Il Santo Beato Aleksandr Nevskij. Affresco della cattedrale dell’Arcangelo Michele del Cremlino di Mosca
shakko (CC BY-SA 3.0)Aleksandr Nevskij (1220-1263) entrò nella storia come principe che sconfisse gli invasori stranieri che assediavano la Rus’ dall’Est e dall’Ovest. Vinse tutte le sue battaglie. Particolarmente memorabile è la sua Battaglia del lago ghiacciato (1242), nel corso della quale i russi sconfissero i cavalieri dell’Ordine di Livonia. Queste vittorie procurarono a Nevskij la fama di eroico difensore della Patria, e la sua figura fu esaltata anche nel periodo sovietico, tanto che nel 1938, su impulso del governo, il regista Sergej Ejzenshtejn girò il suo celebre film “Aleksandr Nevskij”.
Un fermo immagine dal film “Aleksandr Nevskij” di Sergej Ejzenshtejn
Sergej Ejsenstejn, Dmitri Vasilyev/Mosfilm, 1938LEGGI ANCHE: Aleksandr Nevskij e la battaglia sul ghiaccio, tra leggenda e realtà
Un altro problema per Nevskij erano i tataro-mongoli che regolarmente facevano delle devastanti incursioni e si facevano pagare dei tributi. Secondo alcune fonti, il principe Aleksandr era in rapporti epistolari con il Papa, il quale gli avrebbe proposto l’aiuto della Santa Sede contro i tataro-mongoli in cambio del riconoscimento del potere del Papa. La risposta di Aleksandr fu negativa, il principe continuò a lottare da solo, procurandosi così anche la fama di difensore dell’ortodossia contro le ambizioni del Vaticano, pertanto nel 1547 fu canonizzato dalla Chiesa russa.
LEGGI ANCHE: Tre comandanti militari russi diventati santi
Nella tradizione cristiana i resti dei santi vengono racchiusi dentro appositi reliquiari detti “arca” (in russo: “рака”; “raka”) per essere venerati dai credenti. L’arca di Aleksandr Nevskij, insieme a quella di Sergio di Radonezh, è tra le più conosciute e venerate della Russia.
La “Piccola arca” del 1695 dell’orafo moscovita N.M. Pshenichnyj
Testus (CC BY-SA 4.0)Aleksandr Nevskij fu sepolto nel monastero della Natività della Vergine a Vladimir. Secondo alcune cronache, i suoi resti sopravvissero miracolosamente all’incendio del 1491. Questo evento divenne una delle premesse della canonizzazione del principe. Dopo l’incendio cominciarono a circolare leggende sui miracoli di Nevskij. Nel 1695 a Mosca fu realizzata una nuova arca dorata, tappezzata con velluto rosso, che è giunta ai nostri giorni.
L’arca al monastero di Aleksandr Nevskij, litografia del 1890
Dominio pubblicoNel 1703 Pietro I fondò la nuova capitale russa, San Pietroburgo, di cui San Pietro era il patrono. Tuttavia, Pietro ne volle un altro, perché vicino al posto dove sorgeva la nuova città si trovava il luogo della storica battaglia del 1240, nel corso della quale Aleksandr Nevskij sconfisse gli svedesi. Nel 1723 Pietro I ordinò di portare l’arca di Nevskij da Vladimir a San Pietroburgo, dove fece costruire un nuovo monastero, consacrato al Santo Beato principe Aleksandr Nevskij.
Arca di Aleksandr Nevskij, anni Dieci del Novecento
Dominio pubblicoAttorno alla metà del XVIII secolo, quando sul trono russo c’era l’imperatrice Elisabetta (figlia di Pietro il Grande), per le reliquie del santo principe fu creata una nuova arca. Questo reliquiario in stile barocco riprende le tradizioni dei sepolcri monumentali della Chiesa cattolica. Il lavoro fu affidato ai migliori argentieri della Russia che impiegarono per realizzarlo 1500 chili di argento.
L’arca con le reliquie di Aleksandr Nevskij
Museo ErmitageIl sepolcro ha la forma di una piramide a 5 livelli con bassorilievi di Aleksandr Nevskij e di varie scene della sua vita. L’arca include anche due piedistalli con trofei e due candelabri. La vecchia, “piccola” arca, fu messa dentro il nuovo sepolcro.
Bassorilievi con scene di battaglia
Museo ErmitageL’arca, venerata dai credenti ortodossi, era anche un’importante attrazione per i viaggiatori stranieri.
L’arca viene aperta nel 1922
Dominio pubblicoDopo la Rivoluzione, nel 1922, mentre infuriava la campagna antireligiosa dei bolscevichi e venivano sequestrati i tesori della Chiesa, l’arca di Aleksandr Nevskij fu pubblicamente aperta. Con ciò, le autorità volevano non solo trovare degli oggetti di valore, ma anche profanare il sepolcro del santo. Le sculture d’argento dovevano finire in fonderia.
Sequestro dei beni del monastero di Aleksandr Nevskij (nella foto si vede la Piccola arca, estratta da quella grande)
Dominio pubblicoGli operatori museali riuscirono tuttavia a persuadere i bolscevichi a non distruggere questa opera d’arte. L’arca fu trasferita all’Ermitage, dove rimase in esposizione per tutti questi anni, con l’unica eccezione del periodo della Seconda guerra mondiale, quando l’arca fu portata via per motivi di sicurezza. Le reliquie del santo dopo la Rivoluzione si trovavano al Museo di storia della religione e dell’ateismo, nello storico edificio della Cattedrale di Kazan di Leningrado (San Pietroburgo), ma nel 1989 sono state restituite alla Lavra (monastero) di Aleksandr Nevskij.
Il sepolcro monumentale di Aleksandr Nevskij all’Ermitage
Museo ErmitageNell’anno 2000, per la prima volta, si è cominciato a discutere dell’ipotesi di una restituzione dell’arca alla Chiesa Ortodossa Russa. Per i credenti, l’esposizione delle reliquie del santo in un museo era un sacrilegio.
Chiesa della Santissima Trinità della Lavra di Aleksandr Nevskij
Lion10 (CC BY-SA 4.0)Il 10 maggio 2023 l’Ermitage e la Chiesa hanno raggiungo l’accordo, in conformità al quale il sepolcro memoriale di Aleksandr Nevskij sarà passato a titolo gratuito alla Lavra di Aleksandr Nevskij in uso temporaneo per 49 anni con eventuale diritto di proroga.
LEGGI ANCHE: Come mettere d’accordo Chiesa e musei
Cari lettori,
a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a:
Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email