Così per una scommessa due giornalisti canadesi mangiarono i ritagli dei propri articoli nel borsch

Il numero 10 della squadra sovietica di hockey su ghiaccio Aleksandr Maltsev e il numero 15 del Canada Red Berenson si contendono il disco durante le Summit Series del 1972 al Palazzo dello sport “Luzhnikí” di Mosca

Il numero 10 della squadra sovietica di hockey su ghiaccio Aleksandr Maltsev e il numero 15 del Canada Red Berenson si contendono il disco durante le Summit Series del 1972 al Palazzo dello sport “Luzhnikí” di Mosca

Melchior DiGiacomo/Getty Images
Accadde negli anni Settanta dopo la Summit Series, una serie di incontri di hockey su ghiaccio fra Unione Sovietica e Canada, quando l’intera stampa canadese scommise che l’URSS non avrebbe vinto nemmeno una partita. In molti dovettero rimangiarsi le proprie parole. Letteralmente

In questa famosa fotografia, scattata nel settembre 1972, il reporter canadese Dick Beddoes mangia un piatto di borsch con i ritagli stracciati di un suo articolo, che aveva scritto prima della prima partita di hockey tra Canada e URSS.

Beddoes non fu l'unico reporter a sbagliare le previsioni della Summit Series, una serie di otto incontri di hockey su ghiaccio fra Unione Sovietica e Canada, e a rimangiarsi le proprie parole. 

Dick Beddoes ( 1926-1991) fu un celebre giornalista sportivo canadese, firma del “Vancouver Sun” e del “Globe and Mail” e più tardi commentatore in radio e tv

Il mondo libero contro il Comunismo

Sebbene l’incontro di hockey fosse stato organizzato per far scendere in campo i migliori tra i migliori, la posta in gioco era molto più alta rispetto a un semplice campionato sportivo. Per milioni di spettatori in tutto il mondo, l’incontro rappresentava uno “scontro” di portata molto più grande: si trattava di una rivalità di carattere ideologico, incarnata dal mondo libero in lotta con il Comunismo. E i giornalisti non erano esenti dal prendere posizione. Nel settembre 1972, l'obiettività veniva confusa con il tradimento.

A cinque partite dalla fine, Trent Frayne del Toronto Star fu seriamente rimproverato dall'organizzatore del torneo Alan Eagleson: i due uomini avevano scambiato qualche parola fuori da un ascensore dell'Intourist Hotel di Mosca, dopo la quinta partita della serie. "Cosa ne pensi?" chiese Eagleson. Frayne rispose che era rimasto impressionato dal controllo del disco e dai passaggi dei giocatori sovietici. "Devi essere un comunista del cazzo", esclamò Eagleson.

Alcuni dei 3.000 tifosi canadesi giunti in Urss applaudono e sventolano la bandiera canadese durante la partita tra il Canada e l’Unione Sovietica nella gara 6 delle Summit Series del 1972, il 24 settembre 1972 al Palazzo dello sport “Luzhnikí” di Mosca, vinta per 3-2 dai nordamericani

"È stata la prima volta che ho visto la stampa così unita in una causa comune", disse Ralph Mellanby, responsabile dell’"Hockey Night in Canada". "Sono tutti contro i russi. È incredibile".

Le previsioni della stampa

Prima della Summit Series del 1972 a Toronto, i media sportivi canadesi e americani erano concordi nel ritenere che la squadra canadese avrebbe prevalso incondizionatamente sui sovietici.

La squadra canadese si schiera durante le presentazioni dei giocatori prima della gara 5 delle Summit Series del 1972, il 22 settembre 1972 al Palazzo dello sport “Luzhnikí” di Mosca. Il match fu vinto 5-4 dall’Urss

"La squadra NHL li massacrerà in otto partite", scrisse Gerald Eskenazi sul New York Times.

"Otto a zero per il Canada… e questo è il punteggio della prima partita", scrisse Fran Rosa del Boston Globe.

Anche l'editorialista del Globe and Mail, Dick Beddoes, lanciò la sua scommessa: "Scommettiamo sul Canada otto partite a zero! Se i russi vincono una partita, mangerò questa rubrica fatta a pezzi, a mezzogiorno in punto, in una ciotola di borsch sui gradini dell'ambasciata russa".

Le scommesse

L'altro giornalista canadese che sbagliò le previsioni e si rimangiò le proprie parole fu John Robertson.

Scrivendo per il Montreal Star, Robertson prese una posizione totalmente in contrasto con il consenso generale dei media canadesi: disse che la squadra sovietica avrebbe vinto sui giocatori canadesi! A sostegno della sua previsione, che all'epoca appariva estremamente irrealistica per chiunque in Canada, Robertson promise di rimangiarsi la sua rubrica se si fosse rivelata errata.

Tra i suoi colleghi e lettori, John Robertson si era guadagnato la reputazione di provocatore.

John Robertson (1934-2014), giornalista canadese amante delle provocazioni, predisse sulle colonne del “Montreal Star” cocenti sconfitte per la nazionale del Canada, sollevando grandi polemiche in patria

Robertson fece infuriare tutti, dagli organizzatori del torneo ai giocatori canadesi, e persino i lettori di The Globe and Main.

Robertson disse che quella previsione si basava sulle sue osservazioni personali della squadra sovietica all'opera, oltre che sulla rappresentazione inadeguata dei sovietici sulla stampa canadese.

Il giocatore professionista di hockey Jean Ratelle del Canada controlla il disco durante una partita delle Summit Series 1972 contro l’Unione Sovietica, settembre 1972

"Prima dell'inizio della partita, ricordo di essermi seduto in tribuna con un gruppo di giocatori canadesi. Amavo questi ragazzi, ma erano seduti lì a ridicolizzare la divisa dei russi e a ridere di loro. Nessuno voleva dar loro una possibilità. La rubrica era per metà seria e per metà frivola. Ma ero stato in Russia e avevo scritto articoli sul loro programma di hockey. E pensavo davvero che fosse una squadra migliore di quanto si pensasse", scrisse Robertson in seguito.

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Rimangiarsi le parole

La prima partita dell’incontro causò un grosso sconvolgimento nella storia dell'hockey canadese. Il 2 settembre 1974, i sovietici stupirono i 18.000 spettatori canadesi del Montreal Forum, battendo i rivali per 7-3… andando contro ogni pronostico!

La squadra dell’Unione Sovietica festeggia dopo la vittoria in gara 5 delle Summit Series del 1972, il 22 settembre 1972 al Palazzo dello sport “Luzhnikí” di Mosca

Subito dopo la vittoria sovietica, fu scattata la famosa foto di Dick Beddoes che mangia un piatto di borsch con i pezzi del suo articolo stracciato, seduto sui gradini dell'ambasciata sovietica in Canada. Il giornalista ammise che la sua previsione era sbagliata e mantenne la sua promessa.

J.P. Parise, numero 22 del Canada, e il numero 6 dell’Unione Sovietica Valerij Vasiliev si scontrano durante le Summit Series del 1972 al Palazzo dello sport “Luzhnikí” di Mosca

Nella seconda partita della serie, i canadesi si imposero per 4-1. Complessivamente, la squadra del Canada vinse quattro partite su sette e prevalse sui sovietici, che ebbero la meglio sulle restanti tre. La rivalità canadese-sovietica sul ghiaccio passò alla storia come, forse, la più intensa e competitiva di sempre. I giocatori di ciascuna squadra si guadagnarono il rispetto dei rivali e del pubblico di entrambe le parti del mondo. 

Il numero 8 del Canada Rod Gilbert lotta con il numero 12 dell’Unione Sovietica Evgenij Mishakov durante la gara 5 delle Summit Series, il 22 settembre 1972 al Palazzo dello sport “Luzhnikí” di Mosca

Alla fine, la previsione di John Robertson - ovvero la vittoria della squadra sovietica - si è rivelata molto più vicina al risultato di quanto non lo fosse il pronostico oltremodo ottimistico della stampa canadese. Per quanto Robertson fosse vicino al risultato giusto, non lo nominò: i canadesi non persero contro i sovietici come aveva previsto. 

Super Series di hockey tra le squadre nazionali dell’Urss e del Canada nel 1972. Palazzo dello sport “Luzhnikí” di Mosca

Si racconta che al suo ritorno a Montreal da Mosca, i colleghi di Robertson gli servirono un piatto condito con i brandelli della sua rubrica. Una scommessa è una scommessa... l'uomo non batté ciglio e mangiò tutto quello che c'era nel piatto! 

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