Pietro, dalla divisa all'agriturismo

Pietro Mazza e la moglie Zhanna nel loro agriturismo (Foto: Kommersant Photo)

Pietro Mazza e la moglie Zhanna nel loro agriturismo (Foto: Kommersant Photo)

Oltre quindici anni fa la decisione che ha cambiato la vita di Pietro Mazza: lasciare l'Italia dove era poliziotto e comprare una piccola fattoria a 180 chilometri da Mosca

Fino a sedici anni fa Pietro Mazza era un uomo in divisa. Un poliziotto, sezione antimafia. Con alle spalle una famiglia che da sempre aveva prodotto formaggi. E sedici anni fa la scelta. Lui e sua moglia, Zhanna, decidono di compiere una sorta di salto nel buio. Aprire un agriturismo. Ma non sulle colline italiane o appena fuori le capitali dell’arte della penisola. La loro sfida è più grande: scelgono il villaggio di Mednoe a 180 chilometri da Mosca. E danno vita a “La fattoria Little Italy”. Un luogo che oggi è sinonimo di successo e qualità: ospitano fino a dodicimila turisti l’anno. 

All’ingresso di “Piccola Italia” non ci sono cancelli, sbarre: solo una bandiera italiana e una russa. Una decina di costruzioni piuttosto vecchie. L’edificio che ospita l’albergo non è ancora stato intonacato e si cammina su delle passerelle. Poi la sala di degustazione: un'enorme caldaia dove si prepara il formaggio. Una sala per banchetti, in grado di ospitare 400 persone. Da lontano giungono le immancabili note delle hit italiane degli anni '80 e '90. Era proprio il 1992 quando Pietro e Zhanna, allora studentessa a Roma, si conoscono in un caffè.

La scelta di aprire un ristorante nella Federazione nel 1999: quando Mazza acquista 16 ettari di terreno grazie ai risparmi e alla liquidazione. Mazza acquisisce per alcune centinaia di migliaia di rubli un salumificio dismesso nella provincia di Tver. Sui 16 ettari di terreno venivano allevate delle mucche, Pietro rilevò i vecchi reparti e le stalle. Mednoe. Le prime difficoltà, quando ci si rende conto che le materie prime russe sono diverse da quelle italiane. Ma Mazza non molla. Fino al successo, ottenuto con tenacia. Nelle ultime festività di maggio l’agriturismo ha ospitato fino a quattrocento persone al giorno. Numeri che potrebbero far pensare di aprire un nuovo agriturismo.

 
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La storia

Da tre generazioni la famiglia di Pietro si dedica alla produzione di formaggi, ma Pietro prima lavorava a Roma come poliziotto nella sezione antimafia. Nel 1992 incontrò in un caffè romano una studentessa russa di 19 anni che studiava a Mosca scienze alimentari. Pietro e Zhanna si sposarono e rimasero a vivere in Italia. Poi alla fine degli anni '90, la famiglia, insieme a Jessica, la figlioletta di due anni, andò a far visita ai parenti nella provincia di Mosca e decise di stabilirsi in Russia.

Piero rimase sbalordito dagli immensi campi abbandonati: in Italia dove si sfrutta ogni zolla di terra non esisteva niente del genere. Nel 1999 Mazza, grazie ai risparmi e alla liquidazione, acquistò per alcune centinaia di migliaia di rubli un salumificio dismesso nella provincia di Tver. Sui 16 ettari di terreno venivano allevate delle mucche e Pietro rilevò i vecchi reparti e le stalle. Mednoe si trova vicino all’autostrada Mosca-Pietroburgo, e in questo villaggio aveva soggiornato in passato anche lo scrittore Aleksandr Radishchev. Al futuro agricoltore il luogo sembrò perfetto.

Il lavoro

Pietro dovette riprendere le antiche ricette di famiglia: i Mazza acquistavano il latte nelle aziende agricole locali e producevano nell'arco di una giornata una tonnellata di formaggio (mozzarella e ricotta) che vendevano soprattutto nei negozi e nei ristoranti della capitale. Ma poi capirono che quella era una strada che non portava a niente. “Per produrre i nostri formaggi avevamo bisogno del nostro latte”, spiega Mazza. “Nelle aziende agricole nutrivano le mucche col silaggio e la materia prima risultava acida e inadatta alla produzione dei formaggi. La cattiva qualità della materia prima influenzava il prodotto finale”.

C’erano dei problemi anche con le vendite. I formaggi molli si conservano di solito per due, tre giorni. A causa dei problemi logistici spesso non riuscivano ad arrivare freschi al consumatore. Pietro e Zhanna giunsero alla conclusione che bisognava vendere i formaggi in loco e che per far questo bisognava attirare i consumatori a casa propria.

 
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La svolta

Nel 2004 la famiglia Mazza acquistò 60 mucche da carne e da latte, investendo all’incirca 3 milioni di rubli ricavati dalla vendita dei formaggi. Gli ambienti del vecchio salumificio furono riconvertiti in stalle per gli animali e in una sala di degustazione e furono ingaggiati delle mungitrici e degli esperti di zootecnia.

Allora Zhanna si mise a chiamare tutte le agenzie turistiche di Tver e Mosca, proponendo dei tour gastronomici per conoscere la tradizione casearia dell’Italia e degustare piatti italiani. I tour operator si mostrarono interessati: era la prima volta che venivano offerti servizi di questo tipo. I primi a visitare la fattoria furono dei gruppi di bambini e poi cominciarono ad arrivare i clienti da Mosca e oggi l’azienda Mazza collabora con 100 tour operator.

“Lavoriamo con 'Piccola Italia' dal 2008, la domanda è buona”, dice Tatiana Topolova, tour manager per il turismo interno dell’agenzia "Magazin Puteshestvii". “Nei giorni festivi da Mosca partono due minibus diretti all’azienda”.

Di solito l’escursione alla fattoria non viene venduta singolarmente, ma è inclusa in un pacchetto insieme alle visite ai luoghi più attrattivi della provincia di Tver. Nella fattoria gli ospiti sostano di solito per un paio d’ore. Possono provare gratuitamente nove tipi di formaggi (ricotta, provola, caciotta, ecc.) accompagnandoli con del pane fresco italiano. È prevista una visita dell’intera fattoria dove vivono anche uno struzzo e un cinghiale selvatico. Ci sono poi a disposizione 30 cavalli che si possono noleggiare a pagamento per fare passeggiate.

Un tempo la famiglia, quando Jessica era piccola, aveva acquistato per lei parecchi altri animali ma poi la mandria si è dispersa.

I tour 

Nei giorni di festa alla “Piccola Italia” vengono mediamente in visita dalle 200 alle 400 persone al giorno, ma nei giorni feriali il numero diminuisce drasticamente e si tratta soprattutto di bambini e singoli visitatori. “Durante le ultime festività di maggio dei turisti sono rimasti imbottigliati in coda per tre ore e quando sono arrivati alla fattoria erano esasperati”, racconta Zhanna. “Abbiamo dovuto offrirgli del vino per farli rilassare e riprendere”.

I dati

Secondo le stime dell’Associazione nazionale per la promozione e la diffusione dell’agriturismo, esistono attualmente in Russia tre tipi di imprese agrituristiche. Le più numerose sono le case vacanza – 1.900 in tutta la Russia – che offrono ai turisti l’alloggio e servizi come escursioni a cavallo e corsi per imparare a realizzare oggetti d’artigianato. Anche le aziende agrituristiche si dedicano alla coltivazione di prodotti agricoli e offrono ai loro ospiti la possibilità di degustare la propria produzione e di partecipare alla preparazione di pietanze. Secondo i dati in possesso dell’Associazione per la promozione e la diffusione dell’agriturismo, queste imprese sarebbero circa 1.500 in Russia. Esistono poi musei, tenute, eco ed etnovillaggi, che non superano complessivamente il numero di 150 e che organizzano eventi speciali, escursioni e programmi di animazione teatrale.

Negli ultimi 17 anni Pietro non è più tornato in Italia, perché, come dice, non ha nessuno a cui affidare l'azienda.

Zhanna tiene i rapporti con le agenzie turistiche, si occupa della produzione del formaggio e sorveglia il personale nella sala di degustazione. Pietro e la figlia 22enne Jessica controllano il lavoro agricolo. Nella fattoria lavorano un centinaio di dipendenti, perlopiù stagionali.

I Mazza possiedono già un allevamento di mille mucche e la fattoria produce due tonnellate di latte al giorno; un volume non di poco conto per un'azienda famigliare, ma come sostengono i proprietari, quasi tutte le materie prime se ne vanno nel fabbisogno interno. “Per ottenere cento chili di formaggio occorre lavorare una tonnellata di latte”, dice Zhanna. “E una simile quantità di formaggio noi la vendiamo in mezza giornata. Perciò il latte lo cediamo di rado.”

Progetti per il futuro

I Mazza progettano di ristrutturare la fattoria per consentire ai turisti di fermarsi qui non solo per due ore, ma per qualche giorno. Di recente la “Piccola Italia” ha cominciato a organizzare per i visitatori dei corsi sulla produzione casearia. Ogni gruppo, formato da 12 partecipanti, cuoce insieme alla padrona di casa tre tipi di formaggio. Il prezzo del corso, a sentire Zhanna, va dai 2.100 ai 2.700 rubli a persona e la domanda è discreta: a partecipare sono parecchi gruppi ogni mese.

Attualmente la fattoria lavora già ai limiti delle sue possibilità: nei weekend i tour operator accompagnano 5-6 gruppi al giorno in orari prestabiliti perché i clienti non si affollino davanti all’ingresso. Talvolta la sala di degustazione arriva ad accogliere fino a 500 ospiti al giorno che vengono serviti da 25 persone (in questi casi Zhanna ingaggia degli aiutanti a Mednoe). Ma Zhanna e Pietro non se la sentono di creare un’altra “Piccola Italia” altrove e di delegare ad altri i propri compiti. “Dobbiamo controllare tutto personalmente, da noi in Italia c’è un proverbio che dice: 'L’occhio del padrone ingrassa il cavallo'” spiega Pietro. “Ampliare l’impresa significherebbe sminuire il valore dell’agriturismo. Da noi la gente viene per provare dei prodotti naturali, artigianali”.

La versione originale dell'articolo è stata pubblicata su Kommersant e sulla versione cartacea di Russia Beyond the Headlines del 28 maggio 2015

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