I sette più famosi mercenari stranieri al servizio della Russia

Tra gli “specialisti militari” che fecero carriera nella Russia zarista ci sono anche il “padre della marina americana” e un pretendente al trono di Spagna

1 / Aleksandr Leslie (circa 1590-1662)

Uomo dal coraggio sfrenato, lo scozzese Aleksandr Leslie fu uno dei mercenari più importanti del XVII secolo. Entrò al servizio della Russia tre volte: nel 1618, nel 1630 e nel 1647.

Nel 1633, durante l’assedio di Smolensk, che era stata conquistata dai polacchi, un reggimento di “formazione straniera” al comando di Leslie salvò il reggimento di un altro mercenario, il colonnello Thomas Sanderson, dalla completa disfatta per mano degli ussari alati. Ciò non impedì allo scozzese, poco dopo, di sparare a sangue freddo al collega che aveva salvato, accusandolo di tradimento.

Aleksandr Leslie non era solo un comandante militare di talento, ma anche un abile reclutatore. Già prima dell’inizio della Guerra di Smolensk, riuscì ad attirare al servizio per la Russia più di 4.500 mercenari, che andarono ad alimentare quattro reggimenti “nemetskie” (parola che nel russo contemporaneo significa “tedeschi”, ma che allora indicava in generale gli “stranieri”).

La terza missione in Russia costò quasi la vita allo scozzese. Insoddisfatti della predominanza degli stranieri nell’esercito, i boiardi lo accusarono di aver sputato sull’altare di una chiesa ortodossa, di aver sparato un colpo di pistola alla croce, di aver costretto la servitù russa a mangiare carne di cane e accusarono sua moglie di aver alimentato la stufa bruciando icone.

Aleksandr fu salvato dalla morte dallo zar Alessio Mikhailovich. Egli propose al suo protetto e ai suoi ufficiali di convertirsi all’ortodossia, cosa che essi accettarono di buon grado. Nel 1654 Leslie divenne il primo uomo nella storia della Russia a ricevere il grado di generale.

2 / Jan Hendrik van Kinsbergen (1735-1819)

Nel 1771, un olandese, l’ufficiale di marina Jan Hendrik van Kinsbergen, che aveva alle spalle vent’anni di servizio, spedizioni nelle Indie occidentali e sulle coste dell’Africa settentrionale, decise di recarsi nella lontana Russia.

Il Paese accettava ben volentieri uomini di mare esperti, e presto Kinsbergen, dopo aver ricevuto uno squadrone al suo comando, si trovò nel vivo della Guerra russo-turca. Lì rivelò pienamente il suo talento militare. L’olandese attaccò audacemente il nemico, numericamente superiore, causandogli spesso gravi perdite e costringendolo a ritirare le proprie navi. 

“Ho l’onore di testimoniare che il Capitano e Cavaliere Kinsbergen, un eccellente e coraggioso ufficiale di Marina, è sotto tutti gli aspetti degno di promozione”,  scrisse il contrammiraglio Aleksej Senjavinnel nel documento in cui veniva proposto un suo innalzamento di grado. 

Nel 1775, poco dopo la fine della guerra, l’olandese lasciò la Russia, nonostante la stessa imperatrice Caterina II (la Grande) gli avesse chiesto di rimanere in servizio. Nei Paesi Bassi, Jan Kinsbergen prestò servizio fino al grado di ammiraglio e per un certo periodo fu persino a capo delle forze navali della Repubblica delle Sette Province Unite.

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3 / John Paul Jones (1747-1792)

John Paul Jones non solo divenne uno dei primi ufficiali della Continental Navy durante la Guerra d’Indipendenza americana, ma anche quello di maggior successo. A lui si devono alcune delle vittorie navali americane più importanti di quel conflitto: la cattura dello sloop britannico “Drake” e della fregata da 50 cannoni “Serapis”.

Dopo la fine della guerra, nel 1783, il “Padre della Marina Americana”, come viene spesso chiamato il questo comandante navale di origini scozzesi, era fuori dal mercato. Per quattro anni bighellonò nel servizio diplomatico in Europa, finché l’imperatrice Caterina II non lo invitò in Russia.

Jones si guadagnò immediatamente il grado di contrammiraglio (nella Marina americana aveva servito solo come capitano) e fu inviato nel Mar Nero sotto il comando del principe Grigorij Potjomkin. “Quest’uomo è molto capace di moltiplicare la paura e l’incertezza nel nemico”, scrisse l’imperatrice al comandante.

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Jones giustificò la fiducia accordatagli. Al comando di una squadra di 11 navi, insieme alla flottiglia a remi russa del contrammiraglio Karl Heinrich di Nassau-Siegen, nel giugno del 1788 sconfisse la flotta turca nei pressi della fortezza di Ochakov sul Mar Nero. Il nemico perse 15 navi, 6 mila uomini furono uccisi, e oltre 1.500 vennero fatti prigionieri.

John Paul Jones era in attesa di essere assegnato al Mar Baltico quando si trovò improvvisamente al centro di uno scandalo sessuale: fu accusato di aver violentato una bambina di dieci anni. Anche se le accuse furono ritirate dopo il processo, divenne persona non grata in Russia. Nell’agosto del 1789, il comandante della Marina, irritato e amareggiato, lasciò per sempre il Paese.

4 / Gomes Freire de Andrade (1757-1817)

Prima di arrivare in Russia nel 1788, Gomes Freire de Andrade aveva avuto una carriera di successo nell’esercito di terra e nella marina portoghese. Tuttavia, l’ufficiale sognava una grande guerra, che la sua patria non poteva offrirgli in quel momento.

La Russia stava conducendo contemporaneamente guerre contro l’Impero Ottomano e la Svezia, alle quali de Andrade riuscì a partecipare. Fu uno dei primi a scalare le mura della fortezza di Ochakov il 17 dicembre 1788. Come ricompensa, l’imperatrice Caterina II gli conferì l’ordine militare di San Giorgio di IV classe.

In seguito, il portoghese si recò nel Baltico per combattere contro gli svedesi. Per l’eccellente comando di una batteria galleggiante (una nave a lento movimento dotata di potenti cannoni d’artiglieria per l’assedio di fortezze costiere) durante la prima Battaglia di Svensksund, il 24 agosto 1789, fu premiato con una spada d’oro con l’incisione “Per il coraggio” e promosso colonnello.

Nel 1791, dopo la conclusione delle guerre contro i turchi e gli svedesi, Gomes Freire de Andrade tornò in patria. In Russia tornò nel 1812, ma questa visita non fu amichevole. Come ufficiale della Legione portoghese, partecipò all’invasione su larga scala della “Grande Armata” di Napoleone nell’Impero russo.

Il portoghese non prese parte alle battaglie, poiché stava adempiendo ai suoi doveri di governatore militare della città di Disna (oggi Dzisna, nel nord della Bielorussia). Nell’inverno dello stesso anno lasciò la Russia insieme ai pochi resti delle truppe francesi. Questa volta per sempre.

5 / Luigi Giuseppe di Borbone-Condé (1736-1818)

Molti francesi non accettarono la Rivoluzione del 1789 e combatterono nelle file degli eserciti stranieri per la restaurazione della monarchia. Il più pronto a battersi tra le file realiste emigrate fu il corpo comandato da Luigi Giuseppe di Borbone, principe di Condé.

Per molti anni i soldati di Condé combatterono a fianco degli austriaci, ma dopo la sconfitta e il ritiro dell’Austria dalla guerra nel 1797, il principe fu costretto a cercare un nuovo patrono.

Allora l’imperatore russo Paolo I diede una mano ai realisti e, d’accordo con il re francese in esilio Luigi XVIII, accettò il corpo in servizio. I francesi ricevettero nuove uniformi, oltre a vessilli e stendardi che combinavano i simboli araldici russi e francesi.

Nelle file dell’esercito russo i realisti di Condé parteciparono alla guerra della Seconda coalizione antifrancese e sul campo di battaglia dimostrarono spesso coraggio e notevole forza d’animo. Quando la Russia si ritirò dal conflitto nel 1800, il corpo fu affidato alla Gran Bretagna. In segno di gratitudine per il loro fedele servizio, ai soldati fu lasciato tutto l’equipaggiamento, le armi, le uniformi, oltre a carri e cavalli.

6 / Levin August von Bennigsen (1745-1826)

Il tenente colonnello dell’esercito dell’Elettorato di Hannover barone Levin August Gottlieb Theophilus von Bennigsen entrò al servizio della Russia nel 1773. Qui si mise in mostra nelle guerre contro i polacchi, i turchi e i persiani, e per il suo coraggio ricevette diversi ordini, una spada d’oro con diamanti, oltre a grandi proprietà con numerosi servi della gleba.

Il 7 febbraio 1807, nei pressi della città di Preußisch Eylau (l’odierna Bagrationovsk, nella regione russa di Kaliningrad), nella Prussia orientale, l’esercito russo al comando di Bennigsen combatté ad armi pari con le truppe di Napoleone. Alla fine nessuna delle due parti ottenne una vittoria decisiva, ma per Bonaparte la battaglia fu un vero e proprio fiasco, che fece vacillare la fiducia dei soldati francesi nel loro invincibile imperatore.

Il comandante combatté contro i francesi anche durante la Guerra patriottica del 1812 e la Campagna in Europa dell’esercito russo nel 1813-1814. Poco dopo la fine delle ostilità, chiese il congedo e tornò nella natia Hannover, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.

7 / Giacomo Pio di Borbone-Spagna (1870-1931)

Il duca di Madrid e Angiò, Jaime de Bourbon (nome intero: Jaime Pío Juan Carlos Bienvenido Sansón Pelayo Hermenegildo Recaredo Álvaro Fernando Gonzalo Alfonso María de los Dolores Enrique Luis Roberto Francisco Ramiro José Joaquín Isidro Leandro Miguel Gabriel Rafael Pedro Benito Felipe), pretendente al trono di Spagna, visitò raramente la penisola iberica. Il motivo è da ricercare negli insuccessi subiti dai Borboni spagnoli nella lotta per il potere nel Paese.

Il duca visse e studiò in diversi Paesi d’Europa, finché nel 1896 non arrivò in Russia, dove lo attendeva una brillante carriera militare. Salito al grado di colonnello, lo spagnolo fece in tempo a prestare servizio nella Guardia imperiale, a partecipare all’intervento dell’Alleanza delle otto potenze in Cina nel 1900 e alla Guerra russo-giapponese del 1904-1905.

Sul campo di battaglia, l’aristocratico spagnolo rimase sempre in prima linea, dimostrando un coraggio sfrenato. In una delle battaglie contro l’esercito giapponese, il generale Aleksandr Samsonov cercò di condurre il duca fuori da una zona pericolosa, ricordandogli che la Spagna aveva bisogno di lui in vita. “Generale, se fossi un codardo, non sarei degno del mio Paese!”, gli rispose lui.

Il Duca di Madrid e Angiò, che lasciò il servizio russo nel 1910, non divenne mai re. Per i successivi vent’anni continuò a girovagare per l’Europa, visitando di tanto in tanto la Spagna, finché non terminò i suoi giorni a Parigi nel 1931.

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