Svetlana Kulakova e Ana Laura Esteche sul ring (Foto: Itar Tass)
Si dice che le russe siano tra le donne più belle del mondo. E le pugili russe non fanno eccezione. La principale candidata russa all’Olimpo della boxe agonistica è Svetlana Kulakova: una bionda affascinante che indossa biancheria di pizzo anche quando si presenta per farsi pesare. Le sue concessioni alla frivolezza però si esauriscono qui: Kulakova infatti non mira a sfruttare la propria bellezza. Sposata con il suo allenatore, Svetlana ha una figlia di cinque anni, Katya, e “vive - anzi: respira - letteralmente il pugilato”. Sulla boxe femminile circolano molti luoghi comuni. C’è chi la considera una sport crudele, mentre altri la ritengono molto sensuale. Di certo si tratta di un vero e proprio sport, esattamente come il pugilato maschile.
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Svetlana Kulakova (Foto: PhotoXPress) |
“Natalya Ragozina è stata una pioniera, e ha dimostrato a tutto il mondo che le donne russe sanno fare a pugni”, afferma Svetlana. “Dopo tutto, adesso che la boxe femminile è uno sport olimpico non c’è altro da dire. L’unica differenza tra boxe femminile e maschile sta nel fatto che nella prima il coinvolgimento emotivo è maggiore”. Solo sul ring, però. Fuori dal ring infatti Svetlana programma e pianifica ogni cosa. Dopo essere riuscita a coronare l’ambizione di diventare campionessa mondiale ed europea di kickboxing ed aver vinto molte coppe mondiali, oggi Kulakova oggi mira a vincere quattro titoli di altrettante organizzazioni di boxe agonistica – come fece in passato Wladimir Klitschko, che con il suo stile classico è il suo pugile preferito. Svetlana vorrebbe poi perdere tre chili (scendendo a sessanta) per passare allo sport amatoriale e aggiudicarsi un oro olimpico. “Per me sarebbe il massimo”, afferma la sportiva con tono sognante.
Il suo piano però ha già incontrato un ostacolo: il primo di giugno Kulakova, che ha trentuno anni ed è attualmente campionessa WBA nella categoria superleggeri, non è riuscita a sconfiggere la ventitreenne argentina Ana Laura Esteche, la campionessa della medesima categoria. L’incontro, che Kulakova ha descritto come il più difficile della sua carriera, si è concluso con un pareggio. Un risultato che non mancherà di spronare Kulakova (che ha già nove vittorie alle spalle) a migliorare e andare avanti. Dopotutto, spiega Svetlana, per vincere nella boxe non occorre essere una sgualdrina: basta essere una persona determinata. “Quando qualcuno inizia ad avere la meglio su di me, i meccanismi di difesa si attivano e mi spingono verso la sopravvivenza”.
Agli inizi della sua carriera di pugile, nel 2007-2008, Svetlana Kulakova proprio non voleva sentirne di essere paragonata a Natalya Ragozina: “Non volevo diventare una seconda Ragozina, volevo essere la prima Kulakova”. E ci è riuscita. Anche se il nome di Natalya “martello pneumatico” Ragozina, ormai ritiratasi dalla boxe, continua ad incutere paura e trepidazione nelle donne che ne hanno seguito l’esempio. Ragozina è la pugile femminile che ha vinto il maggior numero di titoli: è stata due volte campionessa del mondo, nonché vincitrice della Coppa del Mondo, due volte campionessa europea dilettanti, due volte campionessa del mondo e campionessa d’Asia di kickboxing; è rimasta inoltre campionessa imbattuta nella categoria medi leggeri (al di sotto otto dei 72,575 kg) di tutte le principali organizzazioni di pugilato agonistico: Wiba, Gbu, Wba, Wibf e Wbc.
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Natalya Ragozina (Foto: Itar Tass) |
Nella sua carriera di pugile, Natalya Ragozina è salita sul ring ventidue volte, riportando altrettante vittorie. Tredici dei suoi incontri si sono conclusi con un k.o. Il ventitreesimo combattimento, previsto per il 18 giugno 2011, è stato annullato a causa del ritiro delle sfidanti. Nemmeno la figlia del famoso Muhammad Ali, la bella Laila Ali, anche lei imbattuta, volle rischiare di rovinarsi con lei il viso e la media. “Sognai di combattere contro Laila Ali e di sconfiggerla”, ricorda Natalya Ragozina. “Fu quel sogno a spingermi verso la boxe agonistica. Lei però non ha mai voluto battersi con me. Nemmeno quando le garantimmo un premio di ottocentomila dollari. Negli Usa Ali è una star. Perché avrebbe dovuto rischiare di perdere tutto con una sola sconfitta?”.
L’altro sogno di Ragozina invece si è avverato: da bambina sperava di diventare una fotomodella, e a grande ha posato più di una volta per dei servizi fotografici destinati alle riviste maschili. “Non ero affatto male in quelle foto. La Boxing Federation mi ammonì: ‘Natasha, come hai potuto? Sei una campionessa mondiale!’. Io gli riposi: ‘Vedere altre ragazze su quelle riviste non vi crea alcun problema, ma vedere me per voi è inaccettabile. Eppure non c’è nulla di volgare in quelle foto”. Ragozina sa farsi valere sia dentro che fuori dal ring. Guantoni d’oro Kulakova vuole vincere il titolo più ambito dello sport a livello amatoriale: un oro olimpico. Oltre a lei, la squadra nazionale russa può contare su altre pugili di talento.
Alle Olimpiadi di Londra del 2012, nelle quali la boxe femminile è stata ammessa per la prima in tre categorie di peso, le russe Sofya Ochigava (categoria Leggeri, sotto i 60 kg) e Nadezhda Torlopova (categoria Leggeri, sotto ai 75 kg) si sono entrambe aggiudicate l’argento. In occasione dei recenti campionati europei che si sono tenuti in Romania, la squadra russa ha consacrato due nuove campionesse europee: Zinaida Dobrynina (categoria Piuma, 57 kg) e Anastasia Beliakova (64 kg). È anche su di loro che Viktor Lisitsyn, allenatore della nazionale russa di boxe femminile, punta in vista del campionato del mondo che i terrà a novembre nella Corea del sud. “Sono molto felice di vedere delle giovani affermarsi. Le atlete con cui lavorare non mi mancano”.
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