Krutikov, l’architetto visionario che immaginò le città volanti dell’URSS

Russia Beyond (Photo: S.O. Khan-Magomedov/Russian Avant-Garde Foundation, 2008)
Progettò un nuovo tipo di centri urbani che avrebbero fluttuato sopra la Terra: un nuovo e futuristico concetto di “città” che avrebbe dovuto rivoluzionare e caratterizzare la neonata società comunista

Nel 1928, uno studente dell’Istituto superiore di Arte e Tecnica di San Pietroburgo si preparava a discutere la sua tesi di laurea. Non immaginava che la sua presentazione sarebbe stata il primo passo teorico verso la migrazione dell’essere umano nell’orbita terrestre. 

L’idea di quel ragazzo, Georgij Krutikov, si fondava su un principio piuttosto semplice, secondo cui ogni società ha sviluppato un design unico per le proprie città. Per esempio, le società feudali tendevano a costruire i loro centri urbani intorno a fortezze e a disporle in forma circolare, mentre le società capitaliste tendono a disporre le strade in modo rettangolare.

Georgij Krutikov

Krutikov sosteneva che anche la nuova società comunista meritava di avere una propria struttura urbanistica, e nella sua tesi di laurea propose l’idea di una città volante, pensata per essere diffusa in tutta l’URSS del futuro. All’epoca, quel suo lavoro fece scalpore. 

Il giovane architetto propose infatti di liberare la terra, lasciandovi solo le fabbriche e gli altri impianti di produzione, e trasferire permanentemente gli esseri umani in città comuni fluttuanti nell'aria.

L'immagine qui sopra mostra la visione generale che Georgij Krutikov aveva della nuova città: i grattacieli residenziali si alzano su una piattaforma ad anello dove, secondo l'architetto, dovevano essere collocati locali di servizio e strutture tecniche.

Per trasportare gli esseri umani dalla Terra alla città volante e viceversa, Krutikov propose di utilizzare piccole cabine volanti autosufficienti, simili ai veicoli del film “Oblivion” (2013).

Diversamente dal film, però, Krutikov immaginò cabine volanti che potevano essere utilizzate anche come alloggi temporanei, parte autonoma di edifici fissi più grandi. 

Nel progetto, le cabine avevano una forma aerodinamica ed erano dotate di mobili trasformabili che potevano cambiare a seconda delle circostanze e delle necessità del pilota. Secondo il progetto, le cabine sarebbero state anche in grado di agganciarsi all'edificio principale.

Oltre all’architettura, Krutikov aveva un’altra passione: quella per i dirigibili. Credeva infatti che in un futuro molto vicino gli scienziati avrebbero scoperto o inventato nuove forme di energia, rendendo la sua “città volante” una realtà. 

Pertanto, egli credeva che l’attuazione del suo piano futuristico fosse solo questione di tempo. 

I sostenitori del lavoro di Krutikov considerarono il suo progetto un passo significativo nell’architettura di avanguardia; i più scettici, invece, lo criticavano perché eccessivamente fantasioso e irrealistico.

Nonostante le critiche, il giovane architetto discusse con successo la sua tesi davanti a una commissione di accademici. Intraprese poi la carriera di architetto, concentrandosi però su progetti ben più realistici rispetto alla “città volante”: Krutikov, ad esempio, progettò vari edifici amministrativi e residenziali di Mosca.

Quell’architetto visionario morì nel marzo del 1958. E la sua idea non divenne mai realtà.

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