Quando lo sport degenera in violenza

Durante gli scontri circa 30 persone sono rimaste ferite.

Durante gli scontri circa 30 persone sono rimaste ferite.

: AP
Ancora una volta i tifosi russi sono finiti sulle prime pagine di tutti i giornali a seguito degli scontri avvenuti a Marsiglia dopo la partita con l’Inghilterra. Ma non è la prima volta che lo sport si mescola alla violenza

La Nazionale russa di calcio ha esordito con successo agli Europei 2016 in Francia, pareggiando contro l'Inghilterra grazie al goal del difensore Vasilij Berezutskij segnato durante il recupero. Tuttavia, l'attenzione del pubblico e dei media si è concentrata non tanto sugli eventi della partita, svoltasi l'11 giugno allo stadio "Velodrome" di Marsiglia, quanto sugli scontri fra tifosi russi e inglesi prima, durante e dopo il match.

In seguito agli scontri, durante i quali circa 30 persone sono rimaste ferite, la UEFA ha deciso di squalificare la Federazione Russa, sospendendo però la pena, e ha multato la Federcalcio russa (RFS) per 150mila euro. Se gli eventi di Marsiglia si ripeteranno, la Nazionale sarà esclusa dal torneo.

2002: il massacro sotto le mura del Cremlino

Non è la prima volta che i tifosi russi sono protagonisti di grandi scandali. Il Paese si ritrovò ad affrontare il problema per la prima volta durante la Coppa del Mondo 2002.

La place du Manège à Moscou le 9 juin 2002. Crédit : ReutersIn Piazza del Maneggio a Mosca Il 9 giugno 2002. Fonte: Reuters

Il 9 giugno la proiezione su un maxi schermo della partita Russia-Giappone in Piazza del Maneggio a Mosca finì in tragedia. La folla, infuriata per la sconfitta della squadra russa, si precipitò a spaccare vetrine e ribaltare automobili. I disordini di massa si prolungarono sotto le mura del Cremlino per diverse ore. Secondo la versione ufficiale, a provocare la reazione dei tifosi fu uno spot che presentava una scena del film dei fratelli Coen “Il grande Lebowski”, in cui un uomo si scagliava con un oggetto contundente contro una vettura. Durante i disordini morì un ragazzo di 17 anni e decine di persone rimasero ferite.

In seguito a questi eventi, nel centro di Mosca venne vietata la proiezione di incontri sportivi su maxi schermi. Ben presto venne anche adottata una legge sulla lotta contro l'estremismo, che limita notevolmente la libertà dei raduni di massa.

2010: tifosi contro migranti

Otto anni dopo, nel dicembre 2010, sempre Piazza del Maneggio divenne luogo di un'altra aggressione dettata dal fanatismo, questa volta diretto verso molti più destinatari: i migranti provenienti dal Caucaso del Nord e dall'Asia centrale.

Moscou, Russie, le 11 décembre 2010. Des manifestants se sont réunis sur la place du Manège pour commémorer le supporter de Spartak, Egor Sviridov, tué quelques jours avant. Crédit : Maxim Shemetov/TASSMosca, il 11 dicembre 2010. Fonte: Maksim Shemetov/TASS

A far scattare la violenza fu l'uccisione del 28enne moscovita fan dello "Spartak" Egor Sviridov, avvenuta il 6 dicembre nella periferia di Mosca per mano di un gruppo di giovani del Caucaso del Nord. A indignare particolarmente i tifosi furono le misure prese dalla polizia, che rilasciò cinque dei sei soggetti coinvolti nell'attacco.

Tramite i social network, i tifosi organizzarono una marcia nel centro di Mosca l'11 dicembre. Urlando slogan nazionalistici, i giovani lanciarono sassi e bottiglie contro la polizia, bruciando razzi e petardi. Gli scontri tra tifosi-nazionalisti e caucasici continuarono per diversi giorni, non solo a Mosca, ma anche in altre città russe.

Alla fine i manifestanti ottennero la condanna di tutti i soggetti coinvolti nell'omicidio di Egor Sviridov. Da allora si cominciò a parlare dei tifosi come di una potente forza politica. Proprio i gruppi di tifosi nazionalisti diventarono poi la forza trainante delle rivolte anti-immigrati a Mosca nella regione di Biryulevo nell’ottobre 2013.

2012: gli scontri per le strade di Varsavia

Due anni più tardi, i tifosi russi finirono nuovamente sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo perché coinvolti in uno degli episodi più spiacevoli degli Europei 2012, avvenuti in Polonia e Ucraina.

Un supporter polonais (à dr) provoque des supporters russes à Varsovie, le 12 juin 2012. Crédit : ReutersGli hooligan polacchi si organizzarono in gruppi di 8-10 persone per una vera e propria caccia indiscriminata ai tifosi russi. Fonte: Reuters

Il 12 giugno Varsavia affrontò una vera e propria guerriglia di strada, con lotte, cordoni di poliziotti, gas lacrimogeni e idranti. Il giorno della partita contro la Polonia, i tifosi della Nazionale russa marciarono per il centro della città per festeggiare il Giorno della Russia in quella data. Il corteo degenerò in una rissa con i tifosi locali, che, secondo una delle versioni, avrebbero insultato i simboli dell'ex Unione Sovietica messi in mostra dagli ospiti provenienti dalla Russia.

Durante la partita, i fan di entrambe le squadre furono oggetto di insulti reciproci e scontri con la polizia. Ma il vero e proprio massacro avvenne nella notte successiva alla partita: secondo le testimonianze dei tifosi russi, gli hooligan polacchi si organizzarono in gruppi di 8-10 persone per una vera e propria caccia indiscriminata ai tifosi russi. In seguito alla sanguinosa nottata, 140 persone finirono in ospedale per lesioni varie. La polizia arrestò decine di persone: i tifosi polacchi alla fine ricevettero multe e la sospensione condizionale della pena, mentre gli ultras russi vennero espulsi dal Paese.

Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie