L'eterna sfida tra Russia e Brasile, dopo i Mondiali di Ravenna 2011 vinti dalla Federazione, si ripeterà a Tahiti a settembre 2013 (Foto: Photoshot/Vostock-Photo)
Il beach soccer nel Paese dove per sei mesi all’anno c’è la neve è una vera stranezza. Eppure proprio in questo sport la nazionale russa si è imposta come leader di livello mondiale.
Ravenna, settembre 2011, finale dei Mondiali di calcio da spiaggia. La nazionale russa, in barba a tutti i pronostici è diventata campione del mondo, mandando 12 palloni nella porta del Brasile, la squadra allora imbattibile.
In Russia la vittoria in uno sport piuttosto esotico per un Paese freddo ha sollevato un certo stupore, oltre che una gioia più che comprensibile. I tifosi russi sono abituati agli insuccessi della propria squadra di calcio tradizionale, qui invece è arrivato di colpo un motivo di orgoglio nazionale.
La vittoria è stata una sorpresa anche per la squadra brasiliana. Nessuno riusciva a spiegarsi la sconfitta contro la Russia, un Paese dove la stagione del beach soccer dura cinque mesi e in tutta la Federazione c’è un solo campo coperto.
Il Brasile, dove il gioco del calcio da spiaggia è uno stile di vita, per lunghi anni non ha conosciuto pari in questa disciplina. La finale sul suolo italiano ha segnato invece l’inizio di una nuova era, l’era dei russi padroni delle spiagge.
La squadra della Federazione è riuscita in appena sei anni a passare dall’essere un gruppo di appassionati a diventare una temibile potenza a livello mondiale. Fulcro della squadra era il calciatore Nikolai Pisarev, famoso per le sue performance nello Spartak Mosca. Nel 2005 è diventato allenatore in una disciplina che fino ad allora non era per niente conosciuta in Russia. Lo stesso Pisarev afferma che nel 2005 i suoi ragazzi avevano dovuto iniziare dall’abc: abituarsi a giocare sulla sabbia a piedi nudi, imparare le regole.
La nazionale russa di beach soccer detentrice del titolo mondiale (Foto: Ramil Sitdikov/RIA Novosti)
Il beach soccer è molto diverso dal calcio tradizionale: per il campo, per le dimensioni e la lunghezza di una partita (che si compone di tre tempi di 12 minuti). Il team è di 5 uomini per squadra, 4 giocatori e un portiere. Sul campo ridotto il gioco è più dinamico rispetto al calcio classico, le reti vengono spesso segnate dalla propria metà campo e la distinzione tra difensori e attaccanti non è così accentuata. C’è meno scontro fisico, mentre la tecnica è al primo posto.
“In un primo tempo, quando avevamo appena iniziato a occuparci di questo sport, eravamo degli appassionati, - ricorda il capitano della nazionale russa Ilja Leonov, considerato il più valido giocatore del Mondiali del 2011. - Quando abbiamo iniziato a comparire in televisione è stato un evento! Con i nostri risultati e il nostro gioco abbiamo attirato l’attenzione, hanno cominciato a parlare di noi su Internet”.
La neonata squadra russa ha poi fatto passi da gigante: già nel 2007, nella sua prima partecipazione alla Lega europea (EBSL), si è aggiudicata il bronzo, staccando anche il biglietto per i Campionati del Mondo del 2007. In quell’occasione la nazionale è arrivata dodicesima, un risultato di tutto rispetto per i nuovi arrivati.
Ai Mondiali del 2008 e del 2009 i russi sono arrivati fino ai quarti di finale. Il successivo campionato del 2011 (nel 2010 per una decisione della Fifa il torneo non si è disputato) è stato un trionfo. Quell’anno la squadra russa, guidata dal nuovo allenatore Mikhail Lichachev, aveva in effetti un grande potenziale. In tutto il torneo non ha subito nemmeno una sconfitta, nei play off si è destreggiata con sicurezza contro le fortissime squadre del Messico e del Salvador. La competizione si è conclusa con la storica vittoria sul Brasile.
“Mi ricordo che in Brasile la televisione locale ci chiedeva di continuo: Perché siete diventati i campioni del mondo? - racconta Ilja Leonov. - La squadra si è compattata, ha fatto esperienza, acquisendo maggiore consapevolezza. Poi è arrivato il nuovo allenatore, Mikhail Lichachev, che ha portato qualcosa di suo, e tutto si è concretizzato nei risultati ottenuti. Anche fisicamente poi eravamo preparati al massimo”. L’affiatamento della squadra è piuttosto scontato: quasi tutti i giocatori sono del Lokomotiv Mosca, l’indiscussa leader del calcio da spiaggia russo.
La Isinbayeva decide di chiudere in bellezza
Il campionato russo di beach soccer esiste dal 2005. Nonostante al torneo prendano parte 16 squadre, il primo posto è conteso solamente da due club moscoviti, il Lokomotiv e lo Strogino. Inoltre sempre a Mosca, sulla riva della Moscova, si trova l’unica scuola per ragazzi di beach soccer di tutta la Russia. A dire il vero non c’è un campo coperto: da ottobre a maggio bisogna andare ad allenarsi nel Sud della Russia, sulle rive del Mar Nero, o a San Pietroburgo dove c’è uno spazio attrezzato.
In patria i giocatori della nazionale russa sono diventati famosi soltanto dopo la vittoria ai Mondiali. I leader del gruppo – il capitano Ilja Leonov, il portiere Andrei Buchlickij, gli attaccanti Dmitri Shishin e Egor Shajkov – hanno iniziato a essere invitati in televisione, a rilasciare interviste.
Nonostante ciò è difficile paragonare la loro popolarità con quella dei colleghi della nazionale di calcio tradizionale. Anche i guadagni non sono confrontabili. “Per la vittoria ai Mondiali abbiamo ricevuto 420.000 rubli a testa (14.000 dollari), - afferma Ilja Leonov. - È stata la cifra più alta che abbia mai visto da quando gioco”.
Il successo del 2011 non è stato un caso. Al trionfo ai Mondiali hanno fatto seguito le vittorie della Coppa intercontinentale – in questo sport secondo torneo per importanza –, che si tiene una volta all’anno negli Emirati Arabi. Sia nel 2011 sia nel 2012 nella finale la squadra russa ha sbaragliato i soliti brasiliani.
A settembre 2013 si svolgerà a Tahiti il prossimo Campionato del Mondo; Leonov&Co. sperano di ripetere i successi degli ultimi due anni. Le premesse ci sono tutte: l’affiatamento della squadra, composta da professionisti riconosciuti, l’esperienza e lo spirito dei vincitori. Nell’estate del 2012, grazie alle qualificazioni svoltesi a Mosca, la squadra russa ha avuto accesso all’ultima fase dei Mondiali.
A Tahiti non sarà un’impresa facile: i brasiliani iniziano ad avere nostalgia di grandi vittorie e bruceranno senz’altro dalla voglia di prendersi finalmente la rivincita contro l’incredibile squadra venuta dal freddo.
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