Il pietroburghese Andrei Moguchij allo scooter preferisce la più ecologica bicicletta e sulla due ruote ha messo in piedi un piccolo business (Foto: Archivio personale)
Partendo dalla visione di una mobilità sostenibile, Andrei Moguchij ha dato vita a un'attività artigianale che sposa la creatività con la praticità: costruisce biciclette per i pietroburghesi, anche se la capitale del Nord è carente di piste ciclabile e la stagione per pedalare in città va solo da aprile ad ottobre.
Come ha iniziato la sua carriera nel settore della produzione di biciclette?
Quando ero piccolo non possedevo una bicicletta, ma ho sempre sognato di averla. Tre anni fa la mia compagna e io abbiamo deciso di comprarcele. Ma non ci è bastato comprarle: trovavamo di continuo qualcosa che ci sarebbe piaciuto trasformare o innovare e abbiamo iniziato a ridipingerle, a montare nuovi sellini… I miei genitori si sono accorti di questo mio passatempo e mi hanno offerto di aprire un mio laboratorio, una piccola azienda. Così ho iniziato a inventare nuovi modelli, nuovi prototipi di bicicletta. È stato un processo lungo. Poi, un anno fa, ho presentato il frutto del mio lavoro al pubblico: ho collaudato i modelli e li ho mostrati ai miei amici che li hanno subito acquistati tutti quanti. Poco alla volta ho iniziato a promuovere la mia attività. A quel tempo lavoravo in un posto un po’ scomodo, in affitto, ma l’anno seguente sono riuscito ad aprire una mia officina e a produrre la mia prima serie di biciclette.
Quanti dipendenti ha?
Siamo in due: io e la giovane donna insieme alla quale avevo acquistato le mie prime biciclette. Ora è mia moglie e si occupa della contabilità, mentre io mi occupo della produzione delle biciclette: faccio tutto da solo, saldo, aggiungo dettagli, taglio con le cesoie, dipingo, acquisto raggi, forcelle, gomme, sellini, e così via.
Secondo lei, qual è l’ostacolo maggiore per lo sviluppo del ciclismo in Russia?
Credo che ciò che ostacola maggiormente la diffusione del ciclismo in Russia sia il temperamento russo. In Europa si vive per permettersi qualche agio. Da noi invece se te lo puoi permettere e guadagni bene diventa obbligatorio ostentarlo a tutti quanti. In che modo? Acquistando una grossa automobile. Questo è l’ostacolo principale. Ma le biciclette esistono da tanto tempo ed esisteranno anche in futuro. Prima o poi la gente monterà in sella. La popolazione terrestre è in rapida espansione, ci sono sempre più automobili in circolazione e le biciclette potranno salvare il mondo quando il numero degli ingorghi sarà diventato insostenibile.
Che cosa ne pensa dell’iniziativa dell’amministrazione di San Pietroburgo che vuole trasformare la città nella capitale europea del ciclismo?
San Pietroburgo oggi è tra le città più eleganti e raffinate di tutta la Russia. Ma tra gli automobilisti, i ciclisti e i pedoni stessi ci sono molte persone irresponsabili. In generale, c’è simpatia per i ciclisti e si dà loro la precedenza. Se l’obiettivo di trasformare San Pietroburgo nella capitale del ciclismo europeo fosse stabilito per legge, potremmo cambiare alcune cose. Ma dato che invece tutto dipende dalle iniziative dei ciclisti stessi, è poco probabile che si riesca a fare granché. I nostri funzionari adorano circolare in macchina con i lampeggiatori accesi; alcuni responsabili russi ricevono addirittura i lampeggianti blu che segnalano il loro status e permettono loro di evitare le code e gli imbottigliamenti. Perché mai dovrebbero fare qualcosa di concreto a vantaggio dei ciclisti? L’unica cosa che si potrebbe fare è incoraggiare tutti quanti a montare in sella e pedalare. Soltanto così si potrebbero convincere anche i funzionari statali.
Lei va in bicicletta tutto l’anno ?
Da noi la stagione della bicicletta comincia ad aprile e si conclude a ottobre. Soltanto i più scapestrati l’utilizzano anche in inverno. A San Pietroburgo gira un ciclista di una certa età: lo vedo pedalare tutti i giorni, anche in pieno inverno, quando io circolo in automobile. Lui invece va al lavoro in bicicletta tutto l’anno. Io preferisco non utilizzarla in inverno: ci sono neve e fango dappertutto e non voglio rovinarmi i vestiti. Qui non soltanto mancano le piste ciclabili, ma è indispensabile creare una vera infrastruttura per i ciclisti.
È difficile aprire una propria azienda in Russia?
Aprirne una come la mia è facile. Per farlo è sufficiente affittare un locale e compilare alcuni documenti. Per iniziare sono sufficienti dai tremila ai cinquemila euro, non molto di più. La vera difficoltà però consiste nel promuovere le biciclette sul mercato. Per esempio, esiste la celebre marca Stels e una bicicletta può costare anche mille euro. Perché dunque un cliente dovrebbe acquistare per lo stesso prezzo una mia bici e non una Stels? A quel punto diventa indispensabile spiegare al cliente che la mia è una bicicletta artigianale, fatta a mano, secondo criteri precisi, e che è molto più comoda per spostarsi in città, perché dal punto di vista tecnico io adatto tutte le mie biciclette alle condizioni locali. È evidente quindi che per farsi notare occorre una pubblicità intelligente. In un solo anno di attività della mia azienda mi sono fatto parecchi clienti e addirittura dei fan, che amano il mio marchio. Molte persone che hanno acquistato una bicicletta da me un anno fa adesso vorrebbero acquistare un nuovo modello.
Esiste un’associazione di costruttori di biciclette?
Di laboratori come il mio ne esistono molti. A Mosca e San Pietroburgo ormai iniziano a essere parecchi. Collaboriamo gli uni con gli altri e ci aiutiamo a vicenda, ma tra noi ci sono molte differenze. Per esempio, alcuni marchi producono biciclette soltanto su ordinazione, mentre io creo i miei modelli da zero, e su richiesta del cliente al massimo posso cambiare il colore o ritoccare alcune componenti. Ma questo è tutto.
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