Cala il sipario sulle Olimpiadi, russi quarti

La squadra russa di ginnastica ritmica.

La squadra russa di ginnastica ritmica.

: Reuters
Tra lacrime e successi, nonostante le pesanti squalifiche la Russia ha portato a casa 56 medaglie, di cui 19 ori, 18 argenti e 19 bronzi. Il resoconto dei Giochi di Rio

Sono state le Olimpiadi degli scandali, delle squalifiche, delle rivincite. Ma alla fine, nonostante le pesanti assenze (la delegazione russa è volata a Rio “decimata” di un terzo per via del terremoto doping) la Federazione si è posizionata quarta nel medagliere, portando a casa 56 medaglie: 19 ori, 18 argenti e 19 bronzi. A guidare la classifica, Stati Uniti (121 medaglie), Gran Bretagna (67) e Cina (70).

Lo scandalo doping

I Giochi di Rio si sono aperti nella bufera: con la pubblicazione del dossier redatto da una commissione indipendente della Wada, guidata da Richard McLaren, e che accusava i dirigenti sportivi russi di manipolazione sistematica dei test antidoping, a Rio sono stati ammessi solamente 280 atleti russi. Le assenze più pesanti si sono registrate nell’atletica (l'unica a gareggiare è stata Daria Klishina), nel sollevamento pesi e nel canottaggio.

Dure le reazioni del ministro russo dello Sport Vitalij Mutko, che in un'intervista esclusiva a Rbth ha detto: “A fomentare questo atteggiamento negativo verso di noi sono stati i media occidentali, ma sono persuaso che non tutti diano retta all’opinione dei media occidentali”. Tuttavia Mutko si è detto pronto a “cooperare con chiunque. Siamo aperti a ogni tipo di collaborazione”. “Siamo consapevoli di avere dei problemi (con il doping, ndr), ma cerchiamo di affrontarli con tutti i mezzi a nostra disposizione – ha detto il ministro -. La nostra principale risorsa sono gli atleti. Sono proprio loro a creare l’immagine dello sport russo. La Russia vanta numerosi campioni noti in tutto il mondo e sta crescendo una nuova generazione di atleti molto dotati in varie discipline”.

Vitalij Mutko. Fonte: Anton Denisov/RIA NovostiVitalij Mutko. Fonte: Anton Denisov/RIA Novosti

Leggi l’intervista completa: www.it.rbth.com/619727

Il caso di Klishina

Daria Klishina, due volte campionessa d’Europa indoor, è stata l’unica russa a competere nell’atletica leggera visto che da anni vive e si allena negli Stati Uniti. Una partecipazione, la sua, segnata dallo spavento di una possibile esclusione: pochi giorni prima delle competizioni, l'Associazione Internazionale delle Federazioni di Atletica Leggera (Iaaf) aveva parlato di una squalifica della Klishina a causa di "evidenti prove del coinvolgimento dell'atleta nel Rapporto McLaren", il documento che accusa la Russia di "doping di Stato" e che ha portato alle squalifiche di massa. Tuttavia, dopo lo spavento iniziale, la Klishina è stata riamessa, ma ha lasciato la sua nazionale senza medaglie. I Giochi di Rio sono stati per lei le prime Olimpiadi e si spera che Tokyo 2020 regali risultati migliori.

Lacrime d’argento per Efimova

La nuotatrice russa Yulia Efimova è stata squalificata ma poi riammessa dal Tas (Tribunale arbitrale dello sport) pochi giorni prima della gara. Yulia ha vinto due argenti (nei 100 metri rana e nei 200 metri rana), ma al termine della competizione, fuori dalla vasca, ha ricevuto fischi e insulti. "Ho commesso degli errori nella mia vita – ha commentato l’atleta -. La prima volta ho pagato con la squalifica di sedici mesi, ma la seconda volta non è stata colpa mia. Sono pulita". Dopo la gara, Efimova ha raccontato in lacrime di non essere riuscita a dormire per diversi giorni a causa dello stress.

Fonte: RbthFonte: Rbth

Rivalità e stima

Sullo sfondo di questo scandalo, le parole del judoka americano Travis Stevens, battuto dal russo Khasan Khalmurzaev, sembrano rappresentare al meglio l’idea dello “sport fuori dalla politica”. Dopo aver ringraziato la squadra russa per aver avuto la possibilità di allenarsi con loro, Stevens ha detto che la vittoria di Khalmurzaev è stata meritata. “Abbiamo sofferto insieme. È quasi più di una fratellanza”, ha detto Stevens al quotidiano Usa Today.

Le vittorie

A portare a casa il maggior numero di vittorie sono state le squadre di ginnastica artistica (8 medaglie, di cui 1 oro, 4 argenti e 3 bronzi) e di lotta (9 medaglie, di cui 4 ori, 3 argenti e 2 bronzi). Tra gli atleti più premiati, Aliya Mustafina (ginnastica artistica), che ha ottenuto un oro nelle parallele asimmetriche, un argento nel concorso a squadre e un bronzo nel concorso individuale. Tre medaglie anche per Denis Ablyazin (ginnastica artistica), che ha portato a casa due argenti nel volteggio e nel concorso a squadre, e un bronzo negli anelli.

Oltre che una vittoria sul campo, per Aliya Mustafina il successo di Rio si è rivelato anche una vittoria personale: dopo essersi rotta un legamento nel 2012, l’atleta è tornata a gareggiare. “Al suo posto, un altro sportivo non ce l’avrebbe fatta a sopportare questo dolore”, ha dichiarato l’allenatore di Aliya, Sergej Starkin.

Successo non solo sul campo ma anche nella vita per il ginnasta David Belyavskij che, dopo aver vinto un bronzo e un argento, ha fatto la proposta di matrimonio alla sua fidanzata da Rio.

Alle Olimpiadi di Rio la Russia ha conquistato la medaglia di bronzo nella ginnastica artistica con il campione David Belyavskij. L’oro è spettato all’ucraino Oleg Verniaiev, seguito dallo statunitense Danell Leyva. Fonte: ReutersAlle Olimpiadi di Rio la Russia ha conquistato la medaglia di bronzo nella ginnastica artistica con il campione David Belyavskij. L’oro è spettato all’ucraino Oleg Verniaiev, seguito dallo statunitense Danell Leyva. Fonte: Reuters

Scherma, promessa mantenuta

La nazionale di scherma ha vinto sette medaglie, di cui 4 ori. La 22enne Yana Egorian ha dato un grosso contributo a questo successo, conquistando due ori: uno nella sciabola individuale e uno nella sciabola a squadre.

Le Olimpiadi di Rio resteranno nella memoria dell’allenatore della squadra russa di scherma Ilgar Mamedov non solo per le vittorie conseguite, ma anche per la promessa che ha dovuto mantenere: prima dell’inizio dei Giochi Mamedov aveva infatti detto che, se la sua squadra avesse portato a casa anche un solo oro, si sarebbe rapato a zero. Detto, fatto! Rasatura olimpica inevitabile. Nonostante l’imminente incontro con il Presidente russo Putin.

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