L'architetto italiano Giacomo Infelise, uno dei fondatori di ArchinRussia (Foto: Archivio Personale)
Il futuro dell’architettura guarda alla Russia. E ha il volto di un giovane italiano. Classe 1985, nato a Venezia e residente a Mosca da quasi tre anni, Giacomo Infelise è uno dei padri di ArchinRussia (www.archinrussia.com), ambizioso progetto internazionale pensato per inserire gli architetti stranieri nel mercato della Federazione.
“Secondo le statistiche in Russia ci sono pochissimi architetti rispetto all’Europa: solamente 3 ogni diecimila abitanti. Se a questo dato aggiungiamo il fatto che il governo russo prevede di destinare nei prossimi tre anni quasi 34 miliardi di euro al settore delle costruzioni, e che questo Paese ha uno dei più alti tassi di miliardari pronti a investire, capiamo subito le grosse opportunità che ci sono qui. Il problema è capire come inserirsi in una realtà ancora chiusa e burocratizzata”.
Nato a Venezia nel 1985, si è laureato in architettura nel 2009 dopo aver studiato a Venezia, Parigi e Praga. Dopo la laurea ha ottenuto una borsa di studio di un anno all'Istituto di Architettura di Mosca. Insieme a un gruppo di professionisti da tutto il mondo ha fondato ArchinRussia, il progetto internazionale per inserire gli architetti stranieri nel mercato della Federazione
Arrivato a Mosca con una borsa di studio dopo la laurea in architettura, Giacomo ha lanciato questo progetto insieme a un piccolo gruppo di professionisti di varie nazionalità. Con lui, anche lo spagnolo Alejandro Sahuquillo Ortiz e la russa Victoria Bannykh. “L’idea è nata in maniera spontanea nel momento in cui abbiamo iniziato a ricevere richieste di aiuto da parte di alcuni studi di architettura europei - precisa Infelise -. Fino a questo momento, infatti, i clienti non li abbiamo mai cercati: sono sempre stati loro a contattare noi”.
Dalla consulenza alla traduzione dei documenti, dalle visite in cantiere ai rapporti con i tecnici locali, la società offre un appoggio in loco per sviluppare il business in quella che sembra oggi la nuova Terra Promessa per le aziende italiane schiacciate dalla crisi.
"Non è solo una questione di guadagni: la vera differenza consiste nel fatto che, mentre in Italia si lotta per accaparrarsi i pochi progetti che ci sono, in Russia i lavori sono veramente tanti”. Tra le sfide più ambiziose, c’è quella di aver aiutato una ditta spagnola a partecipare alla gara per aggiudicarsi la realizzazione del parco che sorgerà al posto del celebre Hotel Rossija, a pochi passi dalla Piazza Rossa. “Alla competizione hanno partecipato i più importanti studi del mondo, un centinaio in tutto – dice Giacomo -. Abbiamo aiutato i nostri partner a condurre le trattative e abbiamo provveduto alla traduzione e alla consegna di tutti i documenti”.
Burocrazia, leggi e barriere culturali. Sono questi i primi ostacoli che incontrano gli stranieri. “Anche il piano urbano è diverso rispetto a quello europeo. E sono ancora poche le persone che parlano inglese – aggiunge Alejandro Sahuquillo Ortiz -. Mosca, poi, è una delle capitali con il maggior numero di miliardari e il budget per questo tipo di investimenti è veramente elevato. Bisogna solo trovare il giusto compromesso tra quello che vuole il cliente e quello che può essere oggettivamente bello e realizzabile. Spesso i progetti partono da qui, dalla capitale russa, ma poi vengono estesi anche ad altre città del Paese. Non dimentichiamo che nei prossimi anni la Russia ospiterà grandi eventi, dalle Olimpiadi Invernali ai Mondiali di Calcio”.
In una realtà dove la progettazione delle case a pannelli in stile sovietico si mescola con schizzi di edifici extra-lusso, il gusto europeo si impone senza troppe difficoltà. “In Russia si dà sempre più importanza al lato estetico e i mobili Made in Italy continuano ad essere tra i prodotti più richiesti – conclude Infelise -. Bisogna solo superare le barriere linguistiche, burocratiche e culturali che spesso ci colgono impreparati. Al di là di questo, però, si apre un mondo in continua crescita, che guarda all’Europa con estremo interesse”.
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