Il ministro russo dello Sport Vitaly Mutko (Foto: RG)
“Non sono in possesso di tutte le informazioni, ma a giudicare dalla lista degli arrestati, questa vicenda non ha niente a che vedere con l’assegnazione del campionato del mondo del 2018 né con l’elezione del Qatar”.
A poche ore dalla maxi-retata delle autorità americane e svizzere contro i vertici Fifa, nell’ambito di due inchieste che riguarderebbero malversazioni da parte di dirigenti e presunte tangenti legate all’assegnazione dei Mondiali di calcio del 2018 in Russia e del 2022 in Qatar, il ministro russo degli Esteri Vitaly Mutko respinge le accuse. Sostenendo che gli arresti dei dirigenti Fifa in Svizzera non hanno niente a che vedere con i Mondiali che si giocheranno nel 2018 nella terra dei Cremlini.
“La questione, a quanto pare, riguarda fatti di corruzione avvenuti nel 2009 e ancora prima - ha detto Mutko all’agenzia R.Sport -. Si tratta solo di accuse che bisogna ancora provare”.
Gli arresti (sei fino a questo momento) sono avvenuti poco dopo l'alba in un hotel di Zurigo dove la Federazione ha sede e dove alloggiano i funzionari Fifa in attesa dell'elezione del presidente della Fifa questa settimana.
Le accuse ai danni degli arrestati vanno dalla corruzione alla frode, al riciclaggio di denaro fino all’associazione per delinquere e alle frodi telematiche: reati commessi nell’arco degli ultimi vent’anni.
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