Le gomme da masticare ebbero la stessa sorte di molti altri prodotti che non corrispondevano all’idea sovietica di quello che era giusto: ufficialmente non erano proibite, ma erano considerate qualcosa di altamente “deplorevole”.
Il chewing gum era un vero “frutto proibito” per i ragazzi sovietici. Per averla, molti erano addirittura pronti a entrare in contatto con uno straniero, rischiando di finire sotto le attenzioni delle forze dell’ordine.
Fino agli anni Settanta le gomme da masticare in Urss non si producevano. Erano un prodotto noto ai pochi privilegiati che erano stati all’estero (diplomatici, loro familiari, nomenclatura del partito, interpreti, ecc.), ma per un cittadino comune restavano un mistero. Ciò nonostante, l’ideologia ufficiale le condannava, in quanto espressione dell’insensatezza del sistema capitalistico e simbolo dell’inaccettabile cultura americana.
Dopo la morte di Stalin, quando la cortina di ferro cominciò a diventare un po’ più permeabile, in Urss cominciarono ad arrivare vari elementi della cultura occidentale. Nel 1955 i cittadini sovietici ricevettero ufficialmente il diritto di viaggiare all’estero, anche se in realtà che potevano davvero andare in Occidente erano pochissime.
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Tuttavia, anche per i fortunati, andare all’estero significava la necessità di rispettare moltissime condizioni. Dovevano avere una reputazione impeccabile, presentare raccomandazioni da parte del partito, compilare un questionario su 5 fogli e predisporre un apposito certificato medico.
Francia, 1º maggio 1969, un gruppo di turisti sovietici visita la Reggia di Versailles
Vladimir Vojtenko/TASSLo storico dell’arte Mikhail German raccontava: “Ho avuto il certificato medico grazie alle mie conoscenze. Persino a chi era completamente sano, veniva dato malvolentieri. Potevi essere idoneo al servizio militare, […] ma non idoneo per andare all’estero”. Tuttavia, anche chi si recava effettivamente in un Paese straniero, poteva prendere e convertire in valuta soltanto una somma limitata di denaro. Tutti cercavano di comprare qualcosa di importante – un vestito, una radio o un elettrodomestico, pertanto soltanto pochissimo veniva speso per gomme da masticare e altre “sciocchezze”. Quindi, nel Paese questi prodotti venivano portati in quantità limitatissime.
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Non si sa esattamente, quando i primi lotti consistenti di gomma da masticare furono importati dall’Unione Sovietica. Probabilmente è stato nel 1957, quando Mosca ospitò il IV Festival mondiale della gioventù e degli studenti. La capitale sovietica fu inondata da stranieri che talvolta offrivano la gomma da masticare come souvenir, ricevendo in cambio dei ninnoli sovietici, in particolare dei distintivi.
Mosca, 1957. Ragazzi norvegesi e ragazze sovietiche familiarizzano durante il VI Festival mondiale della gioventù e degli studenti
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Se lo scambio amichevole si trasformava in un’operazione commerciale, veniva classificato come “farzovka”, ossia operazione di compravendita o di baratto con controparte estera. Comunque, sia prima che dopo il Festival, proprio in questo modo in Urss penetravano parecchi oggetti occidentali. I “fartsovshchiki” rischiavano di essere arrestati per speculazione e operazioni valutarie, ma ciò non scoraggiava la gioventù sovietica.
Mosca, Urss, 31 luglio 1957. L’elettricista finlandese Urpo Koponen (a sinistra) mostra la sua collezione dei distintivi del Festival internazionale della gioventù e degli studenti agli ammirati scolari moscoviti
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Alla vigilia delle Olimpiadi l’atmosfera era piuttosto tesa, perché molti Paesi capitalistici boicottarono l’evento. Non si potevano neanche escludere tentativi di provocazioni e attentati. L’accesso libero a Mosca fu sospeso, ai ragazzi fu raccomandato di lasciare la città, tanto più che erano in corso le vacanze scolastiche. Chi restava, doveva vigilare ed essere molto attento.
Cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici di Mosca, 3 agosto 1980
МАММ / MDF/Russia in photoOrmai è difficile stabilire la fonte di certe voci, ma si sa comunque che, a un certo punto, nelle città sovietiche che ospitavano le gare, cominciarono a spargersi le voci, secondo cui i poliziotti giravano le aziende e le scuole per informare che era pericoloso entrare in contatto con gli stranieri. Ai ragazzi si diceva che le gomme da masticare che alcuni stranieri offrivano potevano essere avvelenate o, addirittura, nascondere all’interno delle lamette. Si raccontava la storia di un ragazzo che sarebbe finito in ospedale dopo aver accettato un simile regalo. Veniva anche messo l’accento sul fatto che accettare un qualsiasi regalo volesse dire “idolatrare l’Occidente”, e che quello fosse il primo passo con cui si cercava di reclutare nuove spie.
Eppure, molti giovani non si fecero spaventare da minacce e ai divieti. La gomma da masticare era ormai diventata un simbolo della “bella vita” occidentale, attraente seppure inaccessibile. Anzi, un prodotto così raro serviva per farsi belli con i coetanei: alla fine degli anni Settanta, un ragazzo intervistato dal giornale “Pionerskaja Pravda”, confessava di desiderare la gomma da masticare solo per farsela chiedere da altri.
La produzione della gomma da masticare fu avviata in Urss dopo la tragedia accaduta nel 1975 al palazzo dello sport Sokolniki, a Mosca. C’era una partita di hockey su ghiaccio tra le nazionali juniores dell’Urss e del Canada. I canadesi erano sponsorizzati da “Wrigley”, società che produce gomme da masticare. Alcuni dei tifosi vennero allo stadio nella speranza di ottenere questo prodotto occidentale.
Dopo la fine della partita, i tifosi si riversarono verso la zona dove erano parcheggiati i pullman della squadra canadese. L’uscita risultava bloccata. Poi, all’improvviso, si spensero le luci. Secondo una delle versioni, le luci furono spente apposta per impedire ai giornalisti occidentali di filmare i giovani che si contendevano le gomme da masticare. A causa della porta bloccata e delle luci spente, cominciò una ressa, nella quale persero la vita 21 persone, di cui 13 non avevano raggiunto 16 anni.
Dopo l’incidente di Sokolniki, a Erevan (nella Repubblica Socialista Sovietica Armena), nel 1977, per la prima volta, fu avviata la produzione di gomma da masticare. Poco dopo, la produzione iniziò anche presso “Rot Front”, una delle più grandi fabbriche sovietiche dei dolci. Nei negozi sovietici, finalmente, si poteva comprare la gomma da masticare in confezioni da 5 pezzi, con gusti fragola, arancia, menta e caffè.
Fino alla disgregazione dell’Urss i chewing gum occidentali continuarono a essere venduti al mercato nero, ma dopo l’inizio della produzione nazionale non era più ambita come in precedenza. Negli anni Novanta, quando il mercato russo fu invaso da merci straniere, le gomme da masticare estere ben presto presero il posto di quello che si produceva localmente, mentre i ragazzi trovarono un nuovo interessante oggetto da scambiare e collezionare: le figurine di “Turbo”.
Tomsk, Urss, 1º giugno 1990. V. Domashevskij (a sinistra), venditore abusivo di gomme da masticare importate clandestinamente durante un interrogatorio con S.V. Oklej, capo del dipartimento della città di Tomsk dell’OBKhSS, il Dipartimento contro l’appropriazione indebita della proprietà socialista
Vladimir Kazantsev/TASS“Quello che era importante non era la gomma, che dopo i primi cinque minuti perdeva ogni gusto. Nel pacchetto c’erano delle figurine con le immagini di automobili e motociclette. È sostanzialmente grazie a queste immagini che i ragazzi russi impararono a riconoscere le macchine occidentali. Nelle strade si potevano ancora vedere soltanto delle ‘Volga’ e delle ‘Zhigulí’, ma sulle figurine c’erano Lamborghini, Bugatti, Opel e Toyota… Venne persino inventato un gioco, quando due figurine venivano messe uno sopra l’altra, e poi si dava un colpo con il palmo di mano. Se dopo il colpo le figurine si rovesciavano (erano di carta molto leggera), il vincitore si prendeva entrambi i pezzi. In tutto, i pacchetti dei chewing gum ‘Turbo’ contenevano alcune centinaia di foto, e dettero vita al fenomeno del collezionismo delle figurine”.
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