Il lago Mogilnoe, situato sull’isola Kildin, nel mare di Barents, nella Russia nord-occidentale, sta subendo gravissimi cambiamenti. Lo riferisce l’Università statale Artica di Murmansk.
Questo specchio d’acqua è da sempre luogo di grande interesse scientifico, poiché è caratterizzato da diversi strati acquatici separati: acqua dolce in superficie, acqua salata nella parte centrale e uno strato di idrogeno solforato velenoso più in profondità. La sua composizione fisico-chimica e le sue caratteristiche biologiche sono rimaste fino ad ora immutate, ma negli ultimi decenni gli studiosi hanno notato gravi cambiamenti: l’acqua dolce della superficie è quasi scomparsa, mentre si sta registrando un importante aumento dello strato tossico.
“Si tratta di cambiamenti gravi, il lago sta perdendo la propria unicità – denuncia Pyotr Strelkov, responsabile del progetto scientifico e organizzatore dell’ultima spedizione sull’isola Kildin -. Questo lago è l’habitat naturale di specie animali e vegetali uniche: qui, ad esempio, vive una specie unica di merluzzo (il Gadus morhua kildinensis) che si è adattato ad esso. Ma a seguito dei cambiamenti in corso, la sua biodiversità è seriamente compromessa”.
Secondo Strelkov, ciò deriverebbe dal prosciugamento dell’affluente di questo lago, che purtroppo rischia di meritare del tutto il nome “Mogilnoe”, che in russo significa “sepolcrale”.
La sezione russa del Wwf ha lanciato ripetuti allarmi sulla necessità di uno speciale status di protezione del Lago Mogilnoe, oltre a quello già attivo di riserva federale. Gli scienziati cercano di capire il lago da più di 200 anni, ma molte delle sue peculiarità sono ancora in attesa di una spiegazione.
Se volete saperne di più su questo lago unico al mondo, cliccate qui
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email