L’ampio centro di San Pietroburgo è per lo più costituito da palazzi risalenti all’epoca pre rivoluzionaria (XIX e inizio XX secolo). La notevole bellezza di questi edifici non si limita all’aspetto esteriore, ma riguarda anche la struttura interna. Eleganti ingressi principali (detti “paradnye”) e scalinate maestose colpiscono l’immaginazione di chi vi entra, anche oggi che molti di questi palazzi sono sinceramente fatiscenti.
“Parádnye” (“парадные”; al singolare: “parádnaja”; “парадная”) è un termine specifico che si usa a San Pietroburgo per gli ingressi delle case (nel resto della Russia si usa la parola “podjézd”; “подъезд”). Il termine è sopravvissuto fino a oggi dai tempi in cui San Pietroburgo era la prima città dell’Impero; la capitale dove vivevano tutti gli uomini d’alto rango, la Corte e le persone più ricche del Paese. Le grandi scale erano splendidamente ornate da modanature, vetrate, bassorilievi e sculture. Carrozze di lusso arrivavano alle “paradnye” per portare i proprietari ai gran balli in società. Mentre le scale di servizio, dette “chjornye” (ossia “nere”) erano utilizzate dalla servitù.
A San Pietroburgo ci sono così tanti edifici storici che le autorità cittadine non riescono a far fronte alla loro riparazione e al loro restauro. Eppure, molti residenti amano vivere nelle vecchie case, anche in quelle che stanno cadendo a pezzi. E c’è chi si è impegnato in prima persona nel loro restauro. Ecco alcune delle più belle paradnye di San Pietroburgo.
Quando i bolscevichi salirono al potere, nel 1917, abolirono la proprietà privata delle abitazioni. Nelle case degli ex signori iniziò il cosiddetto processo di “uplotnenie”; “compattazione”. Si trattava di popolare di inquilini gli appartamenti senza il consenso degli ex proprietari. È così che il nuovo governo cercò di risolvere il problema della mancanza di alloggi per gli operai e i contadini che si trasferivano nelle città.
Se prima della “compattazione” una famiglia ricca poteva occupare fino a 15 stanze, dopo la compattazione diverse generazioni di una stessa famiglia potevano vivere in una singola stanza di un appartamento. Il periodo post-rivoluzionario causò gravi danni alla decorazione delle “paradnye”. Contadini e operai spesso trattavano gli elementi interni senza troppe attenzioni, considerandoli una reliquia del passato. In seguito la città fu gravemente danneggiata anche durante la Seconda Guerra Mondiale e il terribile e lunghissimo assedio nazista.
Questa casa fu costruita per il commerciante Ernst Junker, ma presto venne acquistata da Marija Kelmejer. È noto che l’edificio è stato utilizzato come sede delle Ferrovie di Vladikavkaz e come negozio di musica. Oggi vi si trovano diversi piccoli alberghi e un ristorante.
L’edificio conserva vetrate originali, una grande stufa all’ingresso e bassorilievi che simboleggiano le stagioni. L’accesso all’edificio è gratuito e il giovedì, alle 19, vengono organizzate visite guidate.
In alcune case si sono conservate cariatidi e atlanti, come ad esempio nella casa “dokhodnyj” (“da reddito”; cioè costruita per dare in affitto i vari appartamenti, sul modello dell’Immeuble de rapport francese) di Vladislav Kraevskij. Qui, nel suo appartamento, nel 1885, fondò il primo club russo di sport e lotta.
La casa è nota anche come Villa Neidgart. Non lontano da questa casa si trova l’omonimo palazzo, dove si girano film e si tengono eventi festivi. Le case appartenevano però a dei Neidgart diversi.
Gli abitanti della città soprannominarono questa paradnaja “romashka” (“camomilla”) per la combinazione di pareti gialle e soffitto bianco. Il vano dell’ascensore, che si vede nella foto, è rimasto vuoto per molto tempo: l’ascensore non si è preservato. Ma alcune fonti indicano che un tempo nella casa fosse installato il primo ascensore a vapore di San Pietroburgo.
È possibile entrare pagando 130 rubli alla portineria.
La casa fu costruita secondo il progetto dell’architetto Jakov Gerwitz per la società per azioni “Stroitel”. Dopo la Rivoluzione, la casa fu abitata principalmente dalla nomenclatura e dall’intellighenzia sovietica: il capo dell’Nkvd locale, il rettore dell’Università di Leningrado, artisti e scrittori vari.
Nella casa sono state girate alcune scene del film cult “Brat” di Aleksej Balabanov.
In alcune case si sono conservati anche i più piccoli dettagli degli interni come piedini delle scale sagomati e bassorilievi.
Questa casa era di proprietà di Grigorij Eliseev, un rappresentante della famiglia di mercanti Eliseev. Possedevano una fabbrica di dolciumi, negozi e botteghe.
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