Isinbayeva mondiale, la zarina conquista l'oro

Al Luzhiniki di Mosca la regina del salto con l'asta si riprende la corona conquistando un nuovo titolo iridato. "È la medaglia più cara e sofferta. Ora mi fermo e penso a un figlio"

Due volte campionessa olimpica. Ora, nuova campionessa del mondo nel salto con l’asta. La 31enne Elena Isinbayeva è tornata sul gradino più alto del podio in occasione dei Mondiali di atletica di Mosca. Dopo il suo trionfo allo stadio Luzhniki della capitale russa, dove si è imposta con la misura di 4,89 battendo la campionessa olimpica americana Jennifer Suhr (4,82) e la cubana Yarisley Silva, la Isinbayeva ha raccontato in un’intervista il valore di questa vittoria.

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Quali sono le sue emozioni adesso?
Sono emozioni complesse. Solamente le persone a me vicine sanno che prezzo ha avuto questa medaglia d’oro. Credo sia quella più cara e desiderata. Era da molto tempo che non vincevo in occasioni così importanti. È stato un percorso lungo, passato per Osaka 2007 e per le Olimpiadi di Pechino del 2008. Fino a Mosca. Non si sarebbe concluso in maniera così positiva se non ci fosse stato il sostegno dei miei tifosi, dei miei cari, ma soprattutto senza l’aiuto del mio geniale allenatore, Evgeny Vasilevich Trifomov. Questa vittoria, quindi, è una vittoria di tutti.

La finale però per lei non è iniziata in maniera del tutto rosea…
Ad ogni modo quando il primo tentativo si è rivelato poco fortunato, concludendosi con 4,65, né io, né il mio allenatore abbiamo perso la calma. Il fatto è che prima del Mondiale ho fatto poche prove. L’infortunio al piede si è fatto sentire, e saltare mi faceva male. Ho dovuto ricorrere ad alcune cure all’estero. Il calendario dei miei allenamenti quindi si è ridotto. Dopo la prima prova al Luzhniki, andata male, ho capito che l’asta non andava bene. Ho cambiato, ed è andata.

Temeva molto la campionessa olimpica Jennifer Suhr?
Le dirò di no. Da tempo con il mio allenatore ci siamo focalizzati sulle sue particolarità: inizio brillante. Finale incerto. A proposito, la cubana Silva, leader della stagione, solitamente guadagna slancio progressivamente. In questo caso però non è successo.

Perché non è riuscita a riconfermare il suo record mondiale di 5,07?
Probabilmente tutte le mie emozioni sono esplose quando, con 4,89 metri superati alla prima prova, ho capito di aver vinto. Ma il 29 aprile 2013 durante un allenamento a Volgograd ho segnato 5,11. Il mio allenatore, inoltre, sostiene che fisicamente ora sarei pronta a saltare perfino a 5,15-5,20. Gli credo. In realtà, tutti i miei indicatori di potenza e velocità sono adesso allo stesso livello del 2004. Quando, se ricordate, per la prima volta ad Atene sono diventata campionessa olimpica.

Lei è tornata sul gradino più alto del podio mondiale dopo diversi anni. Non è che sarà l’ultima volta che la vedremo qui?
Probabilmente nel corso di questa stagione ci saranno ancora alcuni appuntamenti. Ma per quanto riguarda il Campionato del mondo, credo che sarà l’ultimo. La cosa che desidero ora è fare una famiglia e avere un figlio. Se poi vorrò tornare a gareggiare, lo farò in previsione delle Olimpiadi del 2016 a Rio. Per i Mondiali del 2015 a Pechino ovviamente non riuscirò. Questa è la mia volontà, almeno per ora. Perlomeno così come Dio vuole.

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