Sette torri di vetro fendono la nebbia: è Grozny-city, il centro d’affari che sorge in mezzo alla città di Grozny. Accanto ci sono gli edifici governativi e la moschea, una delle più belle di tutta la Russia. Ancora cinque o sei anni fa nella Repubblica cecena si combatteva, la capitale era in macerie, le montagne in mano ai guerriglieri; oggi invece la vita qui scorre tranquilla.
Stiamo andando nel paese di Veduchi, nel distretto di Itum-Kalinskij, a 80 chilometri da Grozny, dove stanno costruendo il complesso sciistico “Veduchi”, un ambizioso progetto di Ruslan Bajsarov, imprenditore ceceno miliardario con la missione di attirare masse di turisti nella Repubblica.
Superficie: 800 ettari
L’area sciistica si collocherà sui pendi settentrionali dei rilievi del Daneduk. La vetta più alta è di 3.500 metri
Dislivello: 2.600 metri
Numero di piste: 19; 4 livelli di difficoltà
Lunghezza complessiva delle piste: 46,4 chilometri
Discesa più lunga: 12,7 chilometri
Numero di ski-lift: 9
Distanza dall’aeroporto di Grozny: 70 chilometri (1 ora e mezzo di viaggio)
Ski-pass: da 300 a 800 rubli (7,50-20 euro); una giornata costerà circa 3.000 rubli (75 euro) a persona
Data prevista del termine dei lavori: 2015
Veduchi è a circa un’ora di strada da Grozny. In realtà è ancora presto per parlare di strade: fuori città finisce l’asfalto e inizia un tratto impraticabile. Sul ciglio, macchinari per le costruzioni stradali sono disseminati un po’ qua, un po’ là. Se si dà credito alle parole di Ruslan Bajsarov il tratto da Grozny a Veduchi verrà terminato nel corso del 2013.
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Passiamo la gola di Argunsk; fuori è nuvolo, le montagne sono avvolte da una nebbiolina. Nella testa scorrono frammenti di reportage sugli spietati combattimenti del 2000 tra le rocce. Adesso è la fauna locale a rompere la quiete di quei luoghi. Il conducente fa l’elenco: “Qui abbiamo orsi, lupi, cinghiali, lepri”. Per strada incontriamo soltanto le lepri, oltre a qualche ceceno armato di mitra: sorvegliano il cantiere e gli accessi.
Dopo un’ora ci fermiamo di fronte a una grande casa di pietra con il tetto curvo. Dall’abitazione ci viene incontro il padrone dello chalet, Ruslan Bajsarov; indossa un giubbotto con il logo dell’impianto. Dopo aver dato ai giornalisti il tempo di guardarsi intorno e scaldarsi con un infuso di olivello spinoso, il miliardario si mette a raccontare del progetto e risponde alle domande, chiaramente soddisfatto di come procede lo scambio.
Secondo i piani, a Veduchi dovrebbe essere costruita una grande struttura alberghiera, più 20 chalet in stile architettonico nazionale, 19 piste da sci di vari gradi di difficoltà, 9 ski-lift e altre piacevoli strutture turistiche come un centro spa o una piscina all’aperto riscaldata. Per quanto riguarda le tempistiche il signor Bajsarov parla di circa tre anni e mezzo, quattro, rivelando però con sicurezza il budget – 15 miliardi di rubli – e la portata della futura stazione sciistica: 4.800 villeggianti tutti in una volta.
La società russa di ricerca e produzione “Mostovik” si occupa della costruzione. Bajsarov rimane vago sulla possibile partecipazione di compagnie straniere al progetto: “Sono in trattativa con quattro imprese. Avremo sicuramente un operator da Occidente, per noi è essenziale, sia per attrarre i turisti sia per i servizi da offrire. Ma non noto alcuna reazione negativa per il fatto che si tratti della Cecenia e del Caucaso, non vedo niente di simile”, aggiunge, anticipando le domande dei giornalisti sull’immagine negativa della Repubblica, venutasi a creare dopo le due sanguinose guerre cecene. Citando lo stesso Bajsarov “la sicurezza nella regione deve essere garantita dal suo capo”, ovvero Ramzan Kadyrov, amico stretto dell’imprenditore.
Alla domanda di Russia Oggi sul motivo per cui i turisti, dovendo scegliere tra Meribel e Veduchi, dovrebbero optare per il secondo, il miliardario ceceno risponde semplicemente: “Gli sportivi non fanno differenze su dove sciare. Non credo si pongano la domanda se sia o meno in Cecenia”. Probabilmente, il fascino esotico e il colorito nazionale del luogo saranno i principali elementi d’attrattiva per i turisti stranieri.
L'obiettivo è attirare turisti stranieri, soprattutto tra i praticanti di sci estremo (Foto: Vladimir Stakheev/Russia Oggi)
Soddisfatta la curiosità dei giornalisti, Bajsarov invita tutta a salire per due chilometri, dove è pronta la prima pista da sci. Ci dividiamo in quattro Ural blindati (pesanti autocarri con le sbarre ai finestrini, utilizzati dalla polizia per trasportare i detenuti, ndr). L’originale scelta del mezzo di trasporto diventa oggetto di battute per tutte le due ore di viaggio.
La colonna di autocarri si arrampica lentamente, ma con ostinazione lungo la stretta mulattiera, la cui larghezza è in alcuni tratti esattamente quella dell’auto. Per prendere le curve i conducenti sono costretti ogni volta a fermarsi, andare in retro e girare il volante fino in fondo. Per lo sbalzo di pressione le orecchie si chiudono, per la bellezza del paesaggio manca il respiro. Il giorno prima nello stesso modo avevano portato fino in cima rider di vari Paesi che hanno acconsentito a testare la pista ed esibirsi durante la presentazione del progetto.
Arrivati in vetta, ringraziamo mentalmente Dio per essere sopravvissuti. Ci guardiamo intorno e facciamo in coro una domanda: e la neve dov’è? Secondo il progetto, la stagione sciistica di Veduchi dovrebbe durare 6 mesi, da novembre ad aprile; siamo a marzo e l’unico posto in cui si vede la neve è un piccolo pendio artificiale per lo sci estremo.
Chi ha provato gli impianti in via di realizzazione se ne dice soddisfatto (Foto: Vladimir Stakheev/Russia Oggi)
“È una cosa normale, capita in montagna -, ci tranquillizza Sean Butler, un atleta ventisettenne del Canada, uno dei rider invitati. - Qui mi piace molto. Quando costruiranno la funivia sarà tutto più facile. La Cecenia? Cos’è la Cecenia? Da noi sono in pochi a saperne qualcosa”.
Ai giovani appassionati di sci estremo il complesso ancora in via di costruzione piace già. “Sto facendo un film sulla Cecenia - ammette Maksim Kruglov, il miglior sciatore della Russia, che ora ha deciso anche di cimentarsi nello snowboard. - Qui mi piace tutto. Quando mia mamma ha scoperto che andavo in Cecenia si è spaventata a morte. Come? In Cecenia?!, ma l’ho tranquillizzata dicendole che qui è tutto tranquillo e nessuno spara”. La madre ha creduto a Maksim. Faranno lo stesso con Ruslan Bajsarov anche le decine di migliaia di turisti su cui l’imprenditore fa affidamento?
Il ritorno trascorre discutendo quanto si è visto. Le domande sono aumentate rispetto a quando siamo partiti: come hanno fatto a portare in cima così tante attrezzature? In un anno riusciranno a costruire la strada? Chi andrà in Cecenia a sciare? Per ora di certo c’è soltanto una cosa: la prossima tappa dell’ambizioso progetto sarà presentata nell’estate 2013.
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