Il complesso monumentale "Eroi della battaglia di Stalingrado" a Volgograd
Legion MediaDodici città dell’Unione Sovietica vennero insignite del titolo di “Città Eroina” (in russo: “Город-Герой”; Górod-gerój”) per l’eroismo e il coraggio dei loro difensori nelle battaglie contro i tedeschi e i loro alleati durante la Seconda guerra mondiale. Nove di loro si trovano oggi sul territorio della Federazione Russa, due sul territorio dell’Ucraina (Kiev e Odessa), una sul territorio della Bielorussia (Minsk). Inoltre, sempre in Bielorussia si trova la celebre Fortezza di Brest, che è stata insignita del titolo di “Fortezza eroina” (in russo: “Крепость-герой”; “Krépost-gerój”). Ecco le città eroine sul territorio russo:
Le mura del cremlino di Smolensk
Legion MediaA metà luglio 1941, le truppe dell’Heeresgruppe Mitte tedesco irruppero a Smolénsk, città a lungo nota come lo “scudo occidentale” dello Stato russo, e ne occuparono la maggior parte del territorio. Rimasero accerchiate nella sacca contemporaneamente tre armate sovietiche, che però continuarono a opporre una feroce resistenza.
Furono combattute battaglie sanguinose strada per strada e casa per casa. Alcune zone della città passarono di mano più volte e le perdite in alcune unità raggiunsero la metà dei soldati. All’inizio di agosto, le armate sovietiche poterono finalmente lasciare Smolensk sfondando l’accerchiamento, seppur con pesanti perdite. Tuttavia, anche il nemico era esausto e aveva perso tempo prezioso, che sarebbe stato necessario per condurre un’offensiva su Mosca prima dell’arrivo dell’inverno.
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Il monumento "Ai difensori dell'Artico sovietico durante la Grande guerra patriottica" a Murmansk
Legion MediaSituato a poche centinaia di chilometri dal confine finlandese, il grande porto che non ghiaccia d’inverno di Múrmansk era visto dal comando della Wehrmacht come una facile preda. Tuttavia, la difesa dell’Armata Rossa, organizzata con competenza, e le azioni di successo della Flotta del Nord (in particolare, lo sbarco nella baia di Bolshaja Zapadnaja Litsa nel luglio-agosto 1941) sventarono l’offensiva delle truppe tedesche e finlandesi.
Avendo fallito, il nemico sottopose Murmansk a un massiccio bombardamento. In termini di numero e densità di attacchi aerei inflitti alle città sovietiche, è seconda solo a Stalingrado. Nell’ottobre 1944, con l’Offensiva di Petsamo-Kirkenes, l’Armata Rossa scacciò definitivamente la Wehrmacht dalla città.
Piazza della Vittoria a San Pietroburgo
Legion MediaL’8 settembre 1941, la seconda città più importante dell’Unione Sovietica fu completamente isolata dal resto della terraferma dalle forze dell’Heeresgruppe Nord tedesco e dai loro alleati finlandesi. L’unica, pericolosissima, arteria che collegava Leningrado con il resto del Paese rimase il corso d’acqua attraverso il Lago Ladoga.
Durante gli 872 giorni in cui Leningrado fu assediata, dovette sopportare numerosi raid aerei, attacchi di artiglieria e una terribile carestia che costò la vita a più di 600 mila dei suoi abitanti. Tuttavia, trasformata in una potente fortezza, la città resistette e attese la completa rimozione dell’assedio, il 27 gennaio 1944.
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Parco della Vittoria a Mosca
Legion MediaIl 30 settembre 1941, le truppe dell’Heeresgruppe Mitte iniziarono ad attuare l’operazione Tifone per conquistare Mosca. La caduta del più importante centro politico e del più grande snodo dei trasporti del Paese avrebbe portato a conseguenze catastrofiche per l’Unione Sovietica, togliendo quasi ogni possibilità a quest’ultima di vincere la guerra.
La capitale era difesa sia dalle unità regolari dell’Armata Rossa che dalla popolazione civile impiegata nella costruzione di fortificazioni difensive alla periferia della città. Dopo aver sfinito i tedeschi in feroci battaglie e in attesa di rinforzi dalla Siberia e dall’Estremo Oriente, le truppe sovietiche lanciarono una controffensiva su larga scala il 5 dicembre. Il nemico, stordito, che ormai aveva perso l’iniziale fiducia in una vittoria lampo, fu respinto da Mosca a una distanza di 100-250 km.
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Monumento "Il soldato e il marinaio" a Sebastopoli
Legion MediaNell’ottobre del 1941 iniziò la difesa della base principale della flotta sovietica del Mar Nero, Sebastopoli, che durò 250 giorni. Tagliata fuori dai collegamenti con il grosso delle forze, la città resistette saldamente alla schiacciante superiorità del nemico in aria e in mare.
I difensori furono in grado di respingere due assalti, ma dopo il terzo divenne chiaro che le truppe sovietiche esauste non potevano tenere la città. All’inizio di luglio 1942, Sebastopoli fu persa e l’Armata Rossa riuscì a riconquistarla e a liberarla definitivamente solo il 9 maggio del 1944.
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Complesso commemorativo "Ai difensori dei cieli della patria" a Tula
Legion MediaSituata a sud di Mosca, Tula conobbe, proprio come la capitale, i giorni più difficili dell’ottobre-novembre 1941, che fu il culmine dell’operazione offensiva tedesca Tifone. La città era sul punto di essere completamente circondata dal nemico, ma grazie all’ostinata resistenza delle truppe sovietiche e ai contrattacchi costantemente intrapresi, riuscì a evitare questo amaro destino.
La vittoriosa difesa di Tula bloccò parte delle forze tedesche e non permise al 2° Gruppo Panzer di Heinz Guderian di sfondare verso Mosca da sud. Il 6 dicembre 1941, un giorno dopo rispetto alle truppe vicino alla capitale, i sovietici vicino a Tula lanciarono una controffensiva su larga scala e respinsero i tedeschi a 130 km dalla città.
Obelisco della Gloria sul monte Mitridate a Kerch
Legion MediaQuesta antica città sulla punta orientale della penisola di Crimea diventò più volte teatro di aspre battaglie durante la Seconda guerra mondiale. Nel novembre 1941, Kerch fu occupata dall’11ª armata di Erich von Manstein, ma già il 30 dicembre fu riconquistata dalle forze da sbarco sovietiche. Nel maggio 1942 la città dovette essere nuovamente abbandonata e rimase sotto l’occupazione tedesca fino all’11 aprile 1944.
Durante le ostilità, Kerch fu quasi completamente distrutta. Il corrispondente di guerra e scrittore Pjotr Pavlenko, che visitò la città nel 1942, ha ricordato: “Quando ho visto Stalingrado, non mi ha scioccato, perché prima avevo già visto Kerch”.
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Memoriale "Malaya Zemlja" a Novorossijsk
Legion MediaNel settembre 1942, si svolsero pesanti battaglie per il più importante porto sovietico del Mar Nero, quello di Novorossijsk. Dopo aver subito pesanti perdite, i tedeschi non furono mai in grado di conquistare l’intera città, lasciando la sua parte sud-orientale sotto il controllo delle truppe sovietiche.
Nell’inverno del 1943 furono fatti i primi seri tentativi di liberare Novorossijsk. Il 4 febbraio, nella parte meridionale della città, ci fu lo sbarco di un assalto anfibio sotto il comando del maggiore Tsezar Kunikov. Le truppe sovietiche riuscirono a conquistare una testa di ponte con un’area di trenta chilometri quadrati e a tenerla per 225 giorni. Fu da “Malaja Zemljà” (“Piccola Terra”; il nome con cui questo territorio divenne noto in seguito) che iniziò l’attacco di uno dei tre gruppi di truppe sovietiche, che il 16 settembre 1943 liberò completamente la città.
Il complesso monumentale "Eroi della battaglia di Stalingrado" a Volgograd
Legion MediaLa prima fase, difensiva, della battaglia per Stalingrado fu estremamente difficile per le truppe sovietiche. Nel corso di feroci battaglie, persero una parte significativa della città, rasa al suolo, e si ritirarono sul Volga, sulle cui rive resistettero strenuamente.
Approfittando del fatto che i tedeschi erano impantanati nelle battaglie urbane, l’Armata Rossa lanciò una controffensiva su larga scala contro il nemico il 19 novembre 1942, che portò all’accerchiamento e alla distruzione della 6ª armata della Wehrmacht. Mai prima di allora il Terzo Reich aveva sperimentato una simile catastrofe. Fu con la battaglia di Stalingrado che iniziò un cambiamento radicale nelle sorti della guerra sul fronte orientale.
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