Non è passato molto tempo da quando queste città e villaggi, oggi abbandonati, inondati o distrutti da disastri naturali, figuravano sulle cartine geografiche della Russia. Cosa c’è adesso al loro posto?
Il monastero Afanasjevskij a Mologa
Museo-riserva statale di Storia, Architettura e Arte di Jaroslavl / RussiainphotoL'Atlantide russa, come viene spesso chiamata questa città commerciale, in passato molto prospera, è stata inondata durante la costruzione del bacino di Rybinsk, negli anni '40.
La città di Mologa (270 km a nord di Mosca), risalente al XII secolo, era un importante centro per il commercio e ospitava grosse fiere.
Prima dell’inondazione, qui vivevano circa 7.000 persone, che impiegarono diversi anni a rifarsi una vita altrove. Le case di tronchi furono distrutte e portate via dalla corrente; gli edifici in pietra, invece, furono demoliti per evitare che creassero problemi alla navigazione.
La maggior parte degli ex residenti di Mologa si stabilì vicino alla città di Rybinsk, dove oggi c'è il Museo della Regione di Mologa.
Il luogo in cui un tempo sorgeva Mologa
Yurij Sharov/SputnikA volte il livello dell'acqua nell'area dove sorgeva Mologa si abbassa, e i resti dei suoi edifici emergono in superficie. La città allagata attira molti turisti e sommozzatori, che si immergono per cercare le vecchie strade e i resti delle case.
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Una delle strade centrali di Vesjegonsk. La foto è stata scattata prima del 1916
Dominio pubblicoLa città di Vesyegonsk (420 km a nord di Mosca), nella parte settentrionale del bacino di Rybinsk, ha subìto lo stesso destino di Mologa. Anch’essa era una vecchia città commerciale con una galleria di negozi, case nobiliari ed edifici in pietra. Prima di essere inondata, Vesyegonsk aveva una popolazione di circa 6.000 persone. Le sue case cominciarono a essere smantellate nel 1940, e la città fu inondata nel 1943. La Seconda guerra mondiale era già in corso, e gli uomini erano stati arruolati nell'esercito. Così tutto il lavoro di reinsediamento fu fatto dalle donne. I residenti furono trasferiti in fattorie collettive a sud della vecchia città e il nuovo insediamento fu ribattezzato con lo stesso nome.
I resti di un'antica porta genovese ad Azov
Google MapsAlla periferia dell'attuale città di Azov, nella Russia meridionale, c'è una strada che porta il nome della città italiana di Genova; ci sono anche i resti di un'antica porta genovese, che faceva parte di una fortezza medievale. Nei secoli XII-XIV, questo luogo faceva parte della città di Tana, fondata da mercanti italiani. Una parte era popolata dai genovesi e l'altra dai veneziani, che erano costantemente in lotta tra loro. Ma ciò non impedì alla città - che si trovava sulla rotta commerciale tra Mosca e Costantinopoli - di diventare un fiorente centro del commercio.
La fortezza di Azov
Legion MediaDurante l'Orda d'Oro (metà del XII secolo) Tana (o Tan) passò nelle mani dei tartaro-mongoli. La città fu testimone di numerose ostilità, ma fu ricostruita più e più volte finché non cadde, nel 1475, sotto l’invasione turca. Fu allora che l'impero ottomano fondò la fortezza di Azak, che oggi si trova nel centro della città di Azov.
Sarkel. Vista aerea degli scavi sovietici negli anni '30
Dominio pubblicoSarkel (che significa “fortezza bianca” in lingua Khazar) è un'antica città scomparsa sul fondo del lago artificiale di Tsimlyansk. Fu costruita nella metà del IX secolo sulle rive del fiume Don, nella Russia meridionale, come avamposto del Khanato di Khazaria. Sarkel passò sotto il dominio russo nel 965, ma fu sconfitta dai Cumani all'inizio del XII secolo. I suoi abitanti lasciarono la città, dopo aver smantellato parte delle mura della fortezza per costruire le loro case con le pietre ricavate.
Centrale idroelettrica Tsimljanskaya sul fiume Don
Eric Romanenko/TASSNegli anni '30, gli archeologi sovietici trovarono ciò che rimaneva di Sarkel: individuarono i resti delle sue mura, delle torri, delle porte e delle linee di difesa, ancora ben conservati. Gli antichi manufatti e gli oggetti domestici scoperti dagli studiosi sono ora conservati nei musei di tutta la Russia, principalmente nell'Ermitage di San Pietroburgo e nel museo di Novocherkassk. La fortezza di Sarkel andò sott'acqua durante la costruzione del serbatoio di Tsimlyansk, nel 1952. Ancora oggi i sommozzatori trovano i resti di questa antica città sott’acqua.
Questo insediamento sull'isola di Sakhalin fu distrutto da uno dei peggiori terremoti della storia russa. Accadde nelle prime ore del 28 maggio 1995 e distrusse Neftegorsk nel giro di 17 secondi, uccidendo 2.040 dei suoi 3.197 abitanti. Secondo i racconti dei testimoni, le case di Neftegorsk si sono semplicemente sbriciolate, trasformandosi in polvere.
Neftegorsk dopo il terremoto
Roman Denisov/TASS“Quando ho aperto gli occhi, mi sono resa conto di essere sdraiata sopra una tavola tra i calcinacci - ricorda Tatyana Mironova, che all'epoca aveva 10 anni -. Quando sono rinvenuta, ho sentito le grida della gente, il crepitio delle assi in fiamme e la voce di mio fratello di 14 anni, che potevo intravedere tra le assi. Non ricordo come siamo usciti da sotto le macerie, ma siamo sopravvissuti. Dobbiamo essere nati sotto una buona stella”.
Il monumento alle vittime del terremoto, Juzhno-Sakhalinsk
Yurij Smityuk/TASSI sopravvissuti furono trasferiti in altri centri abitati di Sakhalin, soprattutto nella città di Juzhno-Sakhalinsk. Ciò che resta del luogo dove un tempo sorgeva Neftegorsk è ogg un memoriale con i nomi delle vittime del terremoto.
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