"A Sochi con un pieno di adrenalina"

Raffaella Brutto è stata quattro volte campionessa italiana di snowboard e ora si prepara a gareggiare alle Olimpiadi di Sochi (Foto: archivio personale)

Raffaella Brutto è stata quattro volte campionessa italiana di snowboard e ora si prepara a gareggiare alle Olimpiadi di Sochi (Foto: archivio personale)

Quattro volte campionessa italiana di snowboard, Raffaella Brutto si prepara a scendere in pista alle Olimpiadi invernali del 2014 con la maglia azzurra di boardercross

Adrenalina, velocità, divertimento. Tra balzi, gobbe, piani, paraboliche. Raffaella Brutto è una delle punte della Nazionale italiana di boardercross (competizione di snowboard in cui gli atleti si sfidano su un percorso in pendenza, disciplina giunta alla sua terza edizione dei Giochi) alle Olimpiadi di Sochi, al via nella prima settimana di febbraio 2014. La 25enne di origini genovesi, quattro volte campionessa italiana di snowboard (2007, 2008, 2009, 2010) e che gareggia per l’Esercito, ha da poco vinto, con la compagna di squadra Michela Moioli, un team event di Coppa del Mondo a Montafon, in Austria, candidandosi per una medaglia olimpica sul Mar Nero. Le sue sensazioni sui Giochi invernali russi, tra allenamenti, speranze e un pizzico di scaramanzia.

Lo speciale su Sochi 2014

Lei arriva da un successo importante in un team event di Coppa del Mondo. Il modo migliore per presentarsi alle avversarie alle Olimpiadi di Sochi.

La pista, almeno per ora, conferma che il duro lavoro fatto in allenamento sta cominciando a dare i suoi frutti. La stagione è partita da poco ma ci stiamo allenando da maggio scorso, tra parte atletica e parte tecnica sulla neve. Spero di mantenere a lungo questa condizione di forma. Ma sono scaramantica: non accetto di buon grado l’“in bocca al lupo” che precede competizioni come questa. Mentirei se dicessi di voler entrare tra le prime dieci a Sochi. Vado per una medaglia, in gara vedremo.

Cosa vuol dire per un’atleta come lei, interprete di una disciplina non certo conosciuta come sci alpino o sci di fondo, fare bene in una vetrina come quella olimpica?

Sono alla seconda edizione dei Giochi. A Vancouver 2010 ho preso le misure dell’evento. È il punto più alto della carriera. E ci arrivo consapevole delle mie possibilità, fisiche e tecniche. E anche la Nazionale italiana è preparata, anzi la più forte che c’è in circolazione. In Coppa del Mondo (la gara di Montafon, ndr) avevamo in gara due uomini e otto donne: tre sono finiti sul podio. Ma c’è un altro punto che vorrei sottolineare: il nostro è uno sport, mica un divertimento. E richiede lavoro, grande preparazione fisica. Siamo all’Olimpiade per valorizzare il nostro impegno.

La 25enne Raffaella Brutto (Foto: archivio personale)

Ha girato un video, pubblicato su YouTube, a cento giorni dall’avvio dei Giochi di Sochi...

Una miniclip per un sito (Cerchidigloria.com) che racconta le tappe di avvicinamento degli atleti azzurri alle Olimpiadi. L’ho fatto per mostrare quanto siano duri i nostri allenamenti. E ho girato anche un altro video, circa un anno fa, che durava venti minuti, proprio a Sochi. Un posto stupendo, costruito da zero. Una specie di oasi nel deserto per gli sport invernali. A due passi dal Villaggio olimpico, c’è la pista di snowboard, dove potremo allenarci. Strutture fantastiche, un clima ideale. Non come a Cypress Mountain (Vancouver, Canada), dove c’era poca organizzazione. E non si respirava l’atmosfera dei Giochi invernali.

Tre aggettivi per definire al meglio il boardercross, soprattutto per chi non conosce la disciplina.

Adrenalina, divertimento, velocità. E competizione dai ritmi serrati: qualifica, poi batteria con sei partecipanti, vince chi arriva in fondo per primo. Per il secondo, solo strette di mano. 

Ma serve anche tanto coraggio, non solo preparazione atletica e attitudine...

Affrontare il boardercross è una scelta dettata soprattutto dalla passione, che è la chiave per alimentare la motivazione che porta a eventi come le Olimpiadi. Senza quella, se c’è paura del pericolo o di infortunarsi seriamente, meglio dedicarsi ad altri sport. 

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