La Russia che sale sul ring

Cresce l'interesse nei confronti delle arti marziali amatoriali: uno sport che attira sfidanti da tutto il Paese, pronti a dimostrare il proprio valore e arrotondare lo stipendio

In Russia si sta assistendo a un vero e proprio boom delle arti marziali amatoriali. Ogni settimana vengono organizzati tornei di lotta a cui può partecipare chiunque, anche chi non pratica nessuno sport. Un corrispondente di Russkyi Reporter ci spiega come mai sempre più uomini comuni decidono di salire sul ring.

“Abbiamo iniziato cercando persone che volessero combattere per noi, le abbiamo trovate e poi la nostra reputazione è andata via via crescendo. Organizzare tutto ciò ci è costato 400 dollari”, spiega orgoglioso Greg Apinyan, 29 anni, pietroburghese, organizzatore dei campionati di arti marziali miste “Strelka”. 

In due anni il campionato è passato dall’essere un semplice svago, dal costo di 400 dollari, a uno dei principali protagonisti del mercato russo delle arti marziali miste.

Il segreto del successo di “Strelka” risiede, in primo luogo, nel fatto che è aperto a qualsiasi appassionato, anche a quelli che non hanno mai lottato prima e, in secondo luogo, perché esso si svolge per strada: i partecipanti combattono all’aria aperta, sulla sabbia, sull’erba o sul suolo nudo.

“Questo è ciò che ci contraddistingue dai tradizionali tornei di arti marziali miste - afferma Apinyan -. Molti spettatori si spaventano quando vedono l’ottagono, i lottatori nella gabbia e il sangue: tutto è inquietante e oscuro. Niente a che vedere con i nostri campionati: sabbia, cielo azzurro, sole e persone normalissime che dimostrano a volte una forza e uno spirito che ti lasciano a bocca aperta”.

Anastasia Yankova,
un gancio da capogiro

Secondo il regolamento, i combattimenti del campionato “Strelka” non hanno nessun limite di tempo: durano finché uno degli avversari non si arrende o non è l’arbitro a fermare il combattimento. L’incontro più lungo della storia del campionato è durato 40 minuti, senza pause. Il resto è come nelle arti marziali classiche. I combattenti indossano guanti e possono infliggere colpi con le mani e con i piedi, così come combattere distesi sul ring.

Nei suoi due anni di esistenza, sono stati organizzati undici tornei di arti marziali miste. In breve tempo, i pietroburghesi hanno attratto l’attenzione della società americana “Tron”, specializzata nell’organizzazione di tornei di arti marziali, che ha deciso di accoglierli sotto la propria ala.

In Russia vengono organizzati almeno dieci campionati di arti marziali a settimana. Chiunque vi può partecipare: le informazioni si possono trovare sui social network e sui forum di Internet dedicati a queste discipline.

Ciò dimostra che vi è un numero considerevole di uomini (per i quali la lotta non è una professione) che escono dal lavoro il venerdì, augurano ai colleghi un buon fine settimana e poi vanno a guadagnare soldi extra facendo a pugni. E se non lo fanno per soldi, lo fanno per dimostrare a sé stessi e al mondo ciò che sono soliti mettere in mostra gli uomini.

Aleksandr Anisimov, 30 anni, lavora per una società di Vladimir che si occupa della costruzione di strade. Per il suo debutto nelle arti marziali ha scelto la versione più dura di queste ultime: la T1. La “T” sta per “totale”. Secondo le regole della T1, i combattenti devono indossare scarpe con la suola dura. È consentito infliggere colpi con la testa e mettere al tappeto l’avversario con le gambe qualora egli non si arrenda.

Alla domanda su che cosa l’abbia spinto a lasciare la moglie e il figlio di un anno e mezzo a Vladimir, per andare a combattere in un’altra regione, Aleksandr Anisimov risponde: “Semplice interesse”, e aggiunge: “E ho soddisfatto il mio interesse”. Almeno per quanto riguarda il futuro prossimo, Aleksandr non prevede altri combattimenti nella sua vita.

L’interesse: è questo che avvicina molti appassionati alle arti marziali miste, anche se la partecipazione ai combattimenti può diventare un modo per guadagnare soldi. Secondo la Federazione russa Pancrazio (l’organizzazione che mira a dare alle arti marziali miste lo status di sport olimpico), il premio in denaro per chi si aggiudica il primo posto nei tornei amatoriali varia dai 30 ai 50mila rubli (dai 750 ai 1.250 euro circa). I lottatori dichiarano invece cifre più contenute: dai 10 ai 20mila rubli (dai 250 ai 500 euro circa).

La popolarità di questa disciplina ha attirato l’attenzione delle organizzazioni ufficiali: “A tutti questi combattenti manca una componente importante dello sport: sezioni per bambini e un lavoro completo e sistematico con i giovani. Tutto ciò che vedo è un affanno puramente lucrativo”, si lamenta Vladimir Klenshev, presidente della Federazione Pancrazio.

Klenshev propone di seguire l’esempio di Fedor Emelianenko, una leggenda delle arti marziali miste. L’ex lottatore russo allena giovani e, fornendo il proprio personale esempio, li indirizza lungo il cammino sportivo che più fa per loro.

Tolgat, 21 anni, è arrivato a Mosca dall’Uzbekistan. A differenza del presidente della Federazione Pancrazio, per lui i tornei amatoriali suscitano solo entusiasmo. Sei giorni alla settimana, Tolgat è impegnato nei lavori di riparazione del marciapiede lungo Leninsky Prospekt, per conto di una società che si occupa di lavori stradali. Dopodiché, se ne ha le forze, sale sul ring. Dopo un paio di flessioni, il ventunenne inizia a scaldare i pugni.

In Uzbekistan, aveva praticato per un anno e mezzo la muay thai, la boxe thailandese. Arrivato a Mosca si è reso conto che ciò è abbastanza per poter entrare nel mondo della lotta e diventare una stella. “Il settore edile non mi interessa - afferma Tolgat -. L’importante è combattere”.

Ci sono altri uomini che usano i pugni come Tolgat. Lo fanno nelle palestre, nei parchi, nei corridoi mentre aspettano l’ascensore, nelle loro cucine, quando nessuno li vede. Lavorano come programmatori, direttori commerciali, corrieri. Ma ciò che più conta per loro – e le loro famiglie questo non lo sanno - non è il lavoro che svolgono. L’importante, per loro, è combattere.

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