Un momento del passaggio della fiamma olimpica (Fonte: Ria Novosti)
I preparativi per le Olimpiadi di Sochi sono iniziati, dal nulla, nel 2007. Spesso le città candidate ricorrono a un metodo piuttosto conosciuto per far sì che i membri votanti del Comitato olimpico internazionale (Cio) propendano a loro favore. Dichiarano semplicemente che tutti gli impianti sportivi dedicati allo svolgimento dei Giochi sono pronti al cinquanta, sessanta o persino al cento per cento. Il comitato per la candidatura di Sochi quale sede dei Giochi 2014 è ricorso, invece, a una strategia completamente diversa. Il comitato della prima Olimpiade invernale della storia a svolgersi in una zona climatica subtropicale dichiarò, in tutta onestà, che tutti gli stadi sarebbero stati costruiti da zero, garantendo in questo modo la loro assoluta modernità ed efficienza per il giorno dell’inizio effettivo delle competizioni sportive.
Sochi al di là dei Giochi. Il Presidente russo Vladimir Putin aveva a sua volta promesso che anche qualora Sochi, alla fine, non fosse stata scelta come capitale dei XXII Giochi olimpici invernali, si avrebbe in ogni caso avviata la costruzione di un nuovo resort di classe internazionale. Dopotutto, la vecchia Sochi non era più in linea con le esigenze della moderna industria del turismo e la Russia non vanta molti luoghi di villeggiatura, soprattutto caldi e in riva al mare. E Sochi è l’unica località turistica in cui è possibile villeggiare durante tutto l’anno. In Russia, anche le stazioni sciistiche ben attrezzate sono davvero poche. In questo modo, i Giochi olimpici hanno permesso al Paese di risolvere un problema di natura nazionale.
Oltre 200 miliardi di rubli. Fortunatamente, l’idea, considerata inizialmente un’utopia da molti conservatori, è piaciuta ai membri del Cio, che alla fine, come tutti sappiamo, hanno concesso a Sochi l’onore di diventare la capitale dei Giochi olimpici invernali 2014. Così è iniziato tutto. Il mega-progetto di Sochi è diventato un progetto che ha coinvolto tutto il Paese. I suoi autori vengono a volte criticati per aver investito più denaro e risorse di quanto si era previsto. In totale si parla di 214 miliardi di rubli, di cui 114 miliardi provenienti da investitori. Del resto, questo è il destino di quasi tutti i mega-progetti. Soprattutto quando si parla di lavori che richiederebbero di norma tra i 15 e i 20 anni ma che vengono portati a termine nel giro di soli 7 anni.
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Lo speciale su Sochi 2014 |
Mezzo milione di posti di lavoro. Abbiamo dovuto costruire 14 impianti sportivi e munirli delle infrastrutture adeguate. E ce l’abbiamo fatta. Nel corso dei preparativi per i Giochi Olimpici sono stati creati 640mila posti di lavoro. Nei mesi di punta, nei cantieri edili di Sochi, lavoravano circa 96mila persone. Gli operai sono stati assunti in Russia ed è qui che sono state anche pagate tutte le tasse. La stragrande maggioranza dei materiali edili e praticamente tutto il metallo sono stati prodotti in Russia. Ciò ha permesso al settore della metallurgia, che nel 2009 non stava passando un buon periodo, di lavorare a pieno regime grazie al numero considerevole di ordini provenienti dai cantieri edili di Sochi.
Lavori in cima... Viaggio regolarmente a Sochi. E devo dire che anche io, che sono un ottimista, all’inizio, nutrivo dei dubbi e delle perplessità circa l’effettiva realizzabilità del progetto. Ma i lavori sono andati avanti e a ogni nuova visita, avevo sempre un motivo in più per essere felice. Nel cluster di montagna, le cose sono andate bene fin dall'inizio. Sono stati costruiti quattro impianti sciistici con una capacità totale di 42mila turisti, mentre la lunghezza totale delle piste da sci raggiunge i 150 chilometri.
...e in riva al mare. I lavori al cluster costiero, in una zona più densamente popolata, ovviamente, sono stati più difficili. Ciononostante, i contorni del Parco Olimpico hanno iniziato a delinearsi e a prendere forma già nel 2010. Ho alle spalle circa una dozzina di Olimpiadi, e vi posso dire, che quando arrivai ad Atene, nel 2004, una settimana prima dell’inizio dei Giochi, non mi era chiaro quando sarebbe stato piantato l’ultimo chiodo. E alle mie prime Olimpiadi, nel 1976 a Montreal, in Canada, nonostante le rassicurazioni del sindaco, i lavori allo stadio principale non furono, di fatto, mai portati a termine completamente.
Progresso e archeologia. A Sochi ho capito che ce l’avremmo fatta a costruire tutto in tempo ancor prima che iniziassero i lavori nei cantieri delle principali strutture sportive. Non facevo che chiedermi che cosa sarebbe successo al vecchio cimitero, quasi dimenticato, nel Parco olimpico. Gli architetti, però, sono stati in grado di adattare perfettamente le antiche croci e le tombe al paesaggio generale. E il cimitero è rimasto lì dov’era. Il rispetto dimostrato nei confronti di questo dettaglio mi ha fatto confidare nel fatto che anche tutto il resto sarebbe stato portato a termine con lo stesso identico approccio e rigore.
Le infrastrutture. Prendete, ad esempio, il palaghiaccio “Iceberg”, costruito con incredibile tenacia. All’inizio dovevamo guidare su strade dissestate e camminare su sentieri fangosi per raggiungerlo. Mi ricordo ancora la prima conferenza stampa che diedi in occasione della prima competizione russa di pattinaggio di figura. Fui costretto a darla direttamente sulle tribune con i giovani atleti che salivano le gradinate per arrivare da noi con i pattini con i salva lame posti. I tornei si sono susseguiti uno dopo l’altro, e la finale del Grand Prix di pattinaggio di figura si è potuta svolgere già su una pista di ghiaccio perfetta e scintillante e la conferenza stampa è stata condotta in un ampio salone, impeccabilmente equipaggiato dal punto di vista tecnico, con l’ausilio di servizi di interpretariato di alto livello.
I record. A proposito, Sochi ha già superato il resto di città, che in passato ospitarono le olimpiche invernali, per numero di competizioni preolimpiche di prova che si sono svolte nei suoi impianti sportivi: in tutto 21 tornei internazionali, esclusi quelli russi. Tra i partecipanti figurano i rappresentanti di ben 60 Paesi. Ma queste sono solo cifre. Ciò che mi riempie più di gioia è un’altra cosa. Finalmente si è iniziato a parlare con un certo calore delle Olimpiadi 2014. Prima l’aereo proveniente da Mosca atterrava in un aeroporto minuscolo e le valige ti venivano consegnate direttamente in strada. Ora, a ogni mio nuovo atterraggio, l'aeroporto è sempre più grande e il servizio più veloce. A oggi, l’aeroporto è pronto per accogliere circa 3.800 persone l'ora, mentre il treno “Lastochka” trasporta, a un prezzo ragionevole, tutti i passeggieri fino alla stazione situata in pieno centro città.
Luce verde, anche sul futuro. Le Olimpiadi di Sochi si svolgeranno rapidamente, come, del resto, tutti gli altri Giochi olimpici: ti prepari, arrivi, e le giornate volano senza che tu te ne renda conto, con il lavoro frenetico dei giornalisti, ed è già ora di tornare a casa. Sochi andrà trasformato per molti di noi in un porto recondito, dove approdare per prendersi una pausa e dimenticarsi della stanchezza. Ma è ancora presto per pensare a come getteremo l'ancora qui. Prima dobbiamo attendere lo svolgimento e la conclusione delle Olimpiadi. Il Cio stabilisce di solito tre gradi di rischio, proprio come le luci di un semaforo. Bene, per noi niente luce rossa o gialla: Sochi ha già ottenuto la luce verde.
Nikolai Dolgopolov è vice caporedattore del quotidiano Rossiyskaya Gazeta e un veterano del giornalismo sportivo russo.
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