso dai nostri lettori: è possibile adesso andare in Russia come turisti?

E come no! Quest’estate, dopo tre anni di inattività, iniziata con le chiusure globali per il Covid, ho deciso di provare a riorganizzare dei viaggi “Russian Tour”. Sapevo che con tutte le difficoltà attuali (nessun volo aereo diretto, carte bancarie italiane che non funzionano in Russia ecc.) mi potevo rivolgere solo a degli indomiti, ma il risultato ha superato le aspettative. In poco tempo abbiamo raccolto diverse prenotazioni e, alla fine hanno visitato Mosca e San Pietroburgo oltre 150 persone… E c’è chi è andato fino in Jacuzia!

Che impressioni ha raccolto tra questi turisti?

La gran parte di loro è favorevolmente stupita – per l’organizzazione, la pulizia e la bellezza – e molti si commuovono. Capita di frequente che arrivino sulla Piazza Rossa e gli vengano le lacrime agli occhi. È un posto di cui hanno sempre sentito parlare, ma che gli sembrava impossibile poter raggiungere davvero! E specialmente oggi, quando andare in Russia presenta indubbiamente diverse difficoltà logistiche. In questi gruppi c’erano persone magari non troppo abituate a viaggiare, a prendere gli aerei, ma con una forte volontà di vedere questo Paese che amano, soprattutto ora che sembra così precluso, così “proibito”.

E hanno avuto modo di interagire con i russi?

Beh, questa è stata la parte più bella dei tour! È stato un continuo di episodi piacevoli. I russi erano molto stupiti nel vedere dei gruppi organizzati di turisti italiani. “Ma come avete fatto ad arrivare fin qui?”, chiedevano. E non sono mancati i regali: chi ha donato una bottiglia di vino, chi mazzi di fiori… È risaputo che gli italiani sono molto amati dai russi. Essere italiani in Russia ti dà una marcia in più. E questo sentimento non è stato certo scalfito dalle recenti questioni della cronaca politica…

Ma che giro hanno dovuto fare i turisti per arrivare in Russia?

Nei viaggi estivi volavamo dall’Italia a Helsinki e da lì in poche ore si arrivava a San Pietroburgo. Adesso la Finlandia ha deciso di chiudere la frontiera, e non si sa di preciso quando la riaprirà, quindi per i viaggi di Capodanno voleremo a Danzica, in Polonia, e raggiungeremo Kaliningrad con un breve transfer. Da lì il volo sarà interno, quindi senza alcun problema. Insomma, se c’è la volontà di andare, una soluzione si trova. Chiude una frontiera, passiamo da un altro Paese…

Ma come risolvete gli altri problemi, per esempio quelli con le carte?

Appena in Russia apriamo a tutti i turisti una carta “bancomat” locale, dove possono versare quello che hanno, per non dover andare in giro con il contante, e ovviamente li dotiamo anche di una sim russa, di modo che abbiano telefono e internet. Le procedure sono semplici. In venti minuti è tutto fatto…

E ora state approfittando del nuovo visto elettronico?

Sì, è comodo. Niente più consolato e attese. Il modulo è un po’ lungo e complesso, ma noi forniamo anche il servizio di compilazione…

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Nel 2024 vi aspettate un aumento dei turisti?

Certamente! Già le prenotazioni per il viaggio di Capodanno sono andate molto bene. E per l’anno prossimo aumenteremo i tour: non solo Mosca e San Pietroburgo ma anche l’Anello d’Oro, la Crociera sul Volga e… la Transiberiana!

Ah, il grande sogno di tanti turisti italiani!

Sì, davanti alla Transiberiana impazziscono, anche se non tutti hanno fino in fondo chiara la portata – anche semplicemente in termini di tempo necessario – di un simile viaggio… Comunque, come prima del Covid, credo che daremo anche la possibilità di fare solo fino al Lago Bajkal, e poi una doppia scelta per chi fa la Transiberiana completa: fino a Vladivostok, o, tramite la Mongolia, fino a Pechino. Ma per i dettagli dovremo attendere gennaio, quando usciranno i nuovi orari…

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E in totale quanti italiani pensate di portare in Russia nel 2024?

Per come stanno andando le cose, dovremmo incrementare sensibilmente i numeri di quest’anno. Certo, siamo lontani dalle migliaia di turisti del 2019, ma è un buon punto di ripartenza…

Marco, ho visto che ha debuttato anche come scrittore!

Ahaha, sì, chi l’avrebbe mai detto! Ma del resto in Italia avevo studiato Economia e commercio e mai avrei detto di occuparmi un giorno di turismo! Né di vivere in Russia, dove sono arrivato per amore, avendo conosciuto la mia futura moglie durante un viaggio a Praga… Il libro è nato proprio su insistenza sua. Quest’anno ho dovuto affrontare una malattia molto grave e lei riteneva che scrivere fosse in qualche modo terapeutico, che mi aiutasse a tenere la testa occupata. Si intitola “Russo fino al midollo”, perché ho dovuto sottopormi a un trapianto. È sostanzialmente il racconto autobiografico dei miei vent’anni in Russia, e di come ho visto cambiare incredibilmente questo Paese. Non mancano i ritratti dei “diversi tipi” di italiani in Russia – non tutti personaggi edificanti – e qualche consiglio pratico, su come imparare la lingua, ottenere il permesso di soggiorno, ecc.

Le sta dando soddisfazioni?

Sì, ma mi procura anche tanti attacchi molto duri online. Mi rimproverano di essermi fatto curare in Italia. “Ma come”, mi scrivono, “se ami tanto la Russia perché non ti sei curato là”? In realtà io cerco di spiegare che mi trovavo in Italia, in visita a mia madre, quando ho cominciato ad avere prima una febbricola, poi febbre altissima. Sono andato in ospedale e, una volta che i medici hanno compreso la gravità della situazione, un viaggio così lungo per tornare a casa a San Pietroburgo era assolutamente sconsigliabile. Quando sei in pericolo di vita, hai poca scelta. Quest’anno l’ho passato in gran parte in ospedale a Roma, ricovero dopo ricovero, anche se questo ha significato una dolorosa lontananza da mia moglie e dalle mie figlie…

Forse non bisogna neanche dare tante attenzioni a certi commentatori…

Sì, ma io non rifuggo il confronto online. Sono anni, almeno quindici, che mi batto, prima su Facebook, e poi anche con il mio canale Telegram “Vi racconto la Russia”. Sono arrivato a San Pietroburgo nel 2001, ed effettivamente c’era di che rimanere scioccati. In vent’anni ho visto la città cambiare radicalmente, e superare in termini di infrastrutture, di servizi e di pulizia, per esempio, la mia Roma. Cose belle nel Paese ce ne sono state tante… le Olimpiadi di Sochi, il Mondiale del 2018, la crescita economica… ma non ho mai visto raccontare nessun aspetto positivo in Italia. E allora mi sono esposto. Per amore della verità, e anche perché come imprenditore mi vedevo spesso danneggiato. Sa quante volte i clienti chiedevano di annullare un viaggio dopo l’uscita di qualche articolo allarmante di quelli che si possono scrivere solo sulla Russia e su nessun’altra meta turistica mondiale?

Chiudiamo con una nota campanilistica: Mosca o San Pietroburgo?

Beh, qual è la città che preferisco io è noto, visto che ci vivo da vent’anni. Ma a “Russian Tour” abbiamo la tradizione di fare nei gruppi una sorta di sondaggio finale. Il risultato è stabile da anni, e più o meno si assesta sempre sul 60 per cento che preferisce San Pietroburgo e il 40 per cento che dice di aver apprezzato di più Mosca. Detto questo, sono bellissime entrambe, e, secondo me, Mosca oggi è una metropoli che, sotto una vasta serie di parametri di qualità della vita e dei servizi, non ha pari in Europa e forse nel mondo. Ma, per giudicare, bisogna andare in Russia e vedere la realtà locale con i propri occhi!

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