Pelé tra i calciatori sovietici dopo l'amichevole di Mosca, 1965
SputnikIl diciassettenne Edson Arantes do Nascimento, meglio conosciuto come Pelé, giocò contro la nazionale sovietica la sua prima partita in un Mondiale, il 15 giugno 1958, a Göteborg, in Svezia (la prima edizione del campionato iridato a cui l’Italia non riuscì a qualificarsi). Per il futuro “O Rei do Futebol” (“Il Re del Calcio”), nato a Três Corações il 23 ottobre 1940, quel mondiale fu il primo della sua carriera, e quella contro l’Unione Sovietica era appena la sua sesta presenza con la maglia verdeoro.
La partita a gironi della Coppa del Mondo FIFA 1958 tra Brasile e Unione Sovietica
Getty ImagesLe squadre dell’Urss e del Brasile si incontrarono nella partita finale della fase a gironi. A quel punto, avevano raccolto tre punti (una vittoria e un pareggio a testa; allora la vittoria valeva 2 punti) e si giocavano l’accesso diretto ai quarti di finale. Nelle prime due gare della Seleção (un 3-0 rifilato all’Austria e uno 0-0 con l’Inghilterra) il giovane Pelé era rimasto in panchina. Nonostante tutti gli sforzi, i giocatori sovietici non riuscirono a battere i leggendari brasiliani: due gol di Vavá portarono alla vittoria la squadra dell’America Latina e l’Urss fu costretta a uno spareggio (poi vinto 1-0) contro l’Inghilterra.
L'attaccante brasiliano Vava supera due avversari e segna il gol dell'1:0 durante la partita a gironi della Coppa del Mondo FIFA 1958 contro l'URSS
Getty ImagesPelé voleva a tutti i costi segnare nella sua partita d’esordio, ma Viktor Tsarjov (1931-2017), che lo marcava stretto, non gli lasciò alcuna chance. “Pelé non giocò male”, ha ricordato il calciatore Nikita Simonjan: “Si vedeva subito che era bravo; leggero, intelligente, veloce, tecnico. Ma il nostro difensore Vitja Tsaryov lo seppe fronteggiare”. Il brasiliano non dimenticò il difensore sovietico e, molti anni dopo, durante una visita a Mosca, chiese chi fosse il giocatore con il numero 5 sulla maglia in quella sua prima partita.
Pelé e il portiere sovietico Anzor Kavazashvili dopo l'amichevole di Mosca, 1965
Evgenij Kassin, Vladimir Musaelyan/TASSPur non avendo segnato contro l’Urss, il giovane prodigio si mise però in luce nelle partite successive: nei quarti di finale divenne l’autore dell’unico gol vincente contro il Galles; nella semifinale contro i francesi realizzò una tripletta nel 5-2 e, nella finale, segnò due volte contro i padroni di casa della Svezia (altro 5-2) Il Brasile alzò la Coppa Rimet e Pelé divenne una leggenda vivente (più giovane campione del mondo della storia, a 17 anni e 249 giorni).
Pelé festeggia il suo gol contro l'Italia durante la partita finale dei Mondiali di calcio del 1970
Yurij Morgulis/TASSFu ai Mondiali del 1958 che Pelé divenne amico di Lev Jashin (1929-1990), l’unico portiere ad aver mai ricevuto il Pallone d’Oro (nel 1963, battendo Gianni Rivera e Jimmy Greaves). “Per quanto riguarda il più grande portiere di tutti i tempi, Lev Jashin, lo conoscevo bene”, ha ricordato in seguito l’attaccante: “È stato il mio primo amico fuori dal Brasile”.
Pelé tra i calciatori sovietici dopo l'amichevole di Mosca, 1965
SputnikNel luglio 1965, Pelé volò a Mosca per un’amichevole contro la nazionale sovietica e, con sua grande delusione, apprese che, a causa di un infortunio, Jashin non sarebbe stato tra i pali. Il portiere, tuttavia, incontrò l’attaccante durante l’allenamento pre-partita e gli regalò un samovar in miniatura. La partita si concluse 3-0 in favore dei brasiliani e Pelé segnò due gol.
Lev Jashin regala un samovar in miniatura a Pelé prima dell'amichevole a Mosca, 1965
Getty ImagesO Rei desiderava ardentemente segnare contro uno dei migliori portieri del mondo e, nell’amichevole di ritorno a Rio de Janeiro, che si giocò nel novembre successivo, il suo desiderio finalmente si avverò. Fu l’autore di uno dei due gol presi da Jashin nella partita terminata 2-2.
Pelé e Lev Jashin, 1988
Aleksandr Yakovlev/TASS
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