Dopo quattro anni alla panchina dello Zenit San Pietroburgo, il tecnico Luciano Spalletti lascia l’incarico (Foto: Reuters)
Subito dopo la pausa invernale, il campionato di calcio russo è stato scosso dalla notizia delle dimissioni più clamorose della stagione: dopo quattro anni alla panchina dello Zenit San Pietroburgo, lo specialista italiano Luciano Spalletti lascia il suo incarico di allenatore. Con la squadra più “ricca” della Russia, Spalletti aveva vinto due volte il campionato di calcio russo.
La notizia secondo cui Spalletti sarebbe stato esonerato dalla squadra pietroburghese è stata diffusa per la prima volta lunedì da diverse fonti di informazione. Martedì mattina, poi, è arrivata anche la conferma ufficiale da parte della dirigenza dello Zenit. Lo specialista italiano lascia la squadra nonostante il suo contratto sarebbe dovuto durare fino al 2015. A prendere il suo posto, fino alla fine della stagione 2013-2014, sarà Sergei Semak, ex giocatore dello Zenit, nonché assistente di Spalletti. A quanto pare, lo Zenit avrebbe esonerato anche il resto degli italiani facenti parte dello staff tecnico di Spalletti, ovvero Marco Domenichini, Daniele Baldini e Alberto Bartali.
Spalletti, nel 2012 miglior mister di Russia |
Le vittorie e i fiaschi
Luciano Spalletti si unì allo Zenit alla fine del 2009. Il tecnico toscano venne chiamato a sostituire l’olandese Dick Advocaat alla direzione della squadra di proprietà della Gazprom, dopo essersi guadagnato la reputazione di uno dei migliori allenatori di calcio del mondo, allenando la Roma. E non v’è dubbio che, anche nella storia dello Zenit, verrà ricordato come un grande allenatore. Sotto la guida di Spalletti, i pietroburghesi hanno infatti vinto due volte il campionato russo (nel 2010 e nel 2012), mentre nel 2011 sono riusciti, per la prima volta nella storia della squadra, a entrare nei play-off della Champions League. Un traguardo che lo Zenit è riuscito a ripetere anche in questa stagione.
Durante il suo lavoro a San Pietroburgo, tuttavia, Spalletti ha alternato queste grandi vittorie con clamorosi fallimenti. L’eliminazione dalla Champions League contro i francesi dell’Auxerre nel 2010, le tre reti subite contro il Twente (Paesi Bassi) nel match di Europa League disputato in casa a marzo 2011, la devastante sconfitta contro gli spagnoli del Malaga nella Champions League 2012-2013 e la disfatta contro l’Austria Vienna nell’ultima partita della fase a gironi della Champions League 2013-2014: tutti questi errori commessi dallo Zenit sotto la guida di Spalletti a livello di campionati europei hanno lasciato l’amaro in bocca tanto alla dirigenza sportiva della squadra quanto ai tifosi.
Un inizio d’anno negativo
E anche questo 2014 non è iniziato affatto bene per Spalletti. Fatali per il tecnico italiano sono stati gli ultimi risultati negativi, specie il 4-2 rimediato in casa con il Borussia Dortmund agli ottavi di finale e che, di fatto, ha eliminato i russi dalla Champions. Anche in campionato, tuttavia, le cose non stavano andando benissimo: alla ripresa, dopo la lunga pausa invernale, lo Zenit si è fatto inchiodare sullo 0-0 dal Tomsk, penultimo in classifica. Ciò ha fatto salire al primo posto la squadra moscovita dei Lokomotiv.
Oltre a ciò, la squadra si è dovuta separare dal suo centrocampista di punta Roman Shirokov. Secondo alcune fonti, il giocatore sarebbe stato ceduto al Krasnodar alla luce di una serie di divergenze con l'allenatore. Non è la prima volta, tuttavia, che all’interno dello Zenit si genera un conflitto tra l’allenatore italiano e altri giocatori di punta della squadra.
Acquisti controversi e conflitti interni
Hanno sollevato diverse polemiche anche alcune acquisizioni operate da Spalletti, che, come da contratto, poteva influire sull’entrata in squadra di nuovi giocatori. L'acquisto dell’attaccante brasiliano Hulk e del centrocampista belga Axel Witsel per la cifra da capogiro di 100 milioni di dollari, tuttavia, non ha risolto i problemi di gioco dello Zenit. Anzi, l’arrivo in squadra di questi giocatori stranieri strapagati ha provocato un conflitto interno al club di San Pietroburgo, causando il malcontento dei giocatori russi che compongono la squadra, in primis di Igor Denisov. Il centrocampista russo, infatti, si è lamentato della diseguale distribuzione degli stipendi e ha lasciato il club.
Lo Zenit “ha perso l’eleganza di un tempo”
L’ex centrocampista dello Zenit Alexei Strepetov ha dichiarato che Spalletti andrebbe ringraziato per il lavoro compiuto con il club pietroburghese ma ha osservato anche che negli ultimi anni il gioco della squadra ha perso la sua rinomata eleganza. “Spalletti va ringraziato per tutto quello che ha fatto per la squadra. Lo Zenit grazie a lui ha vinto due volte il campionato russo e ha conquistato una Coppa di Russia. E quanti giocatori, poi, sono emersi proprio grazie a lui? Tuttavia, ora, vediamo che lo Zenit gioca senza passione, senza la sua classica firma, ed è come se stesse regredendo”, ha segnalato l'esperto. “La dirigenza del club aveva dato un compito a Spalletti: dopo la pausa invernale lo Zenit sarebbe dovuto diventare il leader del campionato russo e una delle squadre partecipanti ai play-off della Champions League. E così è stato. Ma solo formalmente! Lo Zenit, infatti, ha perso immediatamente il grande vantaggio sul secondo posto, dividendosi il primo con il Lokomotiv, e si è qualificato agli ottavi di finale della Champions League ma maturando solo sei punti in sei partite. Spalletti è conosciuto per condurre sempre un ottimo allenamento prestagione. Ma come ha giocato lo Zenit contro il Borussia? I componenti della squadra non erano stati definiti bene, l'italiano non faceva che cambiare un giocatore con l’altro, non sapendo chi mettere in campo”, ha concluso Strepetov.
L’articolo è stato redatto sulla base di materiali tratti da Kommersant, Gazeta.ru, RIA Novosti e Itar-Tass
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