La Baschiria offre un'ampia scelta di svago all'aria aperta (Foto: Emmanuel Grynszpan)
Lentamente, ma inesorabilmente, il popolo baschiro prende coscienza della propria identità nazionale all’interno della Federazione Russa. Il turismo è diventato per un numero crescente di uomini d’affari il mezzo per valorizzare il patrimonio regionale e accelerare il ritorno alle origini.
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“Tutto ha avuto inizio con il desiderio di rendere omaggio ai miei avi, - confida l’imprenditore Mars Yulbarissov. - L’idea mi è venuta dopo aver creato un monumento alla memoria di un mio antenato di sette generazioni fa, Kijnzya Arslanov. Ho pensato che era necessario trasmettere questa storia ai miei figli e mentre lo facevo mi sono reso conto poco alla volta che era utile e indispensabile far conoscere la nostra storia al maggior numero possibile di persone”.
Il popolo baschiro, seminomade e islamizzato dal XX secolo, si è insediato per lo più a Sud dei monti Urali. I baschiri si vantano di essere l’unico popolo dell’impero a non essere stato asservito. Ormai è dalla tirannia del petrolio (il 60 per cento dell’economia locale) che devono affrancarsi. E altrettanto necessario è diversificare prima che sia troppo tardi.
Paesaggio tipico del Sud della Baschiria (Foto: Emmanuel Grynszpan)
Mars Yulbarisov ha fatto fortuna nel settore ferroviario e ha deciso di reinvestire tutti i suoi risparmi in un ambizioso progetto di costruzione di vari centri turistici: un villaggio vacanze per i clienti più facoltosi, disposti a spendere duemila dollari a notte, e un albergo di 50 camere per il grande pubblico. “Nel progetto in cinque tappe del villaggio vacanze ho già investito 300 milioni di rubli (sette milioni di euro)”.
Il distretto di Burziansky, dove abitavano i suoi antenati, offre paesaggi splendidi (è soprannominato “la Svizzera russa”), nonché fauna e flora tali da attirare gli appassionati di natura incontaminata più esigenti. Lungo il fiume si trova la grotta di Kapova, che misura tre chilometri di lunghezza e contiene alcuni imperdibili affreschi rupestri risalenti al Paleolitico (14.500 anni fa).
La Baschiria non è citata nella Bibbia, ma di sicuro è la “repubblica di Cana” della Federazione Russa: latte e miele vi scorrono a fiumi. Anche il petrolio, naturalmente, ma questa è un’altra storia. La Baschiria ha il record in Russia della produzione di latte e il suo miele è, con quello dei monti Altaj, il più rinomato. Tutti questi tesori nascondono un segreto ben custodito. Chi sogna di passare le sue vacanze in Baschiria?
Per il momento, soltanto i baschiri. “I nostri concorrenti principali sono l’Egitto e la Turchia (destinazioni preferite dai russi), - spiega Ural Khaliullin, antesignano del turismo nella sua regione. “L’80 per cento dei nostri turisti sono baschiri, gli altri arrivano dalle regioni vicine e solo il 2-3 per cento da Mosca o dall’estero”.
Uno dei più grossi freni allo sviluppo locale del turismo è la mancanza di infrastrutture e di trasporti. Le strade sono in cattivo stato. Per raggiungere il distretto di Burzianski dall’aeroporto di Ufa, occorrono come minimo tre impegnative ore di strada.
Una famiglia di apicoltori (Foto: Emmanuel Grynszpan)
Quando gli si chiedono informazioni sul miglioramento della rete stradale, il capo del governo baschiro Rustem Khamitov ammette che i 500 milioni di euro spesi ogni anno non risolveranno tanto presto i problemi. “Non possiamo aumentare le tasse, ma ci rivolgiamo a ditte di costruzioni più competenti che in passato”. Il governatore tuttavia si mantiene prudente in merito allo sviluppo del turismo: “Non innescherà grandi cambiamenti nei prossimi cinque anni”.
Mentre le autorità si sforzano di calcolare le prospettive legate al turismo, un gruppetto di imprenditori mette già i primi paletti. “Noi facciamo affidamento sul programma federale per lo sviluppo del turismo, che in linea di principio deve farsi carico del finanziamento delle infrastrutture per i progetti migliori”, osserva Yulbarisov. Lui e i suoi colleghi sanno che tutto ciò rischia di far sprecare molto tempo. E quindi è indispensabile armarsi di santa pazienza. Oppure rassegnarsi a fare tutto da soli!
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