Così un funzionario sovietico divenne uno dei principali propagandisti del nazismo

Russia Beyond (Foto: foto d'archivio: Getty Images)
Karl Albrecht credeva sinceramente negli ideali comunisti. Ma in seguito ciò non gli impedì di servire fedelmente Hitler

“Noi socialisti tedeschi, vostri sinceri amici! Il nostro leader, Adolf Hitler, porta la liberazione della vostra patria! Migliaia di operai e contadini tedeschi hanno già dato la vita per la vostra libertà!”. Così Karl Albrecht, uno dei più importanti propagandisti del Terzo Reich, scriveva nel 1942 nell’opuscolo “Questo è uno Stato socialista?” distribuito nei territori occupati . 

Sorprendentemente, dieci anni prima questo stesso uomo era stato uno dei principali funzionari sovietici a capo dell'intera industria forestale dell'URSS. Come si è arrivati a questo drammatico cambiamento?

Un fedele comunista

Karl Albrecht (nato Lev) si unì ai comunisti subito dopo la fine della Prima guerra mondiale. Nel 1923, non riuscendo a trovare un lavoro nella Germania in profonda crisi, seguì il consiglio dei suoi compagni di Partito e partì per la Russia sovietica, che accoglieva professionisti stranieri.

Karl Albrecht

Non avendo conoscenze forestali, Albrecht si iscrisse all'Istituto agrario di Leningrado (oggi San Pietroburgo). L'istruzione incompleta, la scarsa esperienza lavorativa e la scarsa conoscenza della lingua russa non impedirono al laborioso, ambizioso e disponibile compagno di intraprendere una carriera spettacolare: da semplice ingegnere forestale divenne in pochi anni capo della sezione forestale e dell'industria del legname dell'Ispettorato dei lavoratori e dei contadini.

I compiti di Albrecht comprendevano la supervisione di uno dei settori più redditizi dell'industria sovietica. Era responsabile degli audit forestali nelle diverse regioni del Paese e riferiva direttamente ai capi di Stato i risultati ottenuti. 

Nel 1930 compì viaggi di lavoro in Scandinavia e Germania, da dove tornò pieno di nuove idee per modernizzare l'industria forestale sovietica. Uno degli ostacoli più importanti allo sviluppo del settore, secondo lui, era l'uso di prigionieri e deportati, e per questo ne criticava costantemente lo sfruttamento abusivo.

Il funzionario era così apertamente insoddisfatto della gestione dell'industria che egli supervisionava, che si fece molti nemici tra i suoi colleghi di alto livello. La famiglia della famosa comunista tedesca Clara Zetkin, con la quale Karl era molto amico, una volta gli consigliò di fare molta attenzione se non voleva finire in Siberia…

Col tempo, Albrecht cominciò a pensare seriamente di lasciare l'URSS. Durante un suo viaggio in Estremo Oriente, nel marzo del 1932, chiese al consolato tedesco di Vladivostok di poter rientrare in patria e poco dopo fu arrestato dai servizi di sicurezza sovietici come spia tedesca. 

Dopo un anno e mezzo di carcere, Karl Albrecht fu graziato e rilasciato. “Non potevamo credere ai nostri occhi quando un giorno, nel 1934, Albrecht si presentò all'ambasciata e chiese di tornare in Germania con la moglie e il figlio russi”, ha scritto il diplomatico tedesco Hans von Herwart nel suo libro “Tra Hitler e Stalin”: “Ci spiegò che, nonostante il suo successo professionale, non gli era piaciuto lavorare ed era stufo dell'Unione Sovietica e delle terribili politiche di Stalin, che non gli piacevano affatto. Neanche l'ascesa al potere dei nazionalsocialisti riuscì a cambiare la sua decisione di tornare in Germania.

LEGGI ANCHE: L’URSS sotto l’occupazione nazista 

Al servizio del Terzo Reich

In patria, però, l'ex funzionario sovietico non trovò un luogo fatto di rose e fiori. L'unica fonte di reddito che aveva era una piccola pensione di invalidità, che riceveva per i danni subiti durante la guerra.

Karl aveva cercato di trovare lavoro in Turchia, senza successo. E così, disperato, stava per chiedere di tornare in Unione Sovietica quando fu improvvisamente avvicinato dal Ministero del Reich per l'istruzione pubblica e la propaganda. Albrecht fu così coinvolto nel lavoro dell'organizzazione Anticomintern, che coordinava la campagna di propaganda antisovietica.  

La copertina del libro

Avendo vissuto per molti anni in URSS, conoscendo perfettamente i principi della struttura e del funzionamento della società sovietica, divenne una risorsa preziosa per i propagandisti nazisti. Iniziò a trasmettere attivamente alla radio e a scrivere l'opera principale della sua vita, il libro “Il socialismo tradito. Dieci anni come alto funzionario statale in Unione Sovietica”.

Pubblicato nel 1938, il libro era una critica devastante a Stalin, ai “dittatori giudeo-bolscevichi” e al sistema politico-economico che avevano creato. Alla fine della Seconda guerra mondiale, una delle opere di propaganda più importanti della storia del Terzo Reich aveva una tiratura di oltre due milioni di copie. 

Karl Albrecht lavorò per il Ministero della propaganda fino al 1942, ma il suo carattere ostinato si fece sentire anche lì: a causa di alcuni conflitti con la dirigenza, passò all'”Organizzazione Todt”, che svolgeva lavori di costruzione nei territori occupati e utilizzava attivamente la manodopera dei prigionieri di guerra a questo scopo.

Prigionieri tedeschi catturati dai soldati americani nelle strade di Aquisgrana

Vedendo la rapida crescita della resistenza all'Armata Rossa, Albrecht si batté per un cambiamento di atteggiamento nei confronti della popolazione dei territori occupati e per il rientro nel Reich dei lavoratori dell'Est. Egli sosteneva che era necessario cooperare con i russi, non con scopi punitivi, ma per “guidarli e accompagnarli”, per migliorare le loro condizioni di vita e quindi aumentare la loro produttività. Su sua iniziativa, furono create delle imprese per dare un esempio del corretto, secondo lui, utilizzo dei prigionieri di guerra sovietici.  

L'abitudine di esprimere apertamente le proprie opinioni, non sempre in linea con quelle del governo, non permise ad Albrecht di rimanere a lungo nello stesso posto. Nel 1944 si arruolò nelle Waffen-SS, dove si occupò di propaganda tra i prigionieri di guerra e i volontari dell'est. Negli ultimi giorni di guerra fu promosso al grado di Sturmbannführer SS e gli fu assegnato un battaglione, con il quale si arrese agli americani.

L'ex funzionario sovietico, divenuto funzionario nazista, fu rilasciato due anni dopo. Riuscì ad evitare conseguenze più gravi grazie ai suoi “discorsi in difesa del popolo russo”. Karl Albrecht, stabilitosi nella RFT (Repubblica Federale Tedesca ), si impegnò nella propaganda anticomunista quasi fino agli ultimi anni della sua vita. 

LEGGI ANCHE: La spia sovietica che spacciandosi per un tedesco terrorizzò i nazisti nella Seconda guerra mondiale 

Cari lettori, 

a causa delle attuali circostanze, c’è il rischio che il nostro sito internet e i nostri account sui social network vengano limitati o bloccati. Perciò, se volete continuare a seguirci, vi invitiamo a: 

  • Iscrivervi al nostro canale Telegram
  • Iscrivervi alla nostra newsletter settimanale inserendo la vostra mail qui
  • Andare sul nostro sito internet e attivare le notifiche push quando il sistema lo richiede
  • Attivare un servizio VPN sul computer e/o telefonino per aver accesso al nostro sito se risultasse bloccato nel vostro Paese

Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie