Il pittore Luigi Carbone davanti a una sua pittura a pastello, esposta nel museo storico di San Pietroburgo (Foto: archivio personale)
Cosa hanno in comune le Langhe e la lontana Russia? Tanto, secondo il pittore Luigi Carbone che in “Dalle Langhe alla Russia. Cronaca di viaggio con arte e amore” (Araba Fenice editore) racconta i suoi viaggi inaspettati in terra russa, le sue amicizie con artisti russi e gli scambi culturali e artistici tra la Russia e la sue amate Langhe.
Come è iniziato il suo rapporto con la Russia e con gli
artisti russi?
È stato un amico russo conosciuto in Langa a introdurmi
alla Russia. Non ero mai stato in Russia prima del 2000 e quell'anno lui mi
invitò a partecipare a una mostra di pittura a Yaroslavl. Lì ho conosciuto parecchi pittori russi e
così è nato tutto.
Da quel primo viaggio è nata l'idea di creare una
collezione di pastelli italiani e russi nel suo paese, Lequio Berria, e
viceversa lei ha esposto le sue opere a Yaroslavl.
Sì, durante la prima partecipazione alla mostra 2000 c'era
uno sponsor di Bologna, un signore che ha una fabbrica di colori che aveva
ricevuto tanti quadri in cambio della sua sponsorizzazione. Non sapendo dove
collocarli ci ha detto che se volevamo potevamo organizzare qualcosa insieme.
Ho fatto il nome del mio paese e così è nata la collezione di pastelli russi e
italiani. Io ho regalato delle mie opere in Russia e ho fatto in modo che al
mio paese arrivassero dei pastelli di pittori russi. Quando c'è stata
l'inaugurazione della collezione è venuta anche la direttrice del Museo Statale
di Yaroslavl che mi ha invitato a fare una mostra personale nel suo museo.
Quando ha deciso di scrivere il suo libro?
Per abitudine quando viaggio tengo sempre un taccuino.
Praticamente è un diario che ho poi sviluppato. Ho visto che il collegamento
tra la zone delle Langhe e la zona della Russia dove sono stato veniva bene e
anche la somiglianza tra le persone che ho incontrato e ho continuato a
scrivere. Ma questo libro è nato soprattutto per denunciare la situazione
stranissima in cui si trova la collezione, perché dopo dieci anni è lasciata a
se stessa. I quadri sono stati messi in una sede più piccola e umida e
purtroppo i pastelli patiscono l'umidità. Ho fatto presente più volte la cosa
ma non ho avuto seguito.
Durante i suoi viaggi in terra russa ha conosciuto molti
artisti russi. Quali somiglianze ha trovato rispetto a quelli piemontesi?
Ho notato che nella semplicità delle persone ci assomigliamo
parecchio: nell'ospitalità, nel modo di rapportarsi gli uni con gli altri, di
mettersi a disposizione. I miei amici russi mi hanno portato in giro in
macchina, mi hanno fatto girare in treno, insomma si sono messi completamente a
mia disposizione e anche io ho cercato di fare lo stesso quando loro sono venuti
qui.
E nel modo di fare arte cosa c'è di diverso tra gli
artisti russi e quelli piemontesi?
I russi sono molto tradizionalisti. Gli artisti che ho
conosciuto io sono più portati per la pittura figurativa e noi invece guardiamo
di più all'arte moderna. Pur essendoci dei grandi artisti moderni anche in Russia, ho notato di più questo
radicamento alla tradizione. Una cosa bellissima che ho notato è la grande
ammirazione per l'arte italiana.
La collaborazione con i pitturi russi nelle Langhe
continua?
Sì, nel 2012 ho partecipato con un gruppo di pittori ad
en plein air nella zona del Barolo e poi abbiamo esposto in Cialanca in diversi
punti. Probabilmente ci sarà qualche evento anche quest'anno. Tanti artisti
russi continuano a visitare le Langhe, l'anima di tutta questa cosa è l'artista
Pierre Tchathotine che tiene i contatti con gli artisti russi e si occupa di
questi scambi.
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email