La crudeltà, la diffidenza e l’inadeguatezza di Stalin nel valutare gli eventi non erano soltanto particolarità del suo carattere, ma anche conseguenza di una malattia fisica. Tale era l’opinione del terapeuta Aleksandr Majasnikov, che fu uno dei medici del leader sovietico.
“La grave sclerosi delle arterie cerebrali, da noi accertata nel corso dell’autopsia di I.V. Stalin, può sollevare la questione di quanto questa malattia possa aver inciso sulle condizioni di Stalin, sul suo carattere e sulle sue azioni”, scrisse il medico nelle sue memorie.
“Si sa che la sclerosi dei vasi celebrali comporta la denutrizione delle cellule nervose, accompagnata da una serie di disfunzioni del sistema nervoso. In parallelo, si accentuano i tratti caratteristici: il burbero diventa rabbioso, la persona leggermente diffidente diventa diffidente in maniera patologica, comincia ad avere il pallino della persecuzione, e ciò corrisponde pienamente al comportamento di Stalin durante gli ultimi anni di vita.”
“La crudeltà e la diffidenza di Stalin, la paura dei nemici, la sua inadeguatezza nel valutare persone e eventi, la sua ostinazione… credo che tutto ciò, in determinata misura, sia dovuto alla sclerosi delle arterie cerebrali (o, piuttosto, la sclerosi ha accentuato questi tratti del suo carattere)”.
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