Se le start up rianimano le vecchie fabbriche

Archpole produce sedie, tavoli e arredamento per una clientela di fascia media.

Archpole produce sedie, tavoli e arredamento per una clientela di fascia media.

Ilya Nodiya
I nuovi artigiani, in Russia, sposano la qualità: il momento congiunturale resta difficile, ma sono numerosi i giovani che si lanciano nel business puntando a coniugare saperi antichi e capacità di innovazione

Negli ultimi anni dozzine di piccoli imprenditori sono spuntati all'improvviso nelle fabbriche e nei capannoni abbandonati di tutta la Russia, dove hanno iniziato a dar vita a progetti di design in precedenza "coltivati in casa", riuscendo a trarne un certo profitto. Ora però vogliono di più, ambiscono ad esempio a recuperare le abilità manifatturiere perdute, riposizionando quindi il Paese sulla mappa dei prodotti di esportazione di qualità.

Tutto, per Konstantin Lagutin e Anna Sazhinova, è iniziato armeggiando in cucina con un seghetto e dei pezzi di legno. I due giovani architetti avevano appena completato gli studi e conducevano una vita modesta, occupandosi di interior design a Mosca, quando, a un tratto, si son resi conto che nessuno era in grado di fabbricare quello che loro cercavano. E così han deciso di rimboccarsi le maniche e di tagliare, trapanare e martellare le proprie innovazioni da soli. Oggi lavorano con una squadra di 30 persone nel loro negozio di mobili chiamato Archpole. Situato in un'ex fabbrica di lampade nella capitale, produce sedie, tavoli e cassettiere e ha come clientela di riferimento la classe media con il gusto per l'esteticità e la qualità degli ambienti, un segmento in crescita all'interno della popolazione russa. I due progettisti non si vedono come dei "crociati solitari", bensì come parte di una nuova onda che sta acquistando impeto in Russia in uno spettro ampio di territori e di produzioni.

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Un altro esempio è il Fuga-Russia team, che combina acume per il business con la qualità consolidata di una larga gamma di accessori per la casa realizzati in quercia, assicurandosi così il posto sugli scaffali della catena di supermercati Globus Gourmet. La co- fondatrice, Zhanna Osmanova, ha avuto esperienze nel campo degli investimenti e delle pubbliche relazioni a Mosca, ma un giorno si è ritrovata a volere di più. Quindi ha cominciato a realizzare taglieri in quercia. “Abbiamo deciso di produrre in Russia, anche se è più difficile che altrove”, racconta. Nonostante il diminuito potere di acquisto della popolazione, il business va bene: dopo sei mesi di attività, sono già arrivati i profitti.

L'obiettivo di iniziative come queste è non lasciare disperdere le abilità artigianali che si sono tramandate nel tempo, ma aggiungervi tecniche innovative, frutto dell'evoluzione tecnologia e delle capacità di comunicare con il mercato. Segno che le nuove leve dell'imprenditoria russa non si lasciano scoraggiare dalla congiuntura negativa.

L'articolo è stato pubblicato sulla versione cartacea di Rbth del 29 ottobre 2015

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