Mister Fabio Capello insieme ai ragazzi della scuola Italo Calvino di Mosca (Foto: Kirill Lagutko)
È un mister che sorride, che scherza con i bambini e si siede per terra in mezzo a loro. Svestendo i panni di allenatore per indossare quelli di nonno. "Ho quattro nipoti proprio come voi. E a loro dico sempre che bisogna avere fiducia in sé stessi e porsi degli obiettivi".
È stata una lezione di vita, non solo di calcio, quella tenuta dall'allenatore della Nazionale russa Fabio Capello, che il 13 maggio 2013 ha incontrato gli studenti della scuola italiana Italo Calvino di Mosca. "In Russia mi trovo bene - ha affermato, rispondendo ai ragazzi -. Quando si vince va sempre bene. Noi ovviamente siamo legati ai risultati. I problemi nascono quando questi risultati non si raggiungono".
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Divertito dalla irrefrenabile curiosità dei giovani, Capello - che in poco tempo è riuscito a risollevare le sorti della Nazionale russa, ora in testa alla classifica del girone per le qualificazioni ai Mondiali di Brasile 2014 - si è lasciato andare al fiume di domande, confessando che la lingua in Russia è un grosso ostacolo per comunicare con i giocatori e che per questo serve sempre un interprete, che non cede al fascino delle donne russe e che il più grande maestro di vita è stato suo padre.
Invitato in occasione dei festeggiamenti per i 40 anni della scuola, Capello ha raccontato ai ragazzi i suoi esordi nella Spal, rivivendo lo storico goal segnato a Wembley nel 1973 con la maglia della Nazionale italiana e le sue esperienze sulla panchina delle più grandi squadre italiane ed europee. Fino al "grave errore di essere tornato in Italia".
"Dal punto di vista calcistico l'Italia non mi manca per niente - ha detto alla stampa -. Più guardo le partite alla televisione e più mi accorgo che mi manca sempre meno. La Nazionale italiana, infatti, non la allenerei mai!". L'hockey, tanto amato dai russi, continua invece a essere una passione che dura nel tempo: "Mi sono occupato di questo sport per quattro anni. Sono preparatissimo, so tutto. Di recente sono stato a vedere Dinamo-Cska, e alla fine del match ho incontrato il presidente della Dinamo".
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Con mister Luciano Spalletti, allenatore dello Zenit San Pietroburgo, ovviamente si parla prevalentemente di calcio: "Ci siamo visti mercoledì scorso (l'8 maggio 2013, ndr), e abbiamo discusso di pallone, di giocatori. Insomma, di lavoro". Il campionato russo, d'altronde, inizia a farsi notare: "Quando arrivano giocatori di alto livello come i nostri tutto cambia. E noi siamo sulla buona strada", ha detto Capello, prima di scendere sul campo da calcio della scuola per assistere a una partita organizzata dai ragazzi.
"Abbiamo invitato mister Capello non solo perché è un personaggio di successo, ma per le sue doti morali e la serietà che ha sempre dimostrato. Ci aveva detto che sarebbe venuto. E ha mantenuto la promessa", ha spiegato Marco Tagliaferri, presidente della Italo Calvino.
Prima di congedarsi, firmando montagne di autografi, Capello si è rivolto nuovamente agli alunni: "Io, come voi, sono un italiano all'estero. Vengo da una regione con una lunga storia di migrazione alle spalle - ha detto -. Noi ora siamo immigrati di lusso. Voi avete la fortuna di studiare in una scuola così e di imparare una lingua che vi sarà sicuramente utile per il futuro. Abbiate il coraggio di mettervi in discussione, sempre. E cercate di non perdere mai di vista i vostri obiettivi".
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