Olga, la nuova stella

Olga Fatkulina (Foto: Aleksandr Vilf / Ria Novosti)

Olga Fatkulina (Foto: Aleksandr Vilf / Ria Novosti)

Pattinaggio, le speranze della Fatkulina. Che arriva a Sochi dopo l'oro nei 1000 metri ai Campionati mondiali 2013

A Sochi, si punta molto sul pattinaggio. Grazia e potenza. E in Russia la ventiquattrenne Olga Fatkulina si è già da tempo imposta come leader in questa disciplina, aggiudicandosi per quattro volte il titolo di campionessa nell’all-around e tre volte su distanza singola e conseguendo nove record nazionali. Ma nell’arena mondiale l’atleta russa ha dato prova di sé tra i seniores solo di recente. Il primo podio mondiale l’ha conquistato nei 1000 metri nel 2012 a Kharbin. Nella stagione 2012-13 ha vinto l’argento nella seconda gara nei 500, a Erfurt, e nella classifica finale della coppa è arrivata quarta sulla stessa distanza.

Una tappa storica che ha segnato la carriera dell’atleta russa è quella della gara su distanza singola ai Campionati mondiali del marzo 2013, che si è svolta proprio all’Adler Arena di Sochi; un risultato che ha oggi una valenza più che simbolica. La Fatkulina allora ha conquistato l’oro nei 1000 metri, superando star internazionali del pattinaggio di velocità  come l’olandese Ireen Wüst, la canadese Christine Nesbitt e la statunitense Heather Richardson, nonché il bronzo nei 500 metri. Il balzo della Fatkulina dal 14esimo  posto nella classifica dello scorso campionato fino al primo ha quasi dell’incredibile. Si tratta del primo oro su distanza singola conquistato ai Campionati mondiali dalla squadra femminile russa dal 2001. L’ultima medaglia per gare di questo livello era stata conquistata a Salt Lake City dalle russe il 9 marzo 2001 quando Svetlana Zhurova aveva ottenuto un bronzo nei 500 metri. E ad aggiudicarsi l’unica medaglia individuale degli ultimi quattro Giochi Olimpici invernali era stata ancora la Zhurova che a Torino 2006 aveva conquistato un bronzo nei 500 metri. 

Nella stagione olimpica la Fatkulina ha potuto confrontarsi tanto direttamente che a distanza con le sue principali avversarie. Nelle gare della Coppa del Mondo a Berlino Olga ha vinto nei 500 metri. A onor del vero quella volta la campionessa olimpica coreana Lee Sang-Hwa sul ghiaccio era assente dal momento che aveva saltato la partenza. Ora nel medagliere della coppa Olga occupa il secondo posto dopo la leader coreana. Proprio a Lee Sang-Hwa appartiene infatti il record mondiale su questa distanza di 36, 80. Svetlana Zhurova è convinta che alle Olimpiadi non si debba gareggiare per battere un record, bensì per conquistare delle medaglie: “Questi record mondiali sono serviti a dare sicurezza alla campionessa coreana. È come se ti dicessero, sì, puoi farcela, sei in ottima forma, hai eseguito tutto perfettamente. Ma lei sa bene che dei record quasi nessuno si ricorderà più, mentre se conquisti un oro olimpico, quest’oro entrerà per sempre nella storia. I record nazionali raggiunti dalla Fatkulina serviranno comunque a dare sicurezza alla nostra atleta!”.

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Già a Berlino, nella gara su distanza singola nei suoi prediletti mille metri, la campionessa mondiale in carica aveva avuto modo di temere le americane Heather Richardson e Brittany Bowe. Ma i suoi timori si erano rivelati infondati: la Fatkulina si era classificata al terzo posto su questa distanza ed era stata piuttosto soddisfatta del risultato. Mentre gli allenatori della squadra avevano apprezzato il fatto che la Richardson e la Bowe non avessero distanziato poi così tanto l’atleta russa. L’allenatore capo della squadra russa, Andrej Savelev, ha dichiarato che è ancora prematuro parlare di una superiorità delle americane sulla Fatkulina: “La squadra statunitense al rientro, dopo la Coppa del Mondo, continuerà ad allenarsi per i Giochi nel pattinaggio di velocità. Ma poi dovrà vedersela con la pianura. È faticoso”.        

Per Olga le gare di pattinaggio a Sochi si associano già a una vittoria. Ai Giochi Olimpici gareggerà in tre distanze: 500, 1000 e 1500 metri. E oltretutto nella stagione olimpica l’atleta russa ha cominciato ad allenarsi nello short track e spingersi fino al secondo turno nei “mille”. La Fatkulina ha cambiato il suo approccio verso l’allenamento e la preparazione e ritiene che questo le sia stato di grande aiuto per uscire dall’impasse sul piano dei risultati.  “Ho dovuto operare una svolta a 360 gradi, non sono più la stessa persona di prima: ho rivoluzionato tutti i miei piani, tutto il mio entourage e tutti i miei obiettivi. Mi sono allenata nel corso dell’intera estate, la preparazione è avvenuta senza traumi, ho cambiato i miei pattini con altri più stretti sul plantare del piede. Prima avevo dei “valenki” e non sentivo né il pattino, né la scarpa, né il sostegno.

La Fatkulina confessa che durante le gare si sforza di non pensare ai secondi e agli avversari. Ma è disposta comunque a imparare dagli avversari: nei 500 metri  da Lee Sang-Hwa e nelle curve dall’americana Shani Davis, due volte campionessa del mondo. Benché Olga si ritenga ancora “acerba” e pensi di non aver ottenuto finora dei risultati speciali, si pone comunque degli obiettivi elevati. Alla domanda su quali risultati debba ancora ottenere per conseguire finalmente una piena autostima sul piano agonistico, senza esitare risponde: “Devo diventare una campionessa olimpica. Tutto qui”. L’allenatore capo della squadra russa, Pavel Abratkevich, che prepara il gruppo di sprinter, ritiene che lei ce la possa fare: “Questa stagione Olga ha cominciato ad avere consapevolezza di ciò che è in grado di fare. In un anno ha fatto enormi progressi, è cresciuta, maturata e ha conseguito il titolo di campione del mondo. Meglio di questo risultato può esserci solo una vittoria olimpica”.

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