Spesso sugli spalti si verificano purtroppo anche episodi di razzismo tra tifoserie (Foto: Mikhail Sinitsyn / RG)
Nell'estate 2013 il Presidente russo Vladimir Putin ha firmato una legge che prevede l'aumento delle sanzioni per i tifosi che violano le norme di ordine pubblico fino a 340 euro, la possibilità di condanna a 160 ore di lavori socialmente utili e stabilisce il divieto di frequentare gli stadi per un periodo fino a sette anni. La polizia è stata incaricata di creare delle "liste nere" di tifosi violenti e ai proprietari delle strutture sportive è stato chiesto di dotare queste ultime di sistemi di videosorveglianza.
L'atto normativo, che ha preso il nome di "legge sui tifosi", ha spaccato la società russa in tre parti. Alcuni ritengono che le nuove misure legislative garantiranno l'ordine sugli spalti; altri pensano che il potere stia imponendo ancora una volta un giro di vite; altri ancora esprimono il timore che queste misure repressive porteranno nuovi conflitti negli stadi.
L'ultimo scandalo legato ai tifosi è scoppiato a San Pietroburgo. Il 14 settembre 2013, durante un match contro la squadra Terek di Grozny, i tifosi dello Zenit hanno dato fuoco a una bandiera della Cecenia. Il video di questo atto di vandalismo è finito su YouTube e già all'indomani se ne discuteva in tutta Europa. Allo Zenit è stata inflitta un'ingente multa e i funzionari della Fifa e dell'Uefa hanno nuovamente segnalato il comportamento deplorevole dei tifosi di calcio russi.
Del resto, questa storia è troppo ingarbugliata per poterne dare un giudizio univoco. "Il gesto di bruciare la bandiera della Cecenia è stato la risposta a una provocazione dei tifosi dell'Anzhi, - dichiara un tifoso dello Zenit, Edvard Serzhan, docente di Giornalismo. - Due anni fa i tifosi di Makhachkala avevano esposto allo stadio di San Pietroburgo una bandiera dell'Ichkerija (una formazione statale non riconosciuta, che dopo la caduta dell'Urss occupava parte dei territori della Cecenia, del Daghestan e dell'Inguscezia, e i cui organi di potere figurano sulla lista delle organizzazioni terroristiche). Allora le autorità non avevano reagito all'episodio, ma i tifosi avevano scatenato una tempesta sui social network. In Russia siamo abituati a rispondere alle provocazioni con la provocazione".
"L'episodio della bandiera bruciata non vuol dire che vi sia violenza sugli spalti, - pensa Serzhan. - I tifosi sono aggressivi esattamente quanto lo è la nostra società; si tratta di una possente struttura sociale per mezzo della quale si trasmettono anche i sentimenti politici".
Molti dei tifosi delle squadre di calcio moscovite e dello Zenit di San Pietroburgo possono essere definiti nazionalisti. Nel loro ambiente sono assai diffuse le idee della destra radicale. L'ultima fiammata di attività degli elementi radicali furono gli scontri con le forze dell'ordine verificatisi nel centro di Mosca, sulla piazza del Maneggio, nel dicembre 2010. In quell'occasione circa duemila tifosi di calcio espressero in modo eloquente la loro posizione rispetto all'uccisione del tifoso dello Spartak Egor Sviridov da parte di alcuni individui di origine caucasica. I tifosi gridarono slogan nazionalistici e accesero bengala; molti di loro avevano il volto coperto da mascherine. Dopo tre ore di accaniti scontri con la polizia vennero arrestati centinaia di tifosi.
Evgenij Selemenev, tifoso dello Spartak Mosca con un'esperienza ventennale, ritiene che l'approvazione della "legge sui tifosi" non aiuterà a rendere più sicuri gli stadi della Russia. "Molto spesso durante le partite ai poliziotti capitano a tiro delle persone a caso. Anche se gli stadi dovrebbero essere dotati di videocamere e nelle registrazioni si dovrebbe vedere, ad esempio, chi è che accende i bengala, la polizia ferma quelli che le capitano sotto mano, formulando accuse del tipo: Puzzi di alcool. Una volta mi hanno trattenuto perché stavo in piedi in prima fila e sorridevo. Hanno detto che sorridevo con un'aria di sfida".
Secondo Edvard Serzhan la situazione potrebbe migliorare grazie alle nuove infrastrutture che verranno costruite per i Mondiali del 2018 e alla fiducia dei dirigenti dei club nei confronti dei propri tifosi. "Se in Russia verranno costruiti dei buoni stadi di calcio, anche i tifosi comuni e le famiglie andranno sugli spalti. I club inoltre devono applicare le giuste strategie di marketing: dei concorsi, delle iniziative sociali. Un buon esempio è quello dell'attaccante camerunense dell'Anzhi Benoît Angbwa, che di recente ha tenuto una lezione di geografia in una normale scuola di Makhachkala. I dirigenti dei club devono costruire un dialogo con i tifosi. Per esempio, i tifosi dello Zenit comprendono che non si possono bruciare bengala nello stadio durante le partite di Champions League, perché ciò causerebbe un danno alla squadra sotto forma di multe. Se qualcuno dei tifosi accende un petardo, i suoi stessi compagni glielo tolgono di mano e lo spengono. Questo è il risultato di un lavoro svolto con i tifosi".
Sergei Altukhin, tifoso della squadra che ha avuto più spettatori in Russia nel 2012, il Kuban di Krasnodarsk, (in media 21mila spettatori a partita), ritiene che i divieti faranno solo aguzzare l'ingegno ai tifosi. "Vietare completamente i fuochi d'artificio non è il modo più logico per uscire da questa situazione. Si perde il colorito delle partite. È molto più importante mettere a punto l'interazione tra il servizio di sicurezza dei club e la polizia. Accade spesso che noi prepariamo un bello striscione, lo concordiamo con i dirigenti della squadra, ma poi all'ingresso dello stadio ce lo ritirano".
Dan Darby, un tifoso inglese che fa il tifo per tutte le squadre russe nelle coppe europee, è dell'opinione che i tifosi russi non siano diversi da quelli degli altri Paesi e che si comportino in modo del tutto decoroso. "Ho vissuto in Russia per un po', parlo russo e un tempo mi occupavo addirittura della copertura giornalistica del calcio russo per l'agenzia Press Association. Inoltre, ancora oggi elaboro pronostici sulle partite della Premier League russa per un'agenzia di scommesse sportive, e guardo diverse partite ogni fine settimana. I tifosi russi sono persone molto simpatiche. Sono bravi a sostenere le loro squadre e fanno il tifo con tutta l'anima. Non capisco perché si cerchi di metterli in cattiva luce e li si voglia costringere entro certe barriere. Mi creda, i tifosi inglesi sono molto più aggressivi di quelli russi".
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Il direttore della sicurezza della Premier League del calcio russo, Aleksandr Mejtin, vede nella nuova legge solo aspetti positivi. "L'arrivo della legge sui tifosi è stato imposto dalla nostra stessa realtà. Per lo meno, grazie a questa legge sono state definite con chiarezza le responsabilità di ciascuna parte, degli spettatori e di quanti sono responsabili della loro sicurezza durante gli incontri. La polizia si occuperà di mantenere l'ordine nell'area circostante lo stadio, mentre il comportamento dei tifosi verrà monitorato dal personale di servizio dello stadio. Non escludo che anche in altri Paesi si riterrà opportuno avvalersi della nostra esperienza".
Vale la pena di aggiungere che a breve alcuni emendamenti potrebbero essere apportati alla "legge sui tifosi". Una delle principali modifiche potrebbe introdurre l'obbligo per i tifosi russi di acquistare i biglietti mostrando un documento di identità. Secondo i funzionari, questa norma permetterà di ottenere informazioni su ciascun tifoso e aiuterà a combattere in maniera più efficace contro quanti impediscono ai veri amanti del calcio di godersi le partite.
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