Così i sovietici costruirono la prima auto da corsa a turbogetto capace di correre a 1.000 km/h

Museo "GAZ"
Il progetto avrebbe dovuto battere il record di velocità su strada… ma l’esperimento finì in tragedia

Negli anni Cinquanta, la leadership sovietica amava battere i record (o almeno provarci!), sia nello spazio che sulla Terra. Nel tentativo di battere il record mondiale di velocità su strada, un ingegnere sovietico propose un'idea molto ambiziosa: costruire un'auto da corsa alimentata da un motore a turbogetto.

All'epoca il record assoluto di velocità su terra era di 634 km/h, stabilito dal pilota britannico John Cobb. L'ingegnere sovietico Aleksej Smolin, che aveva esperienza nella progettazione sia di aeroplani che di auto da corsa, mirava a sviluppare un'auto che potesse raggiungere i 1.000 km/h.

Aleksej Smolin (1907-1986)

Smolin immaginò un'auto da corsa leggera dotata di una carrozzeria aerodinamica e alimentata da un motore a turbogetto. Si assicurò il sostegno dell'ingegnere capo della famosa fabbrica di automobili GAZ, e si mise al lavoro.

Nel 1954 fu costruita la prima auto a turbogetto. L'automobile, simile a un razzo, fu chiamata GAZ-SG3.

Per ottenere un peso minimo, la carrozzeria dell'auto fu realizzata in duralluminio, un metallo ampiamente utilizzato nell'aviazione e nell'ingegneria spaziale.  

Le ruote dell'auto furono prese e adattate da un caccia MiG-15 e il motore da un jet da combattimento MiG-17.  

Il motore a turbogetto creava una potenza sufficiente per raggiungere i 1.000 km/h. Tuttavia, l'alta velocità creava ovviamente ben altri problemi ingegneristici.

Innanzitutto, gli ingegneri dovettero sviluppare pneumatici adatti a sopportare velocità estremamente elevate; in secondo luogo, era necessario avere a disposizione una pista di decollo adeguata per il primo giro di prova. Si rivelò estremamente difficile trovare una pista adatta allo scopo.

Alla fine, dopo aver risolto entrambi i problemi, arrivò il giorno del test.

Nel novembre 1954, il pilota automobilistico sovietico Mikhail Metelev si allacciò le cinture sulla pista dell'aeroporto militare di Gorkij, a Nizhnij Novgorod, e si preparò per la corsa.

Per precauzione, gli ingegneri ordinarono al pilota di non superare il limite di 300 km/h durante il primo giro di prova, nonostante ci fosse un obiettivo molto più ambizioso all'orizzonte.

Nonostante le misure di sicurezza, il primo giro di prova si concluse in modo catastrofico: l'auto si schiantò in modo irreparabile. Fortunatamente, il pilota riportò solo una ferita lieve (una frattura all'alluce). 

Un fallimento così epico durante il test della prima auto da corsa a turbogetto dell'URSS fu simile a una condanna a morte dell'ambizioso progetto.

Così, il progetto fu ufficialmente chiuso nel 1957. Otto anni dopo, il pilota americano Craig Breedlove dimostrò al mondo che l'obiettivo sognato dall'ingegnere sovietico era possibile da raggiungere: Breedlove portò la sua auto a turbogetto, soprannominata "Spirit of America", fino a 600,6 miglia orarie, pari a 966,5 km/h.

L'auto a turbogetto, soprannominata

Oggi, i resti della prima auto da corsa sovietica a turbogetto sono esposti nel Museo GAZ di Nizhnij Novgorod, in Russia. 

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