La spiritualità moscovita che conquistò il Nord

Il Monastero del Salvatore-Prilutsky, nella regione della Vologda (Foto: William Brumfield)

Il Monastero del Salvatore-Prilutsky, nella regione della Vologda (Foto: William Brumfield)

Visita al Monastero del Salvatore-Prilutsky, nell'oblast di Vologda, importante centro di devozione ortodossa e monumento storico

Baluardo un tempo dello Stato moscovita nella Russia settentrionale, il Monastero del Salvatore-Prilutsky oggi è sia un monumento storico sia un centro di devozione. Sotto molti punti di vista, il XIV secolo fu determinante per la formazione dello stato moscovita che sarebbe diventato il cuore della Russia.

Uno dei risultati di maggiore importanza fu lo sviluppo di istituzioni monastiche che non soltanto migliorarono la propagazione della fede e la ricerca della dimensione spirituale nella vita, ma portarono anche avanti gli interessi del principato di Mosca in qualità di difensore primario dell’ortodossia russa. Nel 1325 il capo della Chiesa, il Metropolita Pietro, trasferì la propria residenza da Vladimir a Mosca, con una decisione  che rafforzò enormemente la leadership politica e spirituale di Mosca.

Questi monasteri acquisirono una particolare rilevanza nel settentrione russo scarsamente abitato. Tra i primi centri monastici settentrionali ci fu quello del Salvatore-Prilutsky (meglio noto come Spaso Prilutsky), situato nei pressi di un’ansa del fiume Vologda, a Nord dell’omonima cittadina. Con ogni probabilità fu fondato agli inizi degli anni Settanta del Trecento dal venerabile Dmitri Prilutsky, uno dei sostenitori  più strenui e  attivi nel nord dell’ortodossia.

I bambini e i giovani di Prilutsky erano in stretti rapporti con la città di Pereslavl-Zalesskij, dove egli divenne monaco nel Monastero della Dormizione Goritsky. Nel 1350 e negli anni seguenti fu in stretti rapporti sia con Sergius di Radonezh sia con il principe di Mosca Dmitri Ivanovich (Donskoi).

Avvertendo la chiamata a dar vita a un proprio centro di meditazione spirituale, Dmitri ricevette da Sergius il consiglio di trasferirsi nelle foreste settentrionali insieme al monaco Pahomy e intraprese così l’ardua impresa di crearvi un avamposto monastico.

Pare che questa impresa godesse del sostegno del principe Dmitri Ivanovich, che intendeva farne uno dei primi bastioni della Mosca ortodossa nei territori del Nord attorno al Vologda. Il monastero di Prilutsky godette anche dell’appoggio del principe Vasiliji III, che lo visitò in pellegrinaggio in compagnia di sua moglie Elena Glinskaia nel 1528.

L’edificio originale del monastero fu eretto con tronchi d’albero, compresa la chiesa principale dedicata alla Processione del Legno Prezioso della Croce del Signore che dà la vita. Dopo essere andata distrutta nel corso di un incendio, la cattedrale del Salvatore – questo il nome con il quale è nota – fu ricostruita in mattoni tra il 1537 e il 1542, con un considerevole aiuto da parte di Mosca.

Nel 1541 il principe Ivan IV, in seguito noto come Ivan il Terribile,  con un decreto esonerò il monastero dal pagamento di qualsiasi imposta per un periodo di cinque anni. Ivan stesso visitò il monastero nel 1545, e da lì in poi lo tenne sempre sotto la sua protezione.

In conseguenza di questa protezione, la Cattedrale del Salvatore del Monastero Prilutsky divenne la prima grande struttura in muratura della regione di Vologda. Simile come impianto ad altre chiese provinciali che ricalcavano le cattedrali moscovite, la Cattedrale del Salvatore ha anche alcuni dettagli molto particolari che la collegano alle chiese settentrionali del XV secolo come la Cattedrale della Dormizione (1497) presso il Monastero di San Cirillo-Belozersk e la Chiesa della Natività della Vergine (1490) del Monastero di Ferapontov.

La Cattedrale del Salvatore si erige su un alto basamento, che ospita anche un’altra chiesa destinata per lo più alle celebrazioni nel periodo invernale. Questa chiesa sorge a un livello inferiore e ha cinque altari, due dei quali dedicati a San Demetrio e a San Sergio. Le mura esterne si elevano in due file di frontoni ricurvi (zakomary), con un duplice uso strutturale e decorativo. L’intera struttura è coronata da un insieme di cinque tamburi e cupole che conferiscono all’edificio un’armoniosa verticalità.

All’interno, la Cattedrale del Salvatore, dalle pareti imbiancate a calce e mai affrescate, possiede una sua austera monumentalità. Quattro grandi pilastri salgono fino alle volte a mensola reggenti i timpani della cupola. Oggi l’interno vanta una nuova iconostasi di dimensioni impressionanti. I suoi altari sono dedicati alla Processione della Croce e alla Trasfigurazione del Salvatore.

In alto, una galleria percorre la cattedrale lungo tutto il suo perimetro e conduce all’angolo sudorientale del refettorio del monastero e alla Chiesa della Presentazione, costruita verso la fine degli anni Quaranta del Cinquecento. La chiesa culmina in una piramide di timpani decorativi e un’unica cupola. Il complesso monastico centrale è completato da un campanile, ricostruito nel 1729-1730 su una base del XV secolo.

Sul lato settentrionale del monastero c’è la Chiesa dell’Ascensione, eretta tra il 1584 e il 1590 e originariamente dedicata a San Teodoro Stratilates, protettore dello Zar Fëdor, che regnò dal 1584 al 1598.

Alla morte di Fedor, la dinastia Riurikovich si estinse e il periodo che seguì divenne noto con il nome di Periodo dei Torbidi. In questo periodo il monastero del Salvatore-Prilutsky subì parecchie conseguenze: nel 1612 fu saccheggiato dai soldati polacchi e da malviventi cosacchi, e fu oggetto di  altre razzie nel 1615 e nel 1619.

Tenendo presente tutto ciò, il Monastero di Prilutsky ricevette fondi statali per procedere alla costruzione di massicce mura di mattoni e cinque torri, ultimate nel 1656. Nel XVIII e XIX secolo, all’interno di queste mura furono erette altre chiese, altri chiostri e un ambulatorio.

Nel 1924 il Monastero del Salvatore-Prilutsky fu chiuso a causa della grande campagna contro la religione. Negli anni Trenta, il complesso monastico fu trasformato in un centro di detenzione molto affollato per i contadini le cui terre erano state espropriate per la collettivizzazione dei terreni agricoli, spediti al nord con “ricollocazioni” forzate. Dopo la morte di Stalin avvenuta nel 1953, il complesso monastico poco alla volta fu restaurato e divenne un centro culturale e storico, fino a entrare a far parte  nel 1979  del Museo statale di Vologda.

Nel 1962 il monastero si è arricchito con la ricostruzione dell’antica Chiesa di tronchi della Dormizione dal monastero Alexander Kutschy da tempo abbandonato e situato nei pressi del lago di Kubenskoe nella provincia di Vologda. Benché da alcuni riferimenti contenuti in antichi manoscritti alcuni abbiano tratto la convinzione che la struttura risalisse al 1519, altri esperti presumono che nella sua forma attuale sia stato ricostruito più volte e probabilmente risalga alla fine del XVII secolo.

Nel 1990-91 il Monastero del Salvatore-Prilutsky è stato restituito alla Chiesa ortodossa, che ancora oggi ne mantiene con cura gli  edifici storici. Il monastero riveste un ruolo attivo molto importante nella vita spirituale contemporanea della regione di Vologda, pur continuando a essere  uno dei più grandi tesori culturali e architettonici della Russia del Nord.

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