Perché i leader e le celebrità sovietiche spesso cambiavano il loro nome e cognome?

Stalin nel 1937

Stalin nel 1937

Dominio pubblico
Iosif Dzhugashvili divenne Stalin, ma il suo non fu certo un caso isolato. Anzi, in Urss era un fenomeno piuttosto comune scegliere come farsi chiamare

Oggi è difficile immaginare un presidente di un qualsiasi Paese che assuma uno pseudonimo come una star del mondo dello spettacolo e consegni il suo vero nome e cognome all’oblio. Ma meno di un secolo fa nell’Urss era quasi la norma. E non furono solo i politici di alto livello a farlo. Scienziati, attori, registi e scrittori fecero spesso lo stesso. Il criterio ideale per un nuovo “pseudonimo”era di solito che “suonasse” più russo…

Per liberarsi di un cognome osceno

Prima che i bolscevichi salissero al potere nel 1917, cambiare il cognome era un compito arduo; quasi impossibile. Le uniche eccezioni riguardavano la nobiltà in circostanze particolari o gli stranieri che adottavano il cristianesimo ortodosso: in questo caso potevano abbandonare il proprio nome e cognome e prenderne di russi.

I cognomi storicamente si formavano per lo più secondo alcune regole: dai nomi di battesimo (ad esempio Denisov dal nome Denis), dai soprannomi (Tuchkov dalla parola “tuchnyj” cioè “grasso”, o Kozlov da “kozjól”; “caprone”), dalle professioni (Maslennikov, Kljuchnikov, Svechnikov; dalle parole che significato “burro”, “chiave”, “candela”) o dai nomi geografici e topografici. Ma l’era sovietica iniziò con la rottura dell’ordine consueto e uno dei suoi primi decreti introdusse il permesso di cambiare i cognomi. Qualche anno dopo, nel 1924, anche i nomi poterono essere cambiati.

La procedura non era complicata e molte persone si affrettarono ad approfittarne. Per coloro che lavoravano in ambito pubblico ed erano famosi, a volte era addirittura necessario. Così, nel 1979, al primo cosmonauta bulgaro Georgi Kakalov fu rifiutato l’ingresso in orbita finché non avesse cambiato il suo cognome (in russo, come in italiano del resto, Kakalov evoca associazioni oscene con le feci e la defecazione). Finì per volare in orbita come Georgij Ivanov.

La tuta spaziale di Georgij Ivanov dopo il suo volo a bordo della navicella Sojuz 33

Tuttavia, della procedura di cambio del cognome non si servì solo chi ne aveva uno dal suono offensivo e indecente. 

Per diventare se stessi

La persona più famosa che ha cambiato il suo cognome non russo è probabilmente Iosif Stalin. Il georgiano Iosif Dzhugashvili usò più di 30 pseudonimi, con i quali era conosciuto nei circoli rivoluzionari fino al 1911. All’epoca, veniva chiamato più spesso Koba, un nome molto simbolico per la Georgia. Koba è l’equivalente georgiano del nome del re persiano Kobadesh, che conquistò la Georgia orientale alla fine del V secolo e fece di Tbilisi la capitale per 1500 anni. Il giovane Dzhugashvili era rimasto evidentemente colpito da questi parallelismi storici.

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Tuttavia, Koba come pseudonimo era comodo e comprensibile solo nel Caucaso, mentre le ambizioni del rivoluzionario georgiano cominciarono a estendersi ben oltre la regione di provenienza. La sua influenza raggiunse il livello di tutto l’Impero e i legami con le sezioni russe del partito crebbero. Un nuovo ambiente culturale e linguistico richiedeva un nome diverso, un nome dal suono russo. Nel gennaio 1913 firmò per la prima volta con il nuovo pseudonimo “Stalin” il suo lavoro teorico “Marxismo e questione nazionale”, e alla fine lo scelse come suo nome ufficiale. La prima associazione che viene in mente a un russo quando si parla di Stalin è quella con “stal”; “acciaio”, ed effettivamente sembra un nome estremamente azzeccato, conoscendo il personaggio storico. 

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Il segretario generale del Pcus Jurij Andropov, invece, ebbe un motivo diverso per cambiare il suo cognome con uno più eufonico russo. 

Per nascondere le proprie origini  

I ricercatori che studiano le biografie dell’élite del Partito comunista dell’Unione Sovietica affermano che Andropov, che guidò l’Urss dal 1982 al 1984, aveva originariamente il cognome Lieberman e lo cambiò cinque volte nel corso della sua vita (le informazioni sul suo passato sono ancora secretate). Si presume che suo padre Wielwa Lieberman fosse un ebreo polacco e che Andropov fosse il cognome del suo secondo patrigno.

Il Segretario generale dell'URSS Jurij Andropov

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Nascondere la propria etnia in Urss era giustificato dalla politica statale. In Urss c’erano 128 “nazionalità”, ma la nazione titolare era quella russa, cosa rimarcata soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il primo impulso al nuovo corso fu il brindisi di Stalin durante un ricevimento al Cremlino il 24 maggio 1945, quando sottolineò il ruolo del popolo russo come forza guida e lo definì “la nazione più straordinaria tra tutte quelle che compongono l’Unione Sovietica”. 

Una copia del certificato di nascita di Andropov, datato 17 marzo 1932

L’appartenenza etnica (che era persino riportata sui documenti di identità) in Urss aveva un impatto tacito sulla progressione di carriera e sull’accesso alle risorse sociali, educative e scientifiche. In breve, se si voleva raggiungere una certa posizione, un cognome non russo poteva costituire un ostacolo. Questo era particolarmente vero per le persone di origine ebraica. Gli ebrei ebbero difficoltà in particolare dopo la fondazione dello Stato di Israele nel 1948, visto che si cominciò ad attribuire loro un orientamento filo-occidentale e un entusiasmo patriottico ebraico (agli occhi delle autorità sovietiche, ciò era prova di slealtà verso la patria sovietica).

L'ammiraglio della Flotta dell'Unione Sovietica Ivan Isakov

Questa “lotta contro il cosmopolitismo” (come veniva chiamata la campagna politica contro le tendenze occidentali) permeava tutti gli ambiti, dalla letteratura e l’arte alle scienze. Per questo motivo, molti esponenti dell’intellighenzia creativa e intellettuale cercarono di migliorare la loro situazione cambiando nome. Tra questi, il comandante e ammiraglio sovietico Ivan Isakov (in origine era l’armeno Hovhannes Ter-Isaakyan), l’Artista del Popolo dell’Urss Faina Ranevskaja (ebrea; il suo nome di nascita era Fanny Feldman), il vincitore del Premio Lenin e attore Innokentij Smoktunovskij, proveniente da una famiglia di ebrei polacchi esiliati in Siberia (alla nascita era Smoktunovich), e molti altri.

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