A Bari il veliero russo più grande del mondo

La nave Sedov (Foto: ufficio stampa dell'Università tecnica statale di Murmansk)

La nave Sedov (Foto: ufficio stampa dell'Università tecnica statale di Murmansk)

La nave “Sedov”, trofeo di guerra ceduta dalla Germania nel 1945, dopo aver fatto il giro del mondo attracca in Puglia. Una visita che sancisce il rapporto di amicizia tra i due popoli

Per la prima volta nel terzo millennio la nave russa “Sedov”, il veliero più grande del mondo lungo 117,5 metri per complessive 7.320 tonnellate, attracca in Italia, nel porto di Bari. Una visita quella presso il capoluogo pugliese, in conclusione oggi, che l’Ambasciata della Federazione Russa in Italia definisce “di cortesia” per sottolineare “il ruolo della città di Bari nell’ambito della cooperazione culturale e turistica tra i due Stati, nonchè per i tradizionali rapporti d’amicizia tra i popoli dei due paesi”, che assumono un rilievo particolare nel 2014, Anno del Turismo incrociato tra Italia e Russia.

 

Padre Andrey Boytsov,
priore della Chiesa Russa di Bari
(Foto: Cesvir)

A sancire l’importanza di questa meta è soprattutto il valore religioso che per i russi ha la città di San Nicola “il Taumaturgo”.

Numerose infatti le autorità istituzionali e religiose che hanno reso omaggio all’imponente simbolo della storia russa tra cui: il Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e lo Sviluppo (FAO) e le altre organizzazioni internazionali a Roma, S.E. Alexander Gorban; il rappresentante dell’Agenzia russa per l’Industria peschiera, Alexander Okhanov; il consigliere per l’Ambasciata in Italia Vitaly Fadeev; padre Andrey Boytsov, priore della Chiesa Russa di Bari; il Segretario Generale del Corpo Consolare di Puglia e Basilicata Massimo Salomone; il Direttore Generale del CESVIR (Centro Economia e Sviluppo Italo-Russo), Rocky Malatesta.

Utilizzata oggi dalla Federazione Russa come nave scuola, con una capacità di equipaggio fino a 130 persone, la nave Sedov è in realtà un trofeo di guerra: costruita nel 1921 per uso commerciale dalla Germania, viene ceduta da quest’ultima all’Unione Sovietica nel 1945 come risarcimento per la il Secondo conflitto mondiale. Il suo “curriculum di navigazione” può vantare, nell’anno 2012-2013, il primo giro del mondo per onorare il 1550esimo anniversario della Fondazione della Russia ed alcune date importanti di scoperte geografiche russe, compiuto sotto la guida dello stesso capitano, Maxim Rodionov, che in questi giorni l’ha condotta fino al porto del Sud Italia.

Un momento della cerimonia (Foto: ufficio stampa dell'Ambasciata della Federazione Russa in Italia)

Il viaggio del veliero proseguirà lungo il Mediterraneo con Palma di Maiorca (Spagna) e  Funchal (Madeira, Portogallo) per poi sostare per ben due volte in Germania - a Emden e a Rostok – presso il Paese che un tempo era stato proprietario della celebre nave, fino a proseguire verso Trelleborg (Svezia) e Gdynia (Polonia), dove “Sedov” parteciperà al Festival dedicato alle imbarcazioni a vela. A novembre è invece prevista la conclusione delle navigazioni di studio, periodo dopo il quale la nave sosterà in uno dei siti di manutenzione in Russia.

Per il veliero “Sedov” il tour riprenderà nel febbraio 2015 con un nuovo viaggio di studio che avrà come destinazione finale il porto di Murmansk, nell’estrema parte nord-occidentale della Russia, ai confini con i Paesi scandinavi, e che si conluderà simbolicamente nella Giornata della Vittoria, celebrata in Russia il 9 maggio in memoria della capitolazione della Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale e proclamata festa nazionale dal 1965. Sembra che ai tempi dell’Unione Sovietica la ricorrenza fosse rispettata anche dagli altri altri paesi dell’Est Europa appartenenti al cosiddetto “Blocco sovietico” e che da molti di loro, anche dopo la caduta del comunismo, fu continuata ad essere considerata festa nazionale. Una mappa nautica ricca di riferimenti storici e culturali, quella del veliero Sedov. E chissà che per la Federazione non si trasformi in una sorta di tour del consenso.

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