Quali sono i nove più grandi choc culturali per i turisti che visitano la Russia

Global Look Press, Russia Beyond
Dal clima ai taxi, dalla prima babushka incontrata alla bellezza delle donne, dalla polizia ai prezzi e alla lingua, ecco tutto quello che impressiona di più durante il primo viaggio russo

1 / Il meteo

“Venendo da un paese tropicale, le Filippine, sono arrivata in Russia a metà gennaio senza neanche un cappotto. Ho sottovalutato l’inverno russo. È stato surreale.” (Amara Porneso)

“Beh, non è proprio una cosa ‘culturale’, ma per me il clima è stato la vera sorpresa. Mia madre e io ridiamo ancora oggi di come lei mi abbia fatto mettere in valigia solo pantaloni lunghi caldi, quando sono andata in Russia a studiare d’estate, perché “la Russia è fredda”. Già, come no? Era il 2010, quando Mosca finì in un’ondata di caldo record, con le temperature più alte dagli anni Trenta in poi. Non avevo sandali, gonne, niente pantaloncini corti… e a scuola non c’era l’aria condizionata !!! Non è stato troppo divertente.” (Christine Wingate)

“Stranamente, in Russia stavo meglio che a casa. Immagino sia perché era estate.” (Chamara Sumanapala)

2 / Le donne

“Sono rimasto sbalordito dalla bellezza delle donne russe, finendo per sposarne una. Dopo due bambini va ancora alla grande. Non ci ho pensato su troppo: mi sono sposato il terzo giorno del mio primo viaggio.” (Shaukat Ali Khan)

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3 / I taxi

“Sono saltato al volo nella macchina sbagliata (pensavo fosse il mio Uber Black) e l’autista mi ha puntato una pistola. Si era spaventato :)” (Onur Çakır)

“Ho amato ogni singolo momento!!! L’autista Uber ha urlato contro la polizia e gli ha pure mostrato il dito medio: eravamo scioccati! Non è stata la migliore esperienza al momento, ma ora possiamo riderci su. Tutti sono stati gentili e disponibili, torneremo in Russia!” (Tanya Boshoff)

“Il mio autista mi ha rimproverato perché avevo allacciato la cintura di sicurezza. Inoltre, il mio interprete mi ha detto di non sorridere così tanto.” (Marla Camp)

“Il tassista si è perso così tanto per le strade di Kaliningrad, che a forza di girare ha dovuto fare benzina.” (Pierre Kaalum)

4 / La Polizia

“La prima volta è stata 14 anni fa. Stavo scattando foto nella metropolitana e due poliziotti sono venuti verso di me. Mio figlio all’epoca aveva 12 anni e prese rapidamente il suo portafoglio e chiese “Quanto?”, Pagò e noi andammo via…”(Maite Plimmer)

“Sono stato detenuto alla Lubjanka per cospirazione e spionaggio politico perché stavo scattando stupide foto urbane vicino al Cremlino di Mosca…” (Federico Fortini)

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5 / Le persone amichevoli e gentili

“Mi sono svenuto a Kazan e ho perso il mio passaporto. L’ho trovato il giorno dopo, però, grazie ad alcune persone meravigliose! ”(Vijjy Ademane)

“Ho viaggiato in Russia con mio marito in moto per un mese (da Zagabria, in Croazia, fino a Ekaterinburg). È stato uno dei mesi migliori della mia vita. Prima della partenza tutti ci dicevano che ci avrebbero rubato la motocicletta e noi saremmo stati picchiati / derubati / uccisi / inserendo nella storia vari miti e leggende metropolitane. Ma quello che abbiamo trovato è stato un sacco di gente cordiale, curiosa e accogliente lungo tutto il percorso.

Non mi aspettavo che ci sarebbe potuto succedere qualcosa di brutto (se lo avessi pensato, non ci sarei mai andata) ma ciò che abbiamo vissuto è andato oltre ogni aspettativa: non una persona che ci abbia guardato in modo minaccioso! Sono rimasta sorpresa dall’atteggiamento molto diretto e onesto. I russi  si avvicinavano, chiedendo da dove venissimo, perché eravamo a 3.000 km da casa, e alcuni di loro ci hanno aiutato a trovare un posto dove dormire, ci hanno indirizzato verso posti dove mangiare o addirittura ci hanno offerto di mangiare nelle loro case. Non mi sono mai piaciuti i pregiudizi e le conclusioni superficiali basati sui miti, e dopo questo viaggio li odio ancora di più!” (Ivana Lazićka Lazić)

6 / Le babushki

“È stato a San Pietroburgo lo scorso anno che ho fatto il mio primo incontro con una babushka russa, in filobus. Mi sono alzato per farla sedere, ma lei ha rifiutato e mi ha detto che era abbastanza forte”. (Muhammad Fitrah Kholillullah)

“Ero a San Pietroburgo con mio marito e abbiamo sentito una vecchia babushka gridare come una forsennata a dei gatti randagi che erano di fronte al nostro edificio. Ho chiesto cosa dicesse l’anziana e, a quanto pare, li stava rimproverando perché se ne stavano fuori sotto la pioggia!!!” (Ludmila Abusin)

“Quattordici ore di viaggio di ritorno da Kazan a Mosca in un vagone. Cinquanta persone una accanto all’altra. Fuori -30 ma dentro +30. Faceva così caldo! Alla fine il provodnik ha capito che l’aria era irrespirabile e ha aperto la porta esterna, per abbassare po’ la temperatura. Si stava appena iniziando a stare un po’ meglio, quando una piccola babushka gli si è avvicinata e ha iniziato a gridargli qualcosa in russo, e lui ha chiuso la porta. Ho chiesto al mio amico russo cosa avesse detto la vecchia, e lui ha risposto che era preoccupata che suo nipote potesse cadere sui binari. Erano le 3 del mattino! Perché il bambino non dormiva!? Ho sofferto fino a Mosca.” (Joe Dunne)

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7 / La lingua

“Le persone alla fine sono simili a te, mangiano come te, si vestono come te, fanno le stesse cose che fai tu, ti senti così tanto a casa… ma poi parlano…” (Andrea M. Bolognesi)

“Ho comprato del succo di pesca in un negozio e dell’acqua naturale… tutto era scritto in russo e non ho prestato attenzione, quando li ho aperti erano yogurt al gusto di pesca e acqua frizzante.” (Imtiaz Ujan)

“Conto le stazioni che mancano alla mia fermata. È snervante. Ma è impossibile leggere una sola parola. “(Elaine Meyer)

“Memorizzo le stazioni della metropolitana dalle loro decorazioni, perché non ho idea del nome” (David Robb)

“Quando ho ordinato un drink a Mosca, ho fatto del mio meglio per ordinare in russo, la cameriera mi ha squadrato e ha detto ‘oh please talk English!’” (Brigitte Franken)

“Mi sono trasferita a Tjumen dieci anni fa e ricordo di aver sbattuto le braccia come fossero le ali di un pollo per comprarne uno, dato che non molti parlavano inglese. Ho adorato Tjumen, perché era sia bella sia una vera avventura esotica per un’australiana” (Sarah Prunster)

“Ho soggiornato con la famiglia di mia nipote in Russia e usavo Google Translate per comunicare. Non infallibile, visto che traducendo il menù della, mi diceva che si trattava di un piatto di testicoli! Ero dubbiosa ma ho sorriso e ho detto: OK, proviamo. Fortunatamente erano uova.” (Donna Nicoll)

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8 / I Prezzi

“Non riuscivo a credere quanto poco costassero le cose lì. Ho pensato che ci fosse un errore di stampa nel menù del primo ristorante dove sono andato.” (Siobhán Walker)

“Agosto 1998, ero andato a farmi una pinta in un pub irlandese, pagandola 12 rubli, dopo poco ne ho ordinata un’altra, il doppio del prezzo. Perché? Proprio in quel momento Eltsin aveva fatto una dichiarazione sul debito russo e il rublo era crollato”. (Matthew Dikmans)

9 / La Politica

“Il più grande choc culturale è stato il fatto che i russi non sono assolutamente felici di essere interrogati sulla politica (ero una studentessa di Scienze politiche durante le elezioni del 2012… ed ero un po’ troppo interessata alla questione). Mi sono resa conto che venivo percepita come scortese quando chiedevo alla gente se e per chi avrebbe votato (anche a quelli che studiavano con me), quindi ho smesso di farlo. In retrospettiva, era super ovvio, ma ero un po’ ingenua e un po’ troppo appassionata per capire subito questo aspetto”. (Sophie Daoust)


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