L'ardore di Maria Angelica per la Russia cristiana

La villa dei nonni materni di Madre Maria Angelica a Batumi (Foto d'archivio, gentilmente concessa dall'Ordine Carmelitano)

La villa dei nonni materni di Madre Maria Angelica a Batumi (Foto d'archivio, gentilmente concessa dall'Ordine Carmelitano)

Nipote di un primo consigliere dello zar Nicola II, la religiosa, che fondò un monastero a Vetralla, vicino Roma, ha sempre pregato per il dialogo tra ortodossi e cattolici. Il ricordo in libreria nel 25mo della sua morte

Maria Angelica di Gesù. Un nome che ai più dirà poco o niente, ma è intorno a figure come questa che il dialogo tra cattolici e ortodossi, rilanciato da papa Francesco, potrebbe trovare nuova linfa.

Nata a Napoli il 18 dicembre del 1900, nipote da parte di madre del primo consigliere dello zar Nicola II Giovanni Fesenko e con un papa, Innocenzo XII, tra i membri più eminenti della famiglia del padre, Madre Maria Angelica di Gesù, al secolo Maria Pignatelli di Montecalvo, rappresenta un ponte simbolico tra la Chiesa d'Occidente e quella d'Oriente.

Monaca dell'Ordine Carmelitano, pregò sempre per la conversione della Russia. Nel 1987, anno della sua morte di cui ricorre il 25mo anniversario, scriveva ancora: “Sì, la cara Russia si convertirà. Si vede davvero che il trionfo della Vergine Santissima sulla mia cara Russia non è lontano. Continuiamo a pregare con molta fiducia”.

Madre Maria Angelica di Gesù
(Foto d'archivio, gentilmente concessa
dall'Ordine Carmelitano)

Per farne conoscere la vita, consumata in gran parte in un monastero di clausura che lei stessa rifondò a Vellatra, nell'Alto Lazio, lungo la Cassia, sono uscite di recente due pubblicazioni curate da suor Maria Sabina dell'Eucarestia, giovane religiosa responsabile dell'archivio del monastero. Si intitolano “Il canto della speranza” (Edizioni Carmelitane) e “Il Sigillo dello sposo” (Ancora).

“Purtroppo alcuni diari sono andati persi – spiega suor Maria Sabina, – ma ho trovato molto materiale dagli appunti e le preghiere che la Madre ha lasciato dietro i santini e altre immagini sacre. Tra i suoi oggetti personali pure il vocabolario di russo che usava per non perdere dimestichezza con la lingua”.

Oltre alla forte spiritualità, ne esce il ritratto di una donna cresciuta in un ambiente estremamente raffinato. Tra i personaggi che frequentavano casa Pignatelli - come ricorda l'attuale priora - c'era il noto componitore russo Modest Petrovic Musorgskij. Che, secondo questa versione, proprio durante un soggiorno dai Pignatelli compose il poema sinfonico “Una notte sul Monte Calvo”.

La madre, invece, era amica della regina Elena di Savoia conosciuta negli ambienti di corte a San Pietroburgo. Ma Suor Maria Angelica era anche una persona pratica. Fu lei a curare la piantumazione dei cipressi lungo il viale che ancora oggi conduce al luogo dove risiedono le carmelitane.

La biografia inquadra gli episodi di vita nel contesto in cui si sono sviluppati: dalla Rivoluzione russa, durante la quale furono uccisi i nonni e confiscati i beni della famiglia materna, alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale, quando i bombardamenti distrussero il vecchio monastero e Madre Angelica fece di tutto perché le suore trovassero una nuova sistemazione nella villa di proprietà dello scultore Pietro Canonica.

Fino alla “notte della prova”, così come si intitola il capitolo in cui viene descritto il giorno della morte. Spuntano così immagini e ricordi della sua infanzia, come i soggiorni estivi nella villa dei nonni a Batum (l'attuale Batumi, nel Caucaso) insieme ai due fratelli e alla madre, la duchessa Maria Maddalena Fesenko, moglie del duca Carlo Pignatelli.

La villa, chiamata il Castello, era circondata da un parco, da piantagioni di tè e datteri e aveva un laghetto con i cigni. “Era molto bella e grande – scrive Madre Angelica - avevamo la nostra spiaggia sul Mar Nero”.

Nella casa dei nonni materni, di confessione ortodossa, Maria cominciò a respirare un clima di forte fede: “Avevamo nella camera più bella una grande icona della Vergine, presso la quale la povera nonna ci faceva pregare le preghiere sera e mattina”. Vi ritornerà solo una volta, dopo la Rivoluzione, per constatare che “tutto ci è stato tolto dai comunisti”.

Varcata la soglia della clausura il 15 agosto del 1926, nonostante le persecuzioni nei confronti dei cattolici, Madre Angelica era sicura che la Russia sarebbe tornata al cristianesimo. “La Madonna ha promesso, la Russia si convertirà”, scrisse riferendosi alle rivelazioni della Madonna a Fatima. Una convinzione che la accompagnò per tutta la vita.

Madre Maria Angelica di Gesù rappresenta un ponte simbolico tra la Chiesa d'Occidente e quella d'Oriente (Foto d'archivio, gentilmente concessa dall'Ordine Carmelitano)

“Negli anni Settanta - ricostruisce suor Maria dell'Eucarestia - era venuta in contatto con il monastero di Uspenskij di Roma. Le religiose erano tutte di nazionalità russa e avevano fondato una comunità con lo scopo di pregare per la rinascita cristiana della Russia, nella speranza di poter un giorno trasferire la fondazione a Mosca. Per anni mantenne uno scambio epistolare con una di loro, suor Maria Donadei. Una volta, scherzando, le scrive che avrebbe voluto nascondersi nella valigia quando fosse partita per Mosca”.

Prima ancora, Madre Angelica aveva incontrato l'arcivescovo russo Josyp Slipyi. Di lui scrive: “È stato 18 anni in carcere in Siberia per la fede. Pensa, gli facevano pulire i gabinetti; è un martire vivente, liberato dalla prigione per l'intercessione di Papa Giovanni XXIII, quando ancora era vivo”.

Fu anche in contatto con il sindaco di Firenze Giorgio La Pira prima, durante e dopo il suo storico viaggio in Russia.

Oltre a un video, per celebrare i 25 anni della morte di Madre Angelica di Gesù è stata pubblicata una preghiera approvata dal vescovo. La speranza, per il futuro, è di riuscire a colmare quei buchi ancora vuoti nella vita di Madre Angelica. “Per questo – conclude suor Maria dell'Eucarestia - rivolgiamo un appello a tutti quelli che posso avere testimonianze dirette o indirette affinché contattino il monastero”.

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