Unità Delfino: l’incredibile storia degli uomini rana delle Forze speciali sovietiche

Oleg Lastochkin/RIA Novosti
Dopo un durissimo allenamento, venivano utilizzati nelle missioni più pericolose. Queste unità vennero sciolte negli anni Novanta con il collasso dell’Urss

Immaginate di far parte di una missione per distruggere una base navale del nemico. Saltate verso il mare con il vostro paracadute, a 30 km dalla costa. Il forte vento e la tormenta in arrivo non importano: l’unica cosa che conta è l’obiettivo davanti a voi.
Le onde del mare si infrangono sul volto. Nuotate, lasciando alle tue spalle mine, cavi e altre trappole. Il pericolo è dietro l’angolo e sotto di voi solo il nero abisso delle acque. Tutto attorno, il fuoco del nemico e uomini armati vi cercano. Il carico che portate sulle spalle è molto pesante e ci sono buone probabilità di fallire. Addirittura di morire. Paura, no?
Soldati d’acqua
Questa missione non sembrerebbe così terrificante se foste un membro delle unità Delfino delle Forze speciali dell’Urss. Sareste ben addestrati a ogni eventualità e, dopo aver ultimato l’allenamento necessario, anche le mission impossible sembrerebbero un po’ meno impossibili.
Questo tipo di allenamento era qualcosa di veramente speciale, anche per gli standard militari. Come cadetto potreste dormire non più di 3-4 ore al giorno per sette settimane. Quindici ore al giorno sarebbero dedicate allo studio, seguite da un duro allenamento fisico.

I Delfini venivano addestrati per sopravvivere anche in condizioni del tutto inumane. Ovviamente in queste unità non tutti potevano entrare. Di 20 cadetti, solamente uno poteva poteva superare questa fase iniziale di addestramento. E questo era solo l’inizio. Nella fase successiva, che durava 11 settimane, si imparava a lottare con e senza armi. Gli uomini di questo reparto dovevano poi essere in grado di guidare vari tipi di veicoli, lanciarsi con il paracadute, scavare buche e così via. In questa fase si lavora in gruppi di due, tre o quattro persone. I gruppi imparano a scambiarsi compiti e a organizzarsi al meglio. Un livello di cooperazione che si rivela estremamente necessario durante la missione.
La lotta contro i nazisti e i giapponesi
Gli uomini rana sovietici apparirono nello stesso momento in cui apparirono in altre parti del mondo, durante la Seconda guerra mondiale. Create nell’agosto del 1941, queste unità avevano il compito di raccogliere informazioni, distruggere basi e ponti e far affondare le navi nemiche.
Queste unità divennero imprescindibili soprattutto nella Leningrado assediata, quando fu necessario aprire una via di fuga attraverso il lago Ladoga congelato, che divenne anche l’unica via attraverso la quale rifornire la città. Nonostante i costanti bombardamenti, gli uomini rana furono in grado di intervenire. Successivamente questi reparti vennero utilizzati nella guerra contro il Giappone. Quando anche questo conflitto terminò, il governo decise di dissolvere queste unità speciali.

Tecniche speciali
Vari leader, tra cui anche il famoso maresciallo Georgij Zhukov, cercarono di riorganizzare le Forze speciali navali: un progetto che venne realizzato negli anni Sessanta. Nel 1970 venne creata l’unità Delfino, inserita all’interno delle Forze Speciali. L’obiettivo era infatti quello di equiparare il livello di preparazione e di tecnologia a quello già raggiunto da altri paesi occidentali.
Quando le tensioni si riaccesero un po’ in tutto il mondo a causa della Guerra Fredda, i Delfini erano sempre pronti a intervenire. Gli uomini rana parteciparono infatti a diversi conflitti della Guerra Fredda: in Nicaragua, Angola, Mozambico, Vietnam ed Etiopia.
L’unità dei Delfini venne dissolta negli anni Novanta con il collasso dell’Urss. Il personale e gli armamenti passarono nelle mani delle varie unità delle Forze speciali russe.

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