La gente del posto lo chiama il Lago Dolce (Sladkoe Ozero). Ma più che a un lago, assomiglia a un acquitrigno. Qui non ci vivono i pesci e le sue acque non sono limpide e trasparenti. A quanto pare fino a poco tempo fa nessuno aveva mai prestato particolare attenzione a questo misero specchio d’acqua nella regione di Novosibirsk, non lontano dal confine con il Kazakhstan; almeno fino al momento in cui Mosca non ha rivalutato, nelle settimane scorse, il confine tra i due Paesi, finendo per consegnare il lago ad Astana, capitale del Kazakhstan.
Ma qual è la ragione alla base di questa scelta? Per diversi anni buona parte del Lago Dolce apparteneve al Kazakhstan e sulle sue acque passava la frontiera tra i due Paesi. Ma col trascorrere del tempo le acque si sono ritirate, soprattutto sul versante russo, facendo sì che lo specchio d’acqua ora si trovi quasi completamente nel terriorio kazako.
Ovviamente la decisione è stata accompagnata da varie polemiche, alimentate sui social network da coloro che non si dicono d’accordo nel “concedere gratuitamente dei laghi al Kazakhstan”, così come ha scritto un utente.
Tuttavia l’autunno e l’inverno sono quasi alle porte e c’è chi si chiede se, con l’arrivo delle piogge e dei ghiacci, la circonferenza del lago possa nuovamente aumentare, restituendo una parte di questo specchio d’acqua alla Russia.
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email