Quando il salotto si trasforma in un museo

Il progetto, le cui visite sono totalmente gratuite, è stato realizzato nella regione del Volga (Foto: ufficio stampa)

Il progetto, le cui visite sono totalmente gratuite, è stato realizzato nella regione del Volga (Foto: ufficio stampa)

La storia di Yulia e del suo singolare progetto, “La casa del Leone”, una vera e propria sala espositiva privata che unisce storia, folclore e corsi per bambini

Nella regione del Volga un’esperta di culturologia di San Pietroburgo ha aperto un museo privato: si chiama “La Casa del Leone, museo di dipinti nazionali monumentali”. Il museo si trova nel paese di Popovka, nella regione di Saratov e organizza eventi per volontari e associazioni di beneficenza come pure corsi di approfondimento per i bambini degli orfanotrofi e i residenti locali. Chiunque può organizzarvi un evento culturale. L’ideatrice del progetto, Yuliya Terekhova, ci racconta la singolare storia di questa iniziativa, gli eventi più importanti e le prospettive per il futuro.

La casa dipinta

“In realtà, il nostro museo non è registrato ufficialmente. Secondo i documenti, questa casa e i suoi terreni sono di mia proprietà privata”, racconta Yuliya. “Qui tutto è gratuito. I visitatori non considerano questo edificio un museo: vengono, frequentano un corso di approfondimento, danno una mano a fare qualcosa. È questo che serve alla gente: dopo tutto, non ha nessuna importanza in che modo siamo registrati: conta quello che facciamo”.

 

La Russia che sfugge
alle guide turistiche

La Casa del Leone ha iniziato a farsi conoscere nel 2009, quando un gruppo di studenti dell’università statale di Saratov in gita alla scoperta del folclore locale è arrivato nel paese di Popovka. Gli studenti sono rimasti affascinati dalla casa rurale e dai suoi interni dipinti: le pareti, i soffitti e il pavimento sono ricoperti dalle raffigurazioni di un leone sorridente, dal volto di San Giorgio, di alcuni putti e di un pastore con le sue oche.

Le fotografie con le quali gli studenti sono tornati indietro hanno persuaso gli studiosi di folclore a concludere che questa casa era unica. Presto è diventata oggetto di articoli di giornale e di servizi per la televisione. Uno di questi articoli è stato letto da Yuliya Terekhova, esperta di arte, restauratrice e manager culturale. Dopo aver visitato la casa, nel 2010, Yuliya ha deciso di comprarla e di trasformarla in un edificio artistico aperto ai visitatori. Per di più si è scoperto che i proprietari avrebbero voluto abbatterlo e costruire al suo posto e con i materiali restanti un edificio termale. Per Yuliya si trattava quindi di salvare un monumento culturale. Il prezzo fissato dai proprietari originari, 3.000 dollari, era molto alto per lei, che però ha fatto ricorso all’aiuto di amici ed è riuscita a mettere insieme la somma necessaria.

Così, nel 2011, il museo della Casa del Leone è stato inaugurato. “In un primo tempo avevo pensato di trasportare l’intero edificio in un museo all’aria aperta, ma mi sono resa conto che il trasloco avrebbe danneggiato i dipinti. Oltretutto, poco alla volta mi sono accorta che, al pari di qualsiasi altro monumento, la Casa del Leone deve restare nell’ambiente culturale del quale fa parte. Ed è per questo che alla fine mi sono decisa a lasciarla com’era”, ha spiegato.

Il pellegrinaggio al leone

Di questi tempi la Casa del Leone è diventata meta di pellegrinaggi per i visitatori di diverse regioni russe. Secondo Yuliya, i visitatori hanno non solo l’occasione di ammirare un sito monumentale di dipinti e di conoscere un ambiente culturale unico, ma anche di diventare creatori del proprio spazio socio-culturale. A iniziare dal 2011, il museo funge da base per campi di volontari provenienti da Mosca, San Pietroburgo, Saratov e altre città. I volontari si prestano a svolgere varie mansioni necessarie dentro e intorno alla casa, prendono parte agli eventi e ai festival.

Foto: ufficio stampa

“Sono una restauratrice e mi rendo conto che a occuparsi di questa casa dovrebbero essere esclusivamente dei professionisti. È per questo motivo che permettiamo ai volontari di togliere soltanto la sporcizia”, spiega Yulya. “Finora abbiamo organizzato dieci campi di questo tipo, al quale hanno preso parte oltre duecento persone, e ce ne saranno ancora altri. Vale la pena notare che per i volontari della regione di Saratov questo è un modo per contribuire a preservare il patrimonio culturale della loro terra natale, mentre per chi viene da San Pietroburgo o Mosca questo è un modo per affermare il proprio impegno civile”.

La Casa del Leone è impegnata in un ambito importante: organizza e tiene campi di adattamento per bambini provenienti da istituti e orfanotrofi. Di recente, per esempio, si è svolto qui il Photo Plein Air, un evento che ha visto la partecipazione dei bambini di un orfanotrofio di Saratov e di fotografi professionisti locali. “Qualsiasi psicologo professionista vi dirà che ricevere un visitatore in orfanotrofio non conferisce ai bambini una sensazione particolare di quanto valgono, di far parte di un processo importante. Nei corsi di approfondimento, invece, non soltanto insegniamo loro qualcosa di nuovo, ma in più li incoraggiamo a fare con le loro mani qualcosa che in futuro potrà essere utile al nostro museo o contribuire a una raccolta di fondi per i restauri” spiega Yuliya.

L’idea della partecipazione del pubblico per creare un ambiente culturale su vasta scala è condivisa da volontari e visitatori della Casa del Leone. Yuliya dice che tutti i visitatori del museo hanno l’opportunità di poter organizzare un proprio evento: il requisito principale è che l’evento abbia un significato pubblico e possa essere interessante per gli altri. “Immagino il futuro della Casa del Leone come quello di una piattaforma, nella quale chiunque possa venire e concretizzare le proprie idee, organizzare qualcosa. È importante che gli eventi attirino i residenti del posto” sottolinea Yuliya. “Per esempio, proprio di recente mi hanno proposto di organizzare qui un seminario sul design paesaggistico. Credo che sia molto interessante”. Per concretizzare progetti moderni sono necessari finanziamenti e questo spiega perché il museo presta un’attenzione particolare sforzandosi di prendere parte a tutti i concorsi che assegnano borse. Un’audio-guida rientra nel programma della visita alla Casa ed è stata creata con i fondi messi a disposizione dal concorso “Un museo che cambia in un mondo che cambia” organizzato dalla Fondazione Vladimir Potanin. Di recente, inoltre, il museo ha vinto un premio della Fondazione caritatevole Elena e Gennady Timshenko, che sarà investito per realizzare un centro culturale.

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